30 ottobre 2015

Kikai, il non-futuro di Toyota







Nel (parziale) resoconto da Tokyo di Toyota (gruppo) ho tralasciato, vista la copertura completa del prodotto automobile da loro mostrata, un'altra vettura interessante: la Kikai. E' una concept e allo stesso tempo non lo è per nulla: non ingloba nessuna nuova tecnologia, difficilmente potrebbe fare trend, non c'entra nulla con lo stile conservativo del marchio. Di fatto è una buggy con tutto di fuori, che strizza l'occhio alle auto-costruite americane con quelle gommine strette su cerchi che ricordano i Kenworth. Da notare la fascia bianca degli pneumatici all'interno. Andrà mai in produzione? Naa!

Gli Usa rivedono i crediti di VW



Il dissesto economico aperto alla Volkswagen dallo scandalo delle centraline truccate è ben lontano dalle battute finali e il passivo registrato nell'ultimo trimestre, pari a 3,48 miliardi di euro di perdite operative e a 1,67 miliardi netti è fatalmente destinato ad aumentare nel prossimo futuro. Negli States, infatti, la situazione si complica: il senatore del Massachusetts Edward Markey ha spedito mercoledì una lettera alla NHTSA, l'ente che sovrintende alla sicurezza e alla "pulizia" delle auto, chiedendo la rivalutazione di milioni di crediti attribuiti alla Casa di Wolfsburg. Negli Usa c'è infatti una forma di remunerazione per le auto che consumano meno del massimo stabilito dalle norme CAFE. Il meccanismo attribuisce un credito per ogni decimo di mpg (miglia al gallone) al di sotto del massimo consumo ammesso per la categoria e lo moltiplica per il numero di veicoli della flotta in esame. Non si guadagna nulla, ma i crediti diventano fondamentali quando "non" si rispettano le norme; per esempio, tanto per restare in gamma VW, con la Audi R8. In tal caso i più compensano i meno, ma se si arriva a zero oppure se si sono venduti i crediti ad un'altra azienda (pratica consentita) occorre pagare multe salate. La revisione della situazione VW potrebbe quindi portare ad altre sanzioni; per esempio Porsche tra il 2008 e il 2012 ha pagato oltre 8 milioni di dollari per questo. Se al computo totale aggiungiamo poi le migliaia di azioni legali dei singoli per truffa e quelle dei diversi Stati per riavere (con interessi e multe) gli sgravi concessi per le basse emissioni la cosa si fa davvero spessa.

L'alternativa a stelle e strisce















Arrivano sul mercato dal prossimo anno le nuove Cadillac ATS-V e CTS-V, concorrenti yankee delle muscle car europee, leggi M e AMG. La prima monta un V6 biturbo di 3.6 litri da 470 CV a 5.850 giri e 603 Nm a 3.500, la seconda il V8 di 6.2 litri sovralimentato a compressore delle Corvette con 648 CV a 6.400 giri e 855 Nm a 3.500. Sono numeri di notevole peso che, pur facendo i conti con la differente erogazione di potenza dei propulsori americani rispetto ai "nervosi" europei, collocano le due vetture vicino al vertice del settore. Tanto più che l'equipaggiamento è di prim'ordine, dalle sospensioni a controllo elettronico ai freni Brembo e alla trasmissione automatica a 8 rapporti con cambiate ultraveloci. Certo, forse la linea non fa l'effetto della concorrenza, ma considerato che i prezzi partono da 73.200 euro (per la ATS-V berlina) per arrivare ai 102.519 (della CTS-V) se si guarda alle prestazioni pure l'effetto concorrenza c'è. C'è da dire anche che chi pensa che le auto prestazionali Usa non tengano la strada si sbaglia di grosso: gli americani hanno il loro bel know how al riguardo e se costruiscono anche i cassoni è perché al loro mercato di riferimento piace così. Ma quando vogliono far bene sono anche capaci di spakkare.

29 ottobre 2015

Tutti insieme appassionatamente




















La "misteriosa" Nissan del teaser di cui parlavo la settimana scorsa è stata svelata: si tratta della IDS Concept, veicolo elettrico semiautonomo che ha la funzione di laboratorio per lo sviluppo, appunto, del sistema di guida automatico che potrebbe equipaggiare le Nissan a venire. Nell'abitacolo, che dato il concetto ispiratore di quest'auto è il vero fulcro della vettura, i sedili ruotano verso l'interno per favorire il dialogo (ci mancavano solo le auto social!) mentre durante la guida autonoma l'intera plancia si trasforma in uno schermo che mostra i messaggi scambiati con gli altri utenti della strada, verso i quali un sistema a matrice di led collocato all'esterno comunica con variazioni di colore il proprio stato d'animo (da non crederci!). Se poi vuoi proprio guidarla, la IDS, allora devi adattarti a una specie di volante in stile sommergibile, ma almeno non devi preoccuparti troppo dell'autonomia, data la gigantesca batteria della capacità di 60 kWh, quanto del costo della batteria stessa, probabilmente nell'ordine di quello dell'intera vettura (auguri con il ricambio!); la ricarica wireless è la ciliegina sulla torta. Vista in un'altra ottica, però, la IDS ha almeno un aspetto positivo: se siete sui social e la cosa vi impegna tanto da non potervi distrarre un attimo (cosa purtroppo non uncommon tra gli automobilisti odierni) il sistema di monitoraggio interno della vettura se ne accorge e passa automaticamente al "pilota automatico", risparmiandovi così le "benedizioni" che quelli come me vi indirizzerebbero.

Un battistrada con i baffi



Un battistrada unico per questa copertura Bridgestone, destinata a celebrare la partecipazione della casa jap a Movember, l'iniziativa di sensibilizzazione sulle tematiche legate ai tumori alla prostata e ai testicoli. Farsi crescere i baffi per condividere il sostegno che Bridegstone offre con l'appoggio ormai triennale alla LILT, la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, è un modo di mostrare la propria sensibilità a un tema che potrebbe salvare molte vite grazie alla prevenzione che la maggior attenzione al problema può generare. Lo pneumatico è stato scolpito a mano al Technical Centre Europe di Bridgestone di Castel Romano e Fabrizio Raschietti, fotografo già autore delle immagini per la campagna Nastro Rosa, ne ha tratto gli scatti.

Yamaha si allarga











Da un paio d'anni si parla dell'ingresso di Yamaha nel mondo delle auto, ma al Tokyo Motor Show la Casa motociclistica ha appena presentato  una vera esplosione di novità assolute, tanto a tre quanto a quattro ruote. Andando in ordine di... ruote, la MWT-9 è la versione a tre ruote, 2 davanti e una dietro, tipo Tricity, della MT-09, la muscolosa e divertente naked che ha fatto grandi numeri su molti mercati mondiali. Una tre ruote davvero sportiva, quindi visti i 115 CV, destinata ad aprire un mercato diverso e forse promettente. Passando alle 4 ruote, sapevamo già che dietro alla Motiv, la "simil-smart" per intenderci, c'era Gordon Murray, progettista che non ha bisogno di presentazioni vista la sua storia in McLaren. Logico dunque attendersi anche qualcos'altro, qualcosa con più pepe e destinato a far divertire. Ed ecco la Yamaha Sports Ride Concept, vettura realizzata con il sistema i-Stream ideato da Murray che consente l'uso della fibra di carbonio in modo seriale. Lo stile della vettura è stato portato avanti dal designer jap Dezi Nagaya, che viene dalla Toyota; sinceramente lo trovo alquanto migliorabile (chiedere alla Mazda?), per quanto sviluppato in soli 5 mesi. Grazie al sistema iStream, la vettura potrebbe essere prodotta in serie a costi contenuti (si fa per dire) e mantenere il peso a meno di 1.000 kg, con un motore Yamaha a 4 cilindri attorno al litro di cilindrata che potrebbe erogare a seconda della versione da 80 a 100 CV. La tipologia di riferimento è quella della Lotus Elise e anche il prezzo seguirebbe. L'ingresso di un nuovo attore nel mondo dell'auto è sempre benvenuto e Yamaha (che, ricordo, costruiva i V8 per Volvo) ha tutte le carte in regola per fare bella figura. Vedremo se la cosa andrà avanti.

Toyota a tutto campo



















A Tokyo Toyota batte strade opposte: da un lato la nuova Lexus LF-FC (le sigle di Toyota, bah), concept che prospetta la nuova epoca stilistica del brand di lusso riguardo le berline, una 4 porte slanciata con un sistema di propulsione elettrico alimentato da una cella a combustibile a idrogeno, soluzione che in Giappone è vista come la prossima per la motorizzazione di massa. La scocca dell'auto prevede una struttura centrale  a T che contiene i serbatoi nei quale immagazzinare l'idrogeno gassoso, il gruppo di controllo dei propulsori all'avantreno e la collocazione posteriore della fuel cell, che (senza ulteriori specifiche nel comunicato) fornisce il moto alle ruote posteriori, immagino con un motore (!). Le ruote anteriori integrano poi altri due motori elettrici, per realizzare una trazione integrale a gestione elettronica che agisce su un'auto molto ben equilibrata quanto a masse. Dall'altro lato della gamma di gruppo, ecco invece la S-FR di cui parlavo qualche settimana fa, piccola sportiva basic destinata a riaccendere la passione nei neofiti. L'impegno globale di una Casa che con il recente semi-default VW non ha più rivali.

28 ottobre 2015

A Tokyo la nuova Mazda Wankel















Stamattina (con buona pace del fuso) Mazda ha finalmente svelato (l'avevo anticipato a settembre) al salone di Tokyo la RX-Vision, splendida concept che rilancia la storica gloria del marchio, il motore Wankel.  Prima di soffermarmi sulle specifiche dell'auto, ovviamente le più "gustose", consentitemi di fare una considerazione sullo stile del brand. Da tempo Mazda produce auto tra le più belle in circolazione e sicuramente un must tra le giapponesi. Questa RX-Vision conferma la mano felice degli stilisti jap, con le linee filanti e slanciate di una coupé che spero abbia davvero un seguito produttivo. OK, tornando al "sugo", il motore di questa concept si chiama SKYACTIVE-R (sì, tutto maiuscolo), è montato anteriormente e trasmette il moto al treno posteriore. Chi ha letto qualcosa a proposito di questa tecnologia sa che i problemi legati al motore rotativo sono tre: l'elevato consumo, che implica anche abbondanti emissioni, la durability e una certa cronica mancanza di coppia. Alla Mazda giurano di averli risolti tutti e che ora il Wankel ha consumi e durata del tutto paragonabili a quelli di un motore a pistoni. Non sono stati comunicati dati tecnici, ma dato che l'auto di riferimento del progetto era la Porsche Cayman, è presumibile la potenza si collochi attorno ai 300 CV, con una cilindrata effettiva di circa 1.3 litri (il Wankel fa però tre scoppi per giro) e un turbo a migliorare il riempimento. La penultima della specie, la RX-7, era spettacolare nelle accelerazioni, ma anche nel consumo, mentre la successiva RX-8, aspirata, piuttosto letargica (ma sempre esente da fuorigiri). Logico quindi il ritorno al turbo, riveduto e corretto, anche se una soluzione ibrida è stata inizialmente considerata. Dita incrociate, dunque!

27 ottobre 2015

M-Zero, indian thought

















L'anno scorso, ancora in piena crisi, mi ero trovato a considerare come le ipercar piovessero a frotte. Non c'è motivo dunque per invertire la tendenza ore che le cose (dicono) vanno meglio: così ecco la Mean Motors, startup indiana che vuole produrre la M-Zero, progetto nato dalla fantasia di Sarthak Paul. L'auto, dal design che definirei non proprio riuscito, particolarmente in quella coda a croce, dovrebbe avrebbe le prestazioni che un possibile acquirente si aspetta da questo segmento: attorno ai 360 orari di Vmax con lo 0-100 in circa 3 secondi. Gruppo motore ibrido collocato in posizione trasversale centrale, scocca in carbo-flax, nuovo materiale creato per l'industria aerospaziale con fibre aramidiche che dovrebbe essere più leggero meno costoso del carbonio. Questo forse permetterà di tenere il prezzo intorno ai 150.000 dollari come previsto, tutto sommato pochi per questa appartenenza di genere. Il punto è però se, anche in un ambito sciovinista come quello indiano, ci sia effettivamente un mercato per questa auto, che per ora esiste sono progettualmente, dato che il nostro Sarthak sta cerando finanziatori e strutture produttive. Ma d'altronde, con una classe media di 400 milioni di persone (e altrettanti di poveri) ci saranno bene un pugno di ricconi con le rupie da buttare, no?

Una sportiva elettrica tra le prossime Honda



Dopo un "lungo sonno", finalmente alla Honda si sono svegliati (in senso sportivo) e hanno ricominciato a tirar fuori conigli dal cappello. Dopo NSX, Civic Type-R e S660, sarebbe lecito aspettarsi una riedizione della S 2000. Ma forse per questa ulteriore soddisfazione occorrerà attendere ancora un po', mentre invece un'altra sportiva si profila all'orizzonte, del tutto nuova, almeno quanto a parte motrice. Si tratta di una CR-Z elettrica che incorpora la nuova edizione del sistema di gestione della coppia SH-AWD, quello della NSX. L'auto deriva da quella che ha partecipato alla edizione 2015 della Pikes Peak International Hillclimb (nella foto) classificandosi 11esima assoluta; la potenza scende da 450 a 250 CV ma a detta dei tecnici Honda per la produzione può facilmente salire di un altro "centone" e arrivare a 350 CV. La capacità degli accumulatori scende invece da 50 a 16 kWh, per ridurre a sua volta il peso da 1.800 a 1.600 kg, parecchi in assoluto ma non abbastanza per penalizzare lo 0-100, che si colloca attorno a 3,5 secondi. Il  nuovo SH-AWD prevede quattro invece di tre motori, uno per ciascuna ruota, e integra il torque vectoring a gestione computerizzata con la sterzatura posteriore. Dovrebbe esordire al salone di Tokyo tra un paio di giorni.

23 ottobre 2015

Da qualche parte il sole splende











Strana stagione per presentare una cabrio. D'altronde nell'altra parte del mondo è quasi estate e la MINI è un prodotto worldwide. Così eccola qua, con la sua capote in stoffa ad azionamento elettrico che si apre e chiude in 18 secondi fino a 30 km/h e le maggiori dimensioni rispetto al passato: 3,821 (3,850 la Cooper S)x1,727x1,415 m le misure. Tre modelli, Cooper Cabrio con il 3 cilindri a benzina di 1,5 litri da 136 CV, Cooper S Cabrio con il due litri da 192 e Cooper D Cabrio turbodiesel a 3 cilindri 1.5 da 116 CV. Ampia come sempre la disponibilità di accessori, anche se le vetture sono già ben dotate di serie; debutto ufficiale a Tokyo.

L'ultima Suv AMG











 

Nessuno può sfuggire alle leggi del mercato: così anche le nuove AMG vanno avanti sulla strada del downsizing, iniziata con il debutto dell'ultimo V6 biturbo di 3 litri. Ora è la volta della GLE 450 4MATIC, che monta appunto questo propulsore, capace di 367 CV da 5.500 a 6.000 giri con coppia massima di 520 Nm da 2.000 a 4.200 giri. Come ogni AMG che si rispetti ci sono un assetto adatto alle alte velocità, lo sterzo sportivo e ovviamente la trazione integrale, con ripartizione 40:60 attraverso un cambio automatico 9G TRONIC che come dice il nome ha ben 9 rapporti. 0-100 in 5,7 secondi, velocità massima autolimitata a 250 km/h, consumo... ma davvero vi preoccupereste del consumo dopo aver acquistato una AMG?

La nuova Nissan per Tokyo



Siamo ormai alle porte del salone di Tokyo e Nissan ha diffuso lo scarno teaser di un'auto che viene definita cripticamente (traduco) "La visione futura di Nissan riguardo intelligenza ed elettrificazione automobilistiche". In effetti dal teaser si capisce soltanto che si tratta di una wide body, un po' monovolume un po' Suv, ma facendo un minimo di ragionamento si può ipotizzare si tratti tanto di una vettura laboratorio per studiare nuovi sistemi di accumulo e propulsione (elettrici), quanto per progredire sulla linea della guida automatica (sob). La nuova Leaf, l'elettrica del gruppo, è attesa per il 2017 ma dalla sua tecnologia dovrebbe originare una serie di modelli con struttura e linea diverse. Questo prototipo potrebbe dunque dare l'idea di quello che saranno le nuove Nissan in questo settore d'avanguardia. D'altra parte, se la Casa ha l'ardire di prospettare le nuove Z come crossover...


22 ottobre 2015

Bello essere le regine!







Incurante dei problemi di inquinamento dei Diesel, prosegue la marcia del supervitaminizzato V8 turbo a benzina Audi con una nuova edizione, capace di 605 CV e 700 Nm, che in overboost diventano 750. Il propulsore sarà montato sulle nuove RS 6 Avant e RS 7 Sportback, che condividono il livello prestazionale: da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e da 0 a 200 in 12,1, con velocità massima autolimitata ai (soliti) 250 km/h ma possibilità dell'optional Dynamic che la fa salire a 280 o 305. Due modelli da vera superiorità stradale, mutuando un termine aeronautico, che tuttavia nel ciclo ECE (quello totalmente falso) vantano percorrenze sopra i 10 km/litro, probabilmente realistiche solo in discesa nonostante l'altissimo livello tecnologico raggiunto dal motore Audi, che incorpora lo start&stop e la disattivazione di 4 cilindri quando la richiesta di potenza non è elevata. Il cambio è ancora il tiptronic a 8 marce, dato che nessun doppia frizione regge tanta coppia, che prevede le modalità standard e sportiva oltre alla selezione manuale con le levette al volante. La ripartizione di coppia è al 40% all'avantreno e al 60% dietro, ma c'è un controllo selettivo su ciascuna ruota a controllo elettronico, oltre a un differenziale posteriore autobloccante a richiesta. Sospensioni pneumatiche elettroniche di serie e assetto sportivo a richiesta oltre, sempre optional, allo sterzo a demoltiplicazione variabile in relazione a velocità e variazione di assetto. Freni carboceramici ancora a richiesta, visibili attraverso i cerchi da 21 con pneus 285/30 per la RS 6 e 275/30 per la RS 7. Dentro pelle e Alcantara, in un connubio che esalta le doti decisamente sportive delle due auto. Sul mercato entro fine anno; molto denaro per comprarle, ça va sans dire.

Omaggio a Le Corbusier









Cinquant'anni fa moriva Charles-Edouard Jeanneret-Gris, più noto come Le Corbusier, architetto svizzero naturalizzato francese con interessi quanto mai vasti, che coprirono anche il mondo dell'automobile con progetti di "minima e massima" per la mobilità. Per l'occasione i designer del centro stile Renault hanno realizzato un prototipo di vettura del 21° secolo ispirato ai principi del celebre architetto che da oggi sarà esposto a Parigi a villa Savoye, una costruzione nata nell'età d'oro dell'automobile e ispirata ai medesimi principi. Il tempo e la tecnologia hanno prodotto notevoli variazioni sullo stile e la funzionalità delle auto, ma la Coupé Corbusier si rifà agli stessi criteri di semplicità, struttura visibile, e gestione della luce che erano alla base dei progetti dell'illustre predecessore. Se passate da Parigi vale la pena farci un salto, fino a marzo 2016.

Essere o non essere?



Nella gestione economica di una Casa automobilistica si possono seguire diverse filosofie. Qualcuna punta sull'innovazione, sulla ricerca continua e sul raggiungimento di standard sempre più alti, magari con qualche scorciatoia quando la tecnologia richiederebbe più tempo della finanza. E' il caso della Volkswagen, che ha fatto bandiera del suo continuo rinnovarsi e migliorarsi tranne poi cadere in quello che forse è stato un tranello ma che comunque la sta portando rapidamente a un ridimensionamento che non fa giustizia dei suoi sforzi nell'ultimo ventennio. Per sopravvivere all'enorme esborso economico che si prospetta dovrà infatti con ogni probabilità tagliare quello che fa luccichìo ma non core business, tipo Ducati, Lamborghini, Bugatti e anche Seat, da tempo in bilico a favore di Skoda ma anche poco remunerativa in assoluto. Da numero uno mondiale a comprimaria in pochi mesi, dunque, un vero tracollo. Per non parlare di quanto occorrerà per riguadagnare la fiducia del mercato Usa, che non perdona facilmente le menzogne (gli omicidi e le truffe invece sì). Possiamo dire quindi che questa strategia è perdente? Beh, senza l'inghippo non lo sarebbe stata, quindi il giudizio è sospeso. Peraltro ci sono invece altre strade, apparentemente più arzigogolate ma decisamente più convenienti nell'ottica finanziaria. Per esempio: come si acquista un marchio senza sborsare un quattrino? Semplice, te li fai da qualcun'altro, i soldi. Dal governo, dal mercato. Ma questo è possibile soltanto se tu sei già da solo un asset, se cioè si ritiene che le tue capacità siano tali da trasformare quello che tocchi in profitto, più o meno sempre, e quindi hai fiducia a priori. Abbiamo di fronte un esempio chiarissimo di questa tipologia imprenditoriale, che in questi giorni attinge a una ricca cassa scaricando nel contempo passivi su una società assolutamente in attivo e attingendo pure al finanziamento borsistico; capra e cavoli. Quindi meglio così, meglio avere prodotti obsoleti ma che riducono l'esposizione e ridimensionare i costi di un'industria, quella automobilistica, che va verso esborsi capaci di vanificare i suoi profitti nel medio termine? Oppure meglio ragionare alla Piëch, con l'obiettivo ingegneristico di fare sempre meglio, magari inciampando ogni tanto, ma orgogliosi delle proprie capacità? Difficile dirlo, soprattutto in tempo di crisi: i consumatori debbono guardare al sodo. Ma forse la verità è soltanto che il mondo dell'auto come lo conosciamo è finito e che questi sono davvero i last urrah.

21 ottobre 2015

Il vero futuro di Back to the future







Oggi è il "Back to the future day", mito cinematografico anni '80 che ha individuato 26 anni fa proprio oggi come data di arrivo della De Lorean lanciata attraverso il tempo. Alla facoltà di Stanford hanno deciso di celebrare a modo loro l'anniversario, realizzando una De Lorean a guida autonoma che...fa i numeri. Come si evince dal primo video, infatti, è in grado di eseguire cerchi quasi perfetti in sbandata controllata grazie ai sofisticati sensori installati sul veicolo con il progetto MARTY, che sta per Multiple Actuator Research Test bed for Yaw control, un interessante sviluppo dei sistemi automatici di guida (!?) che è in grado di controllare perfettamente un'auto in condizioni instabili come, appunto, la guida in controsterzo o in condizioni di perdita di aderenza. Se la cosa va avanti la vedo male per i rally del futuro.

1000 Hp per la RapidE



La nuova versione della Aston Martin Rapide sarà elettrica e si chiamerà RapidE. Il prototipo della vettura è stato mostrato stamattina al presidente cinese Xi Jinping, presente agli stabilimenti di Gaydon in occasione della visita ufficiale in Gran Bretagna che sta compiendo in questi giorni. La presentazione all'insegna del Dragone ha lo scopo di celebrare la firma dell'agreement tra la Casa (a controllo italiano) e il gruppo di investimento ChinaEquity, che metterà le basi per lo sviluppo di una nuova generazione di auto elettriche di lusso e grande potenza che, nonostante la recente frenata delle importazioni, troverebbero un consistente mercato in Cina, ma anche in Usa e (buona ultima) in Europa. La vettura, che sarà comunque costruita a Gaydon, si basa sulla scocca della V12 "tradizionale" da 558 CV, nella quale sarà installato un motore elettrico di analoga potenza con autonomia attorno ai 360 km. E' però prevista una versione più performante con un motore per ruota che dovrebbe superare i 1.000 CV, dotata quindi di trazione integrale e di torque vectoring, il cui sviluppo sarà però posticipato al lancio della RapidE standard. L'investimento complessivo è attualmente di 50 milioni di sterline, circa 68 milioni di euro, mentre il prezzo della prima RapidE, quella a trazione posteriore, dovrebbe collocarsi attorno alle 200.000 sterline, 50.000 più della versione a benzina. Per l'integrale si vedrà.




La regina dei semafori








Agli americani piace andar forte... sul dritto. Facile, direte voi. Perché è sulle curve che si vede l'abilità di un pilota. Vero; ma se l'auto da lanciare, pure sul dritto, ha una cavalleria mooolto sostenuta, diciamo attorno ai 2.000 CV, le cose si fanno più spesse e l'impresa può non essere delle più facili. In ogni caso, a vedere questo video girato all'edizione 2015 del King of the Street Texas Invitational di Dallas, drag contest per supervitaminizzate di tutte le razze, sembra invece tutto facile per questa Audi R8 con la bellezza di 2.100 HP (2.129 CV), ottenuti sovralimentando il V10 originale. Tanto da vincere, pur nella sua livrea praticamente stradale, anche il confronto diretto con una Nissan GT-R da 2.200 HP (2.230 CV), pesantemente equipaggiata da dragster con gomme specifiche e tanto di paracadute, staccando 213.06 mph, 342.81 km/h, sul quarto di miglio. Le regole del contest prevedono una partenza lanciata a 60 mph, 96 km/h circa, con le vetture appaiate, per aggirare la difficoltà dello start da fermo dato che i piloti non sono professionisti. Ma l'accelerazione è comunque stratosferica e gestita alla perfezione dalla R8.




20 ottobre 2015

La prossima sarà wagon


Le McLaren sono supercar decisamente prestazionali e competitive nel loro segmento, pur prive dell'aura di mito di qualche concorrente. In comune con tutte le altre hanno però la carenza di spazio a bordo, particolarmente avvertibile nelle auto di Woking, ove lo spazio destinato ai bagagli in pratica non esiste mentre anche nell'abitacolo i sedili sono così vicini tra loro da rendere difficile anche il trasporto di una borsa. Chi quindi volesse acquistare una di queste sportive british e magari usarla oltre che per la sparata ventre a terra anche per un week end alle terme, si trova decisamente in difficoltà. Eco perché il brand sta pensando per questa clientela a una shooting brake, una semi-wagon che consenta di stivare a bordo almeno un trolley, tipo la Ferrari FF. La "soffiata" viene dall'Australia, dal sito di Drive, e scaturisce da un colloquio con il capo del design McLaren, Frank Stephenson, che si è detto intrigued da uno styling di questo genere e ha spiegato come la linea della vettura debba essere necessariamente diversa da quello della serie esistente per evitare una cannibalizzazione interna. Basata sulla meccanica della 570 S, l'auto potrebbe debuttare già a Ginevra 2016.

16 ottobre 2015

Viper: zombie o fenice?



A volte il mito non si abbina al successo: è il caso della SRT Viper, la supersportiva (con il V10 da truck, remember) prodotta negli Usa da FCA, che nonostante il ribasso di prezzo di ben 15.000 dollari ha costretto la Casa a chiudere per qualche tempo le linee produttive di Conner Avenue, a Detroit, per la scarsa domanda. Complice anche il complesso (e probabilmente più costoso del previsto) rinnovo contrattuale (peraltro ancora in alto mare) con la UAW, la carriera della Viper potrebbe terminare nel 2017 a causa della chiusura dell'impianto. Nulla di certo, comunque, anche perché nel 2010 c'è già stato un precedente, quando la produzione fu sospesa ma venne ripresa due anni dopo.

Lambo Diesel?



Mentre quello che ormai quello che tutti chiamano "lo scandalo Volkswagen" evolve con l'impegno della Casa a mettere in regola tutte le auto coinvolte a sue spese mediante quello che sarà il richiamo più colossale della storia dell'automobile, in ambito locale si registrano delle piqûre decisamente divertenti, se viste con l'occhio distaccato del cronista. Nell'ambito dell'inchiesta italiana sugli eventi, infatti, nella quale vengono sospettati vari reati a carico dei vertici italiani dell'azienda che potrebbero arrivare addirittura al disastro ambientale (beh, forse è un po' eccessivo, non credete?), sono state effettuate alcune perquisizioni dalla Guardia di Finanza, sia nella sede veronese del marchio, sia... a Sant'Agata Bolognese, ovvero alla Lamborghini. Ora, con buona pace dell'appartenenza del brand alla Audi, non mi risulta sia mai stata prodotta né progettata una Lambo Diesel: trovo quindi perlomeno curiosa l'ispezione all'azienda in relazione allo scandalo della Casa madre, dato che in nessun modo le vetture sportive là prodotte potrebbero esserne coinvolte poiché il gasolio non ha mai alimentato una sportiva del marchio. Beh, se non altro gli agenti incaricati avranno avuto l'occasione di rifarsi gli occhi con le belle sportive emiliane.

Tutte modulari le nuove Volvo





Volvo sta cambiando radicalmente la sua produzione. Ai nuovi motori a tre e quattro cilindri, sviluppati da un lato per le applicazioni ibride volte a ridurre consumi ed emissioni e dall'altro per ottenere grandi potenze e comportamento sportivo, fa ora riscontro una nuova piattaforma modulare destinata alle vetture compatte, la CMA (Compact Modular Platform), che si aggiunge alla SPA riservata alle auto più grandi. L'intera produzione del marchio cino/svedese si baserà quindi su queste architetture "flessibili" che consentono di risparmiare sui costi di sviluppo di nuovi modelli e di integrare le soluzioni ibride in modo automatico. La struttura, come si evince dal video, è dotata infatti di una struttura centrale atta ad accogliere il gruppo di accumulatori, mentre ci sono ampie possibilità di variazione dei parametri geometrici, tali da consentire una gamma che va dalle cabrio ai Suv. Le nuove serie 40 basate su questa architettura saranno vendute sul mercato globale, ma con la produzione concentrata nello stabilimento Volvo acquisito da tempo in Belgio, quello che un tempo sfornava le Daf; è possibile però che vista la proprietà sia prevista anche la produzione in Cina, con buona pace della recente contrazione del mercato interno locale.

14 ottobre 2015

La tua auto in cash



Vendere subito; è questo il principale desiderio di chi abbia deciso di disfarsi per qualunque motivo della propria auto. Ma sappiamo come vanno queste cose: bisogna fare l'annuncio, poi attendere un possibile compratore e nella migliore delle ipotesi sottoporsi a lunga trafila di incontri con diversi personaggi in attesa di trovare quello giusto, tanto ad accordo sul prezzo quanto all'effettiva disponibilità di denaro, cosa che di questi tempi... Oggi però nasce Car2Cash, una startup italiana che consta di una piattaforma web che consente di vendere subito la propria auto senza attese e ottenendo un pagamento immediato. Il servizio è gratis, basta collegarsi a www.car2cash.it e seguire le semplici istruzioni per la valutazione preliminare; poi viene fissato un appuntamento per l'esame diretto e il ritiro dell'auto, che viene acquistata con la contemporanea esecuzione del passaggio di proprietà. Il pagamento avviene con un assegno circolare. Ora, l'idea è senz'altro interessante, ma poiché siamo tutti grandi e non crediamo più a Babbo Natale, credo che la società per avere un utile debba fissare al ribasso le quotazioni applicate per le acquisizioni; il bilancio da considerare sta quindi tra la rapidità della transazione con il liquido in tasca e l'attesa di un maggiore utile che spesso è ipotetico (vedi le valutazione dell'usato da parte dei concessionari, per esempio). Pochi, maledetti e subito, quindi? Beh, in "soldoni" sì, ma potrebbe anche essere la soluzione migliore.

Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...