31 gennaio 2017

Per Ford occupazione a rischio con la stretta sui consumi





Accennando dell'incontro tra The Donald e i tre ceo di GM, Ford e FCA, avevo focalizzato la prudenza nei commenti seguenti al meeting. Ora però l'ad Ford Mark Fields esce allo scoperto con una dichiarazione che strizza l'occhio all'amministrazione in chiave assai furba. In un'intervista a Bloomberg ha dichiarato infatti che sono a rischio un milione di posti di lavoro (in US, ovviamente) se non verranno rivisti all'insegna della flessibilità i limiti di consumo federali CAFE, quelli fissati per legge. Fields ritiene infatti che occorra una certa flessibilità nell'applicazione degli standard previsti dalla norme, ergo la riduzione dall'8 al 24% delle emissioni di CO2 (e quindi del consumo) entro il 2027 per i diversi veicoli prodotti. Evidentemente Ford vuol fare leva sulla "disponibilità" della nuova amministrazione a sorvolare sulle emissioni globali evitando così anche un congruo investimento in modernizzazione dei propulsori agitando lo spauracchio della perdita di posti di lavoro proprio davanti a un presidente che ha fatto del ritorno alla piena occupazione uno dei suoi temi principali. Fields è un dritto? Forse, ma è certo che la riduzione di consumo prima o poi sarà una via obbligata per tutte le Case, americane comprese.

VW è la prima





Sembrava il Dieselgate avesse segnato il de profundis del gruppo Volkswagen, lo avesse spinto nella spirale di un declino inarrestabile. E invece no. Nel 2016 VW è stata il primo produttore mondiale, con un totale di 10.312.400 veicoli venduti (comprendendo anche quelli industriali). Un risultato epocale, sfiorato qualche anno addietro ma consolidato ora e proprio a valle di una disastrosa crisi commerciale. A trainare la rimonta vincente il mercato cinese, ove la Casa è leader con 4 milioni di auto, ma un po' su tutti i mercati l'offensiva techno ha pagato e i prodotti VW sono universalmente apprezzati. Al secondo posto Toyota, lungamente prima in passato e in alternanza con GM dal 2008 al 2011. E data proprio 2011 l'ultimo primato del gruppo di Detroit, che ormai non regge più il confronto con l'innovazione delle concorrenti. Devo dire che in assoluto non parliamo di distanze abissali: Toyota ha venduto 10.175.000 veicoli e GM 9.520.000, ma se tra il primo e il secondo ci sono "soltanto" 137.400 veicoli di differenza, il gap sale a 792.500 con l'ex big americana, l'intera produzione annuale di una Casa di media stazza. Cambiamenti nel futuro? Non credo, specie se la new age di VW sull'elettrico avrà successo. Anche a fronte di una generale contrazione del mercato europeo, il gruppo tedesco sarà probabilmente in prima posizione ancora a lungo.

30 gennaio 2017

La nuova ammiraglia BAIC






BAIC è un grande marchio auto di Pechino, con una produzione che spazia dalle elettriche alle berline di rappresentanza (si fa per dire). E proprio per un vago senso di inadeguatezza dei propri modelli di status, vista la collocazione del marchio nella capitale e l'ambizione di diventare la vettura elettiva dell'establishment, i dirigenti del marchio hanno deciso di collocare al vertice della gamma questa nuova Suv, colta in città parcheggiata in un tempio con targhe ufficiali che non potrebbe avere in quanto non ancora omologata. Vista e piaciuta a qualche alto papavero? Può essere. Comunque, a guardarla bene ricorda almeno un paio di auto occidentali, in particolare una fuoristrada americana. Come dire, il lupo perde il pelo...

Vendere la pelle dell'orso...





C'era una volta la Saab, brillante marchio auto svedese capace di una produzione innovativa e avanzata sul piano della sicurezza. Poi la crisi e le vicissitudini del dopo fallimento, con il takover da parte di NEVS, società con testa in Svezia e piedi in Cina, ma anche in India. Ora però sembra che finalmente la 9-3 elettrica di cui tanto si è parlato potrebbe finalmente prendere corpo, ma esclusivamente in Cina. Il governo ha infatti approvato il piano di NEVS per iniziare la produzione nello stabilimento di Tianjin, concedendo la relativa licenza necessaria in quel Paese. Lo stock iniziale prevede 100.000 9-3 la cui costruzione effettiva dovrebbe iniziare a fine anno, a fronte di una capacità dello stabilimento di 200.000 vetture annue. Piccolo particolare: lo stabilimento non c'è ancora; risulta infatti in costruzione. Ora, il mercato cinese è sicuramente ricettivo e aperto verso i veicoli elettrici, ma proprio per questo si registra una certa saturazione del segmento che richiede un business plan accurato e, soprattutto, ben finanziato. Esattamente tutto ciò che pare non faccia parte della dote di NEVS. Senza contare che ormai lo styling della 9-3 che, ricordo, non potrà chiamarsi Saab, è bello decotto. Insomma ancora tutto in salita lo spin off del glorioso marchio.

Wilderness 4.0









Inizia la tradizionale sfilata di video per il Super Bowl del prossimo 5 febbraio e Mercedes ha scomodato nientemeno che i fratelli Cohen per questo commercial che andrà in versione ridotta a 30" nell'occasione; qui la versione integrale. Tutto all'insegna dei good old days il pubblico decisamente vintage, con la colonna sonora di "Born to be wild" degli Steppenwolf che per l'occasione il biker seleziona solo dopo aver inforcato gli occhiali. Alla notizia che le moto sono state bloccate all'esterno, situazione all'ordine del giorno in Italia ma considerata negli Usa un atto di guerra, un Peter Fonda che mostra ormai l'età di suo padre salta su una GT cabrio e fila via con la nuova colonna sonora del V8 AMG. Certo che Peter ne ha fatta di strada da Easy rider.

29 gennaio 2017

L'assoluto di McLaren










Questo video proviene direttamente dalla McLaren e documenta quanto avanti sia sempre stata questa piccola Casa, capace di sfornare straordinari prodotti. 25 anni fa veniva presentata la F1, forse la prima vera hypercar e al tempo il suo motore V12 con potenza da 627 a 680 cavalli a seconda delle versioni era capace di spingerla ben oltre i 300 orari, nonostante la presenza di un limitatore. McLaren, però, non era del tutto sicura della effettiva velocità massima raggiungibile, perché quella dichiarata era frutto di calcoli. Così nel 1988, 6 anni dopo il debutto della F1, affidò ad Andy Wallace, collaudato e vincente pilota di auto sport, il compito di spingerla a fondo sul tracciato tedesco di Ehra- Lessien, quello di proprietà VW atto a raggiungere velocità assurde grazie al rettilineo di 8,5 km. Sull'osso, soprannome della pista data la forma, appunto da osso con i due tornantoni che raccordano il rettilineo, la leggera auto inglese priva di limitatore raggiunse in due passaggi prima i 387 e poi i 391 km/h, di qui la media omologata di 386,7 km/h e il record mondiale di velocità per auto di produzione, imbattuto sino al 2005 a opera della Bugatti Veyron. Per la cronaca, il record McLaren è tuttora imbattuto nella categoria delle vetture dotate di motore aspirato. Il video è la testimonianza dell'evento, del tutto genuino e molto veritiero nella descrizione da parte di Andy delle difficoltà dovute all'instabilità della leggera auto, 1.139 kg, a quelle velocità. Enjoy.

27 gennaio 2017

La nuova McLaren che sostituisce la 650S





Grazie a lamborghiniks, alias Kris Singh, utente di Instagram in quel di Palm Beach, California, ecco la prima foto senza camuffature della nuova McLaren 720S, dove il numero sta per la potenza estratta dall'ormai solito V8 biturbo ad albero piatto da 3.8 litri, ergo la sostituta della 650S. La vedremo anche da altre angolazioni al salone di Ginevra, in marzo. Per il momento, enjoy.

Big troubles per l'auto Usa





Le decisioni di The Donald riguardo l'economia potrebbero avere pesanti ripercussioni sul mondo dell'automobile. L'uscita dall'accordo Trans-Pacifico, la prossima rinegoziazione del NAFTA, l'accordo con Canada e Messico per il libero scambio, e il muro che intende costruire proprio verso quest'ultimo possono infatti tradursi in una vera débacle per l'industria dell'auto yankee, che ha delocalizzato le produzioni proprio in base alla facilità di transito. Dato per scontato che il Messico non pagherà il muro, sorta di imposizione nazista che non può essere accettata da alcun Paese civile, la prevista tassa del 20% sulle merci provenienti da oltre frontiera penalizzerà sì il governo messicano, ma anche le auto di là provenienti. E per reimpiantare le fabbriche in Usa occorrono soldi, molti. Molti di più di quelli derivanti dalla riduzione delle tasse sulle imprese a un'aliquota tra il 15 e il 20% prospettata dal tycoon. Di qui la cautela mostrata dai ceo delle tre interessate dopo il colloquio con il presidente. E anche il successo di borsa che ha visto lo sfondamento storico di quota 20.000 dell'indice Dow Jones sarà tutto da confermare se i dazi cominceranno a metterli anche gli altri Paesi. L'Europa per prima che, al di là dell'abituale attitudine al ruolo di scendiletto che gli inglesi manifestano nei confronti degli Usa, attuata per avere l'autorizzazione a comportarsi da paradiso fiscale senza entrare in alcuna black list, con gli albionici lontani (o almeno si spera) dalla possibilità di influenzare le regole dell'Unione, potrebbe reagire parimenti a dazi imposti sui propri prodotti. Non avrei mai creduto di condividere le idee del presidente cinese Xi Jinping ma devo dire che approvo il suo discorso a Davos e che non si possa tornare oggi alle rozze politiche economiche di cinquant'anni fa. Nemmeno per tener fede a promesse elettorali.

Mild hybrid la prossima GTI





VW ha rivelato alcune info tecniche riguardo la prossima Golf GTI, ottava edizione della never ending series che tuttora riscuote grande successo. L'auto, attesa per il 2020, dovrebbe adottare ancora il 4 cilindri turbo a benzina da 265 CV, nell'edizione dunque che equipaggia attualmente la Clubsport, ma con il sistema di sovralimentazione completamente rivisto. L'espansione del gruppo verso elettriche e ibride fa sì infatti che si diffonda l'adozione di un circuito elettrico da 48 V, che consente quindi l'uso di starter/generatori integrati nel cambio. Un po' la stessa soluzione adottata da Mercedes per i nuovi motori a benzina, dove la funzione di boost è svolta (anche) dal motore elettrico. Da notare che basta aggiungere una (piccola) batteria e l'auto si trasforma in ibrida plug-in. Il turbo, poi, potrebbe essere assistito da un motore elettrico per garantire sovrappressione anche a regimi molto bassi ed estendere il plateau di coppia massima nell'arco di regimi di uso comune. Si parla addirittura di una sostituzione tout court del turbo con un compressore elettrico, ma personalmente ho dei dubbi sull'effettivo guadagno della soluzione in termini termodinamici: tutta l'energia dei gas di scarico andrebbe dispersa a fronte del consumo addizionale di energia da parte del compressore elettrico. La stessa situazione dei volumetrici, insomma, che non sono mai stati campioni di efficienza. Ma VW ci ha abituato a soluzioni tecnicamente audaci, vedi il V5, quindi non do' nulla per scontato.

24 gennaio 2017

Spesa con l'auto?





In Europa è presente soltanto in UK, ma Walmart è la più grande società di supermercati al mondo con punti vendita in Sud America, Africa, Asia e, ovviamente, una presenza capillare negli States. Vendono di tutto e tra poco anche le auto. Un accordo con la società di franchise AutoNation, infatti, dal prossimo aprile permetterà alla catena di sviluppare inizialmente in Florida il programma CarSaver, che coinvolge gli store AutoNation entro le 15 miglia di distanza dal punto Walmart interessato. Ma perché andare al super e non rivolgersi direttamente alla concessionaria? Semplice, perché Walmart ti garantisce uno sconto di 3.000 $ sulla vettura prescelta se l'appuntamento con la concessionaria avviene tramite un contatto acquisito mediante la struttura esistente nel supermercato. Dalle nostre parti è difficile capire la logica di questo tipo di marketing Usa, ma il fatto è che per loro è importante far affluire la gente negli autosaloni; la parlantina e le doti di convincimento dei vendiori fanno poi il resto, statistiche alla mano. Un retaggio degli anni '60? Piuttosto una realtà dell'America più prodonda che non è mai cambiata, tutto sommato proprio quella cui fa riferimento The Donald.

Una Mitsu media a Ginevra





Dopo l'ingresso nel gruppo Renault-Nssan, Mitsubishi ha ritrovato la vitalità e anticipa con questo teaser una vettura che si colloca dimensionalmente tra la ASX e la Outlander, Suv ovviamente. La foto permette di evidenziare quella che si può ritenere una maggiore attenzione al design rispetto al passato, con riferimenti alla concept XR-PHEV del 2013 e, vista la lunghezza attorno ai 4 metri e mezzo, l'appartenenza alla stessa categoria della Nissan Qashqai risulta evidente. Sinergia di gruppo, quindi? Could be, ma nel prodotto Mitsu forse potrebbe esserci maggiore attenzione alle versioni 4WD, offerte comunque in opzione rispetto a una base a trazione anteriore. Motori turbo a benzina e Diesel, mentre con i cambi la Casa si sbizzarrisce: disponibili infatti soluzioni manuali, automatiche (a 8 marce) e CVT. La vedremo a Ginevra.

Bye Bye Bernie





Quasi quarant'anni. Tanto è durato l'impero di Bernie Ecclestone, indiscusso protagonista economico della F1. E' stato infatti ufficializzato ieri il passaggio della quota di controllo della società che gestisce la F1 al gigante Usa Liberty Media, che fin dallo scorso settembre aveva manifestato l'intenzione all'acquisto. Al posto del vecchio Bernie, l'ex capo di 21st Century Fox, (una volta era 20th, remember?) Chase Carey; braccio operativo del motorsport sarà invece Ross Brawn. L'operazione ha comportato un esborso di 8 miliardi di dollari, la pensione di un Ecclestone ormai ottantasettenne. Ora Brawn si occuperà delle questioni tecniche e regolamentari, mentre Carey sarà occupato dai lucrosi risvolti economici relativi ai diversi contratti, pubblicitari e non che ruotano attorno al circus miliardario. Indubbio che il britannico, nella tradizione dell'antico spirito che diede i natali ai corsari ai pirati in quel Paese, abbia realizzato nel tempo una fortissima crescita dei profitti, facendo affari d'oro con i diversi attori dell'area interessata. Forse lo sport non ha però avuto la prevalenza, vista la noia delle gare odierne, ingessate in regolamenti poco entusiasmanti dal punto di vista della spettacolarità. Le cose cambieranno con Liberty? Mah, certamente la società vorrà rientrare quanto prima dell'investimento, quindi non è da attendersi a breve una prevalenza diversa da quella finanziaria.

23 gennaio 2017

Mercedes-Maybach alla rincorsa dei Suv ultralusso





Parlavo giusto di Suv e della loro diffusione in ambito basso di gamma. Beh, devo ammettere che però evidentemente il volume fa il suo bell'effetto anche sull'altro lato della gamma, basti vedere la Bentley Bentayga, o la Aston Martin DBX e la Rolls Royce Cullinan, entrambe in traiettoria di uscita. Oppure la nuova Maybach GLS. Indifferenti allo stile ma attenti principalmente al lato dimensionale, si prospettano stuoli di acquirenti anche per le Suv ultralusso e Mercedes non vuole certo lasciarsi scappare il business. Così, proseguendo nella riqualificazione del brand come altissimo di gamma delle vetture MB, nel 2019 è attesa la variante Maybach della GLS. Differenze esterne su particolari come griglia, gruppi ottici, cromature e ruote e interno impostato ai massimi comfort e lusso con il condimento di un infotainment e una connettività al top sono da attendersi, ma nessuna variazione nei parametri dimensionali della vettura. La fallimentare esperienza passata del marchio singolo insegna: lusso sì, ma linee di produzione invariate. Sotto il cofano il V8 di 4 litri oppure il 6 litri V 12 AMG, entrambi biturbo, con cambio automatico 9G-Tronic adattato anche alla mega-coppia del dodici cilindri.

La rivincita delle station









Nella mass production le Suv stanno sostituendo quasi completamente le station wagon; questione di mode e modi. Ma in altri segmenti, per esempio quello delle auto all terrain o delle famigliari di lusso, questa sostituzione non avviene e non avverrà. Questione di stile, stavolta: è difficile che la matita di un designer faccia miracoli quando l'oggetto è alto e sgraziato, mentre la linea affusolata di una wagon dà maggiore ampiezza di vedute. Così Porsche sta realizzando la versione con portellone della Panamera, basandosi sulla concept 2012 Sport Turismo. Una shooting brake, una station di maniera concepita attorno alle notevoli doti sportive della berlina, ma dotata indubbiamente di maggiori volume del bagagliaio e praticità. La vedremo al prossimo salone di Ginevra in marzo e adotterà le stesse meccaniche della sorella berlina, della quale manterrà pure l'abitabilità anteriore e posteriore visto il passo invariato. Versione ibrida a venire; potrebbe anche essercene una elettrica.

20 gennaio 2017

Rendere facile l'elettrico





L'auto elettrica è decisamente diversa da quella tradizionale, lo sappiamo tutti. Come assai diverso è il modo di rifornirla ma, soprattutto, attualmente assai meno immediato. Oltre alla richiesta di infrastruttura destinata al sistema accumulatori, quindi, occorre ripensare anche la logistica distributiva delle colonnine. Non sarà più funzionale infatti, il concetto di isola del distributore, perché dato il tempo necessario alla ricarica gli apparati andranno collocati nelle vicinanze dei punti di fermata dei veicoli, centri commerciali, aree business, uffici pubblici, sedi di lavoro. E proprio a questo riguardo qualcosa comincia a muoversi, culturalmente. Da inizio anno Siemens ha messo disposizione dei suoi dipendenti nelle 100 sedi tedesche sistemi di ricarica per le auto personali, che si basano sulla piattaforma intelligente E-Car Operation Center, sviluppata dalla divisione italiana dell'azienda. Il sistema riconosce l'auto tramite il badge aziendale e attiva la ricarica con energia proveniente da fonti rinnovabili, che sarà gratuita anche per i membri della famiglia; esclusi collaboratori e visitatori. Il progetto prevede l'estensione alle sedi estere, ma soprattutto è l'emblema di una new age funzionale che dovrebbe essere adottata anche da altri attori, eventualmente prevedendo pure un costo per la ricarica. Solo facendo sistema l'auto elettrica, in attesa di batteri o ricariche flash, può decollare.

Che sballo la Demon!





OK gli States, OK le muscle car, ma ogni tanto un po' di aria nuova non guasterebbe. Mi spiego. Sembra che dal punto di vista delle auto prestazionali un po' western, le muscle car, appunto, agli americani manchi del tutto la fantasia, ma tendano piuttosto a collocarsi in una sorta di coazione a ripetere collettiva. Donde nasce questa considerazione? Dal teaser della Challenger SRT Demon appena diffuso, la nuova (??) bestia di Dodge. La notizia è che pesa circa 91 kg meno della precedente (WOW) e che quindi, essendo dotata dello stesso motore da 717 CV della Hellcat sarà più scattante. E giù commenti entusiastici su questa deprimente (dal punto di vista stilistico) cattiva a stelle e strisce; forse potrebbe addirittura avere qualche cavallo in più. Che noia! Tanto più che pur con tutti quei cavalli, il V8 a compressore è tutt'altro che rapido nel prendere i giri (fatte le debite proporzioni con un AMG, per esempio) senza contare che sul fatto che la vettura sia capace effettivamente di metterla giù, la coppia di 882 Nm, ci sarebbe da discutere. Insomma, mi sembra che il mondo delle muscle car si stia avvitando in una spirale di autocompiacimento davvero misera, che nasconde la pochezza techno delle soluzioni adottate, specie da FCA. Se ci pensate, è un po' tutto in stile Trump, che vorrebbe tornare agli anni '60, auto comprese.

19 gennaio 2017

La prima Suv di Lotus





Lotus intende realizzare una Suv per completare la gamma dei suoi modelli, che comprenderà entro il 2022 anche le nuove Elise, Exige ed Evora. Base del progetto il Suv Proton (nella foto) in fase avanzata di collaudo presso la Casa madre malese; nel caso del marchio sportivo inglese, però, saranno riviste le unità motrici, adottando quelle a 4 cilindri di 1.6 e 1.8 litri oltre al V6 turbo, la cui cilindrata dovrebbe però scendere da 3.5 a 3 litri. Ciò va nella direzione di realizzare un prodotto sì crossover, ma con la tradizionale impronta sportiva del marchio; il riferimento è quindi la Porsche Macan e la scocca potrebbe adottare la costruzione leggera in alluminio. Nulla è però ancora certo, poiché Lotus per l'implementazione produttiva intende appoggiarsi al partner cinese Goldstar Heavy Industrial e una serie di compromessi andranno logicamente adottati. L'introduzione di una Suv nella gamma rappresenta per Lotus un notevole aumento di scala produttiva, poiché potrebbe portare la capacità degli stabilimenti a circa 12.000 vetture complessive, praticamente il triplo rispetto ai valori attuali.

Singha orchid



















Ha il nome di un'orchidea e forse intende mostrare lo stesso carattere: delicata e gentile all'apparenza, forte e implacabile come solo un rampicante parassita sa essere. La Dendrobium viene da Singapore e va ad aggiungersi alla (ormai) fitta schiera delle ipercar di nuova generazione, quelle elettriche, cioè. Il costruttore si chiana Vanda Electrics e ha sede nella città stato in quell'angolino meridionale di Malesia; sinora ha prodotto scooter e van per il trasporto urbano, quanto mai preziosi nel caotico traffico locale e tutti elettrici. Poi la ceo Larissa Tan ha contattato la Williams Advanced Engineering, che fa capo ovviamente al team di F1, per acquisire il know how necessario a mettere giù il progetto di una sportiva di questo genere. E l'auto ha preso forma. Non si sa ancora nulla però, tranne che il nome da orchidea deriva dalla forma che la vettura acquisisce a porte e tetto aperti. Un mix di aerodinamica e sofisticato stile orientale, quindi, che potrebbe avere il suo perché in questo segmento ormai affollato. Per ora solo disponibili solo teaser e filmato; la vedremo in marzo al salone di Ginevra.

18 gennaio 2017

Energia dal rabarbaro






Il futuro degli accumulatori diventa sempre più biologico: dopo i modelli che impiegano batteri per produrre il flusso di elettroni, ora è la volta di quelli che sfruttano elettroliti organici. Da Harvard arriva una ricerca che ha sviluppato una molecola estratta dal rabarbaro, il chinone, in grado di sostituire i consueti elettroliti a base di vanadio a un costo inferiore. Gli accumulatori realizzati con questa tecnica sono differenti da quelli consueti, poiché accumulano la carica in una soluzione liquida che può essere stivata in un serbatoio. Ciò rende facile l'aumento della capacità: basta infatti aumentare parimenti la quantità di liquido e si intravede perciò una sorta di modularità che sarebbe assai pratica in applicazione di storage fisso. Forse più difficile immaginarne l'impiego in campo automobilistico, ma non è detto. L'industrializzazione di questa soluzione non è comunque attesa in tempi lunghi: un'azienda italiana, la Green Energy Storage ha acquisito i diritti di fabbricazione e conta entro l'anno in corso di iniziare la produzione industriale.

Sarà mica il 17 che porta sfortuna?





Fa parte del ciclo naturale che gli animali più deboli o malati siano più facilmente catturati dai predatori. Con una sorta di traslazione concettuale (forse un po' ardita), potremmo dire che lo stesso principio trovi riscontro in economia, dove sulle aziende messe male si concentrano le attenzioni di speculatori e filibustieri. E con un ulteriore piccolo balzo si arriva al campo legale, dover sembrano valere le stesse regole. Dove vado a parare? Sappiamo tutti dell'inchiesta EPA, in divenire su FCA; abbiamo archiviato anche i recenti latrati tedeschi. Ma ora altre nubi si addensano sull'azienda, stavolta in arrivo dal Canada. Riguardano stavolta i soli modelli Ram equipaggiati con i motori Diesel Cummins (un must tra gli appassionati Oltreoceano), che non rispetterebbero le emissioni limite nei veicoli prodotti tra il 2007 e il 2012. Due studi legali hanno intrapreso un'azione nei confronti di FCA Canada per ottenere un risarcimento, individuato in 250.000 $ per il primo attore e non ancora espresso per il secondo; complessivamente bazzecole rispetto alla possibile multa americana, ma comunque soldi. Il fatto è che però un altro studio legale, questa volta del Michigan, sta predisponendo una causa per lo stesso motivo e il conto complessivo potrebbe salire di molto. Unico elemento di minore drammaticità, il coinvolgimento nelle cause della Cummins, che dividerebbe le responsabilità. In ogni caso il 2017 non inizia certo con i migliori auspici, per FCA.

17 gennaio 2017

Magari alla GM la tirano fuori dal magazzino...











Tra le innumerevoli dichiarazioni d'intenti di the Donald, spicca quella relativa all'impiego del carbone, che il tycoon vorrebbe draconianamente reintrodotto nell'uso energetico abituale. Beh, probabilmente apprezzerebbe questa Oldsmobile anni '80, una Ninety Eight per la precisione, convertita dalla GM alla propulsione a turbina con alimentazione a polverino di carbone. Un progetto che rimase allo stadio sperimentale, ma che si rifaceva idealmente al primo motore di Rudolph Diesel, alimentato, appunto, a polvere di carbone, nella cui spiegazione tecnica si faceva risaltare la grande convenienza d'uso del combustibile solido in quanto il 95% dell'energia contenuta nel materiale grezzo era resa disponibile nella combustione, contro il 55% di benzina e gasolio. Argomentazioni interessanti solo nella più totale assenza di scrupoli verso le emissioni di composti di carbonio, che però il nuovo responsabile per l'ambiente Usa Myron Ebell potrebbe condividere, appartenendo alla schiera dei negazionisti.

Mazda si conferma avanti





Mazda è nota per il suo virtuosismo tecnico, Wankel docet. Ma anche in campo più tradizionale i suoi prodotti sono sempre stati molto avanti sulla strada del progresso techno, forse anche perché le piccole dimensioni dell'azienda, che dopo il legame con Ford gioca tuttora da sola in un settore popolato da giganti, le consentono un rapido passaggio dalla sperimentazione alla produzione. Ed è proprio questo il caso del nuovo motore SkyActiv che dovrebbe debuttare nel 2018 sulla Mazda 3. Si tratta di un'unità di cui ho parlato già nel 2014 che adotta il sistema HCCI, quel tipo di combustione omogenea sul cui concetto lavorano pure Mercedes, Ford e GM, ma che per ora solo Mazda intende portare sulle strade. Si tratta di un cambiamento epocale nella tecnologia motoristica, perché con questa soluzione nella marcia a velocità costante si può ottenere un notevole aumento della resa chilometrica, che nel caso del motore SkyActiv arriva a toccare i 30 km/litro. Il motore produce inoltre una bassissima quantità di NOx grazie alla ridotta temperatura di combustione e può evitare quindi il montaggio dei catalizzatori riducenti, molto costosi e ingombranti (cfr Mercedes), oltre ad offrire un'levata potenza specifica e una forte coppia su tutto l'arco di regimi. Il meglio dei benzina e dei Diesel in un solo propulsore, insomma. E' anche per questo, dunque, che Mazda ha deciso di procrastinare al 2019 la sua prima auto elettrica e al 2021 la prima ibrida plug-in; questa tecnologia potrebbe rappresentare infatti una nuova chiave di lettura per il futuro dei motori a combustione.

16 gennaio 2017

Una storia spessa





Quello che si sta rivelando sempre più un FCAgate è una faccenda seria, perché potrebbe portare a gravi conseguenze per la Casa ex-italiana, con gli abituali ribaltamenti negativi sulla già malmessa industria dell'automotive locale. E' un ormai classico infatti fare profitti all'estero ma penalizzare gli stabilimenti nostrani ogni volta che si registra un deficit. E qui in ballo c'è molto più di una multa, visto che l'importo della sanzione potrebbe arrivare a 4,6 miliardi di dollari che, sommati ai 6,5 miliardi di debiti, rappresenterebbero una voragine finanziaria incolmabile per il brand, che non ha certo la cassa di VW. Le conseguenze legali per i singoli potrebbero poi essere devastanti, visto che, a titolo di paragone, il manager di VW Usa arrestato rischia addirittura l'ergastolo. L'apertura di una procedura ufficiale da parte del dipartimento di giustizia, quindi, non è da prendere alla leggera perché non è detto che il nuovo responsabile nominato dall'amministrazione Trump possa o sia disposto ad insabbiarla. Il fatto è che sui veicoli incriminati l'EPA ha trovato ben 8 dispositivi atti a ridurre le emissioni (in particolari condizioni di esercizio) non dichiarati nelle specifiche; il sospetto che questi siano stati introdotti per aggirare le norme sulle emissioni è quindi legittimo per i tecnici yankee. Ma c'è un pensiero che mi gira in testa sin dall'inizio del Dieselgate. Tutto nasce dalla tecnologia Bosch. E' vero, non si può incolpare di omicidio la pistola al posto di chi ha sparato, ma è indubbio che la Bosch una responsabilità deve pur averla. E. seguendo la normale trafila del marketing industriale, è chi sviluppa il prodotto che si occupa di diffonderlo, non il contrario. Glielo diciamo a Dobrindt?

Avanti, c'è posto!





La galassia dei preparatori è quanto mai ampia, tanto più negli States, dove a dispetto dei limiti di velocità draconiani la voglia di esagerare non demorde. Galpin è un'officina californiana cresciuta parecchio, fino a diventare concessionaria multimarca e vero e proprio tuner, brillante abbastanza da interessare anche qualche marchio intermedio verso i tre big. E' il caso di VLF, la joint venture tra Henrik Fisker, Gilbert Villareal e Bob Lutz che ha deciso di costruire la Rocket, elaborazione su base Ford Mustang realizzata nel 2014 dalla Galpin e ribattezzata VLF Rocket V8. Nel mercato anabolizzato e decisamente inflazionato delle muscle car una Mustang da 735 CV non fa molta storia, tanto più se i ponies sono ottenuti applicando un volumetrico al 5 litri V8 di serie. Sì, ok, gli interni sono stati ridisegnati con finiture di pregio, ma perché spendere 120.000 $ per una Mustang nera quando con circa 85.000 si può avere una Shelby Super Snake da 750 CV con la garanzia ufficiale della Casa? Misteri dei portafogli anabolizzati.

13 gennaio 2017

Entry level per la Q5





Nella gamma della nuova Q5 ora c'è anche una versione d'ingresso, dotata di un turbodiesel 2 litri da 150 CV. La vettura ha in cambio manuale a 6 marce d è disponibile con la sola trazione anteriore: I consumi sono più bassi delle precedenti edizioni e in media questa nuova Q5 da 150 CV riesce a percorrere 22,2 km con litro di gasolio su percorsi misti. Al lato opposto della gamma, Audi propone per Q5 in pacchetto S line black, caratterizzato dalla carrozzeria grigio Quantum con verniciatura in contrasto in Manhattan inserto al paraurti in alluminio, mancorrenti al tetto e gusci degli specchietti neri. Proiettori e gruppi ottici posteriori sono a Led, mentre l'interno rivestimenti in Nappa e inserti in carbonio, con i vetri anteriori acustici e i quelli posteriori oscurati, come il lunotto. Il costo del pacchetto è di 9.730 euro, quello della entry level 43.150 €.

12 gennaio 2017

Se Trump loda, l'EPA stronca






La costellazione del potere negli Stati Uniti è assai complessa. Così se da un lato troviamo il presidente eletto Trump che loda FCA per la dichiarazione d'intenti riguardo gli stabilimenti sul territorio nazionale, dall'altro l'EPA, agenzia federale per l'ambiente, contesta a Jeep e Ram, marchi del gruppo, la possibile presenza di un software che "nasconda" le vere emissioni sui modelli Diesel. L'accusa riguarda la produzione 2014-2016 dei Ram 1500 e delle Jeep Grand Cherokee con il turbodiesel 3 litri e interessa circa 104.000 veicoli. In sostanza è la stessa storia del Dieselgate di VW e non coinvolge mezzii dell'anno in corso soltanto perché la procedura di omologazione è stata sospesa in attesa degli esiti finali delle indagini. All'EPA si è aggiunto anche il CARB, l'ente californiano con le stesse finalità, ed entrambi hanno chiesto formalmente a FCA di dimostrare che tra i meandri del software della centralina non esistano file capaci di nascondere il reale impatto sull'ambiente dei veicoli. Come già nel caso di VW, non si tratta di un'accusa da niente: la penale per ogni veicolo può infatti raggiungere 44.539 $ per veicolo e visti gli oltre 100mila interessati... Fate voi i conti. FCA ha replicato di ritenere i suoi veicoli a norma, ma se ben ricordate anche VW lo disse, all'inizio. Stay tuned per le evoluzioni.

Mai più senza




















Grande Paese la Cina, anche automobilisticamente parlando. Da un lato le elettriche di tendenza e un desiderio diffuso per i migliori prodotti del settore, dall'altro assurdità motoristiche e veri e propri anacronismi che convivono tutte assieme. Come questo triciclo, le cui foto vengono da CarNewsChina, che si chiama Suding ed è prodotto dalla Xuzhou Suding, azienda del settore della meccanica pesante della località omonima. Si tratta di un pickup a tre ruote, appartenente alla categoria protetta (in Cina) dei veicoli elettrici a bassa velocità. Ha quattro porte, quattro posti e una portata utile di 400 kg, mentre la forma squadrata e le barre sul tetto aiutano a caricarlo all'inverosimile, nella più tipica tradizione del Celeste Impero. Con il musta estetico dei fari stile rally sul tetto, la meraviglia tecnologica cinese è in vendita sia con il posto guida a manubrio sia con quello dotato di volante entrambi realizzati secondo l'avanzato criterio ergonomico locale, che prevede i pedali a destra ma l'organo si sterzo al centro, il che obbliga il conducente a sedere con le gambe verso destra oppure il busto inclinato a sinistra. Mi domando come sia possibile omologare una simile assurdità, ma pare il veicolo abbia grande richiesta, forse per le eccellenti prestazioni: grazie al motore da 1 CV alimentato da batterie al piombo, raggiunge infatti i 35 km/h con un'autonomia di 50. Ma se volete di più c'è in opzione un motore da ben 1,6 CV che raggiunge i 45 km/h. Beh, se non altro il prezzo è davvero basso e oscilla tra 500 e 1.000 euro; ma c'è da mettere in conto la spiccata tendenza al ribaltamento in curva, specie con un carico come si deve sopra il tetto. Non vedete l'ora di comprarlo eh? Ma purtroppo si vende solo in Cina. Per fortuna.

Electric dreams





Il marchio AMG è conosciuto e apprezzato per le auto ad alte prestazioni e per la sofisticata tecnologia motoristica. In particolare, proprio quest'ultima pone il brand del gruppo Daimler-Benz in posizione di primato per raffinatezza e doti stradali. Dato che quest'anno cade il cinquantenario della divisione sportiva, ci si aspetterebbe magari una edizione speciale del V8 con una vagonata di cavalli in più; una chicca da incorniciare, insomma. E invece no. Proprio a cavallo del giro di boa del mezzo secolo AMG annuncia per bocca del suo capo dello sviluppo Ola Källenius che nel proprio futuro ci sarà molta corrente; elettrica intendo. A partire dalla Project One (nome ufficiale, prima si chiamava R50) da oltre 1.000 cavalli che impiega il sistema ibrido della vettura di F1, ma anche con versioni elettriche delle auto in listino come la SLS AMG Electric Drive del 2014 e sempre più con vetture sviluppate ex novo per il sistema di trazione a batterie prese dalla nuova serie EQ di Mercedes, quella che dominerà il futuro del marchio. Ma Källenius assicura che il must aziendale delle prestazioni e del piacere di guida non verrà meno, anzi, viste le potenze e le coppie disponibili sarà ancora maggiore. Insomma non succederà come alla Brabus, che da tuner di motori si è trasformata in allestitore di versioni extra lusso. Ci credo, ma fatevi un giro con la SLS Black Series sulla Nordschleife e ditemi se con un'elettrica sarà la stessa cosa.

11 gennaio 2017

Una Suv piccolina nel futuro di Lexus










All'ultimo salone di Parigi abbiamo visto la concept Lexus UX. Ora il marchio ha comunicato che dal prototipo originerà una piccola Suv che sostituirà la CT, in ottemperanza ai piani di sviluppo ampiamente condivisi tra i diversi produttori che vedono le monovolume e le crossover prendere il posto di berline e station wagon nei gusti della clientela. Il nome UX è stato depositato e darà origine a una intera famiglia di modelli con diverse motorizzazioni; la vettura di produzione non avrà comunque lo stesso look estremo della concept. Sotto il cofano motori millesei e 2 litri, oltre alla immancabile versione ibrida che non può mancare viste le tradizioni del marchio

La GT alza il gomito





Ce l'avete presente la Ford GT? Quella nuova, intendo, che ha debuttato due anni fa a Detroit;  la riedizione della GT 2004 e ancor prima della mitica GT 40. Bene. Inizialmente era prevista con un V8 e un V6 turbo, poi la Casa dell'ovale ha deciso di puntare tutto sul motore meno frazionato, inizialmente previsto soltanto per le competizioni. Un 3.5 biturbo consuma meno di un 8 cilindri, si disse, tanto che lo hanno battezzato EcoBoost come i suoi fratelli più piccoli. Ma forse le cose non stanno proprio così. In Usa i test di consumo sono incredibilmente severi, a dispetto della generale propensione a considerare bargain il costo del carburante, e secondo l'EPA, l'ente federale preposto a tali controlli, la GT è decisamente una forte bevitrice, un'auto che consuma molto, troppo per passarla liscia. Così si è beccata una gas guzzler tax di 2.600$ a seguito dei dati ufficiali omologati: 4,68 km/litro in città, 7,66 in autostrada (dove il motore della GT probabilmente sonnecchia al minimo, visti i 600 CV e i limiti yankee) e 5,95 nel ciclo combinato. Una bella botta, anche perché si sa che i dati ufficiali sono sempre decisamente più ottimistici di quelli reali ed è altamente improbabile che l'acquirente di una GT voglia andare a passeggio vita natural durante. Ma la beffa è che la Viper, considerata una delle più assetate auto al mondo e pensionata da quest'anno (anche) per questo, consuma meno: 5,10 km/litro in città, 8,08 in highway e 5,95 nel ciclo misto. Non per fare dello sciovinismo, ma l'ultima AMG E 63 da 612 CV in media è poco sotto i 10...

09 gennaio 2017

Un piccolo Diesel per GMC













Se da questa parte dell'Atlantico pensiamo al marchio GMC ci vengono in mente soltanto veicoli enormi come i Sierra e i Tahoe. Ma le cose cambiano anche da quelle parti e a Detroit il marchio ha lanciato il Terrain Denali, Suv di medio calibro che sfoggia una primizia assoluta per il mercato Usa di questo genere, un motore Diesel di 1.6 litri. E' di fatto il clone della Chevrolet Equinox e ne condivide le parti meccaniche, quindi un millecinque turbo a benzina da 170 CV, un due litri pure turbo da 260 e il turbodiesel da 140. Evidentemente i marchi genuini non si sentono toccati dal Dieselgate di VW e possono spingere sulle motorizzazioni oggettivamente più adatte a questo genere di veicolo. Dentro si nota un certo rinnovamento stilistico rispetto ai consueti canoni yankee, con grande attenzione alla connettività, che include un wifi interno di serie. Disponibile sia a trazione anteriore, sia integrale, potrebbe avare le carte giuste per l'ingresso in Europa del marchio. Ma a pensarci bene anche no.

La Kia sportback da Detroit

















A dicembre avevo parlato della Stinger, che poteva anche chiamarsi GT. Eccola in passerella a Detroit, trazione posteriore che porta a 2 il numero totale di vetture di questo tipo del brand (c'è anche la K900). E' una berlina/coupé a 4 porte che fa delle doti stradali un atout grazie alla presenza del torque vectoring e di un differenziale autobloccante, dotata al lancio di due motori: un due litri turbo da 260 CV e 353 Nm e un V6 biturbo di 3.3 litri da 370 CV e 510 Nm. Cambio automatico a 8 marce con paddle al volante e ruote da 18 pollici per la duemila e da 19 per la 3.3, freni Brembo; da 0 a 100 in poco più di 5 secondi per la più potente. Il riferimento stilistico ad Audi A5 Sportback, BMW Gran Coupé e MB CLS è evidente, ma c'è più spazio per i bagagli. Considerata la grande diffusione del marchio in Usa, c'è da attendersi un certo successo della vettura, visto inoltre il prezzo che dovrebbe collocarsi a cavallo dei 40.000 $. In Europa le cose andranno diversamente e la politica del prezzo dovrà essere assai più competitiva per vincere il confronto con i blasoni.

05 gennaio 2017

Il futuro della Faraday













Che i cinesi credano davvero nella propulsione elettrica è ormai assodato, quantomeno per l'alto di gamma. Così al CES 2017 di Las Vegas ha debuttato la Faraday Future FF 91, prima crossover Suv del marchio cinese basato in Nevada, tra i cui proprietari figura quel Jua Yueting che tramite la sua LeEco ha presentato al salone di Pechino 2016 la LeSee. E la piattaforma su cui la vettura è basata è proprio la stessa della concept cinese: una struttura flessibile destinata ad accogliere diverse formule di carrozzeria e motorizzata con la stessa potenza complessiva di 1.065 CV. Sterzatura e trazione integrali, torque vectoring, ruote da 22 pollici e batteria da 130 kWh completano il quadro tecnico, con un sistema di ricarica impostato alla massima flessibilità che consente di "riempire" la batteria tanto con la rete Usa a 110 V quanto con quella europea a 220 o 240 V (5 ore per raggiungere il 50% della capacità in questo caso) per giungere alla soluzione ultrarapida da 200 kW in corrente continua (per la cronaca, la potenza impiegata in Italia da più di 66 appartamenti). Tanta potenza per prestazioni da ipercar, quantomeno in accelerazione: la Casa dichiara infatti uno 0-60 Mph (96 km/h) in appena 2,39 secondi, ma glissa sulla V max. L'autonomia è di oltre 600 km ed è prevista la guida automatica; dentro un tripudio di connessioni e comfort con un imponente abitacolo dalla cubatura di 2.473 litri. Dietro tanto sensazionalismo e la dichiarata volontà di porsi in conflitto con Tesla, aleggiano però rumors di scarsa solidità finanziaria, pare infatti che Faraday sia in arretrato con i pagamenti per l'area produttiva. Sarà mica per questo che sul sito per la prenotazione della FF 91 si chiede un acconto di 5.000 $ (non a fondo perduto) ma non si precisa il prezzo della vettura? In ogni caso le prime consegne sono previste per il 2018.

Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...