31 luglio 2019

Solo lodi a chi compra...





Il marchio Rimac è rapidamente entrato nel novero dei costruttori di supercar e attualmente si colloca tra quelli con il maggiore know how nel campo dei powertrain elettrici di grande potenza. Se me lo consentite aggiungo che tale know how è comunque limitato (senza alcuna intenzione di denigrare) rispetto al bagaglio di skills e tecnologia necessari a ottenere le stesse prestazioni con i vecchi motori endotermici. Ma tant'è e attualmente il brand croato sulla cui Concept One si è schiantato l'Hammond di Top Gear ha all'attivo collaborazioni con marchi importanti; è il caso di Aston Martin, ma anche di Porsche. Quello che però forse non sapete è che il marchio di Stoccarda è proprietario per il 10% dell'impresa slava; questo potrebbe spiegare perché Mate Rimac, patron della società, canti le lodi della Taycan su LinkedIn dopo che Porsche gli abbia chiesto di schizzare un prototipo sulla base di quella scocca. Non si sa se la Taycan adotterà componenti di origine Rimac, ma di sicuro c'è la collaborazione per le batterie ad alto voltaggio. I tedeschi in genere fiutano bene gli affari, ma talvolta prendono costose cantonate, vedi Mercedes con Chrysler. Porsche è tra le più caute e finora nulla ha interferito con la sua altissima redditività di marchio. Cosa potrebbe andar storto? Beh, metti la tendenza a schioppare che ultimamente le elettriche iniziano a manifestare. Ma sono casi isolati, direte. E se il caso isolato fosse il vostro sarebbe più o meno grave?

Land Rover Defender, un mito intramontabile.













Il primo amore non si scorda mai. O almeno così dicono. Sta di fatto che questo pensiero talvolta calza alla perfezione anche per le automobili. Non tutte certo, ma quelle più importanti sì. Come nel caso dell'indimenticabile Land Rover Defender che ha ancora  moltissimi fan sparsi per il mondo. Un amore così profondo e sincero che non ha lasciato "indifferenti" nemmeno gli uomini di Land Rover Classic (la sezione dedicata al restauro e alla ricostruzione dei vecchi modelli) che ha messo in commercio un kit dedicato appunto alle Defender 90 e 110 ed in particolare alla last edition equipaggiata tra l'altro con il V8 benzina realizzata in occasione del 70mo anniversario della 4x4 inglese.

E' un pacchetto installabile sulle Defender costruite tra il 1994 e il 2016 e comprende sospensioni specifiche, nuovi ammortizzatori e barre antirollio. Volendo è possibile aggiungere un kit supplementare per l'impianto frenante con nuovi dischi, pastiglie e pinze. I prezzi variano da circa 2.200 euro per il kit sospensioni ai  circa 12 mila euro per la parte relativa all'impianto frenante potenziato. Chi lo desiderasse, Land Rover Classic propone anche un upgrade da realizzare direttamente in fabbrica, per il motore td 2,2 litri prodotto dopo il 2012. Costa circa 18 mila euro e prevede un aumento della potenza di 39 CV che salgono così a 160. Nell'upgrade sono ovviamente compresi anche i pacchetti delle sospensioni e dell'impianto frenante. Il badge dedicato e la visita guidata della factory di Land Rover Classic sono compresi nel prezzo. Meno male..

PIù birra per le JCW

















Aggiornamento MINI per le JCW sui modelli Countryman e Clubman. La modifica riguarda il propulsore, che ha usufruito di un notevole incremento di potenza, passando da 231 a ben 306 cavalli. Di fatto si tratta del trapianto del propulsore della BMW M135i, riprogettato secondo la Casa con nuovi damper e un più efficace sistema di raffreddamento e adattato alla scocca MINI, cosa che rende le vetture decisamente più sportive e in grado di competere con le più brillanti del segmento, leggi Cupra Ateca e Mercedes-AMG A35, oltre a farne le JCW le più potenti di sempre. Le prestazioni sono perciò edge, con una V max autolimitata a 250 km/h e uno 0-100 di 4,9 s per la Clubman e di 5,1 per la Countryman, grazie alla robusta coppia massima di 450 Nm erogata dal 2 litri turbo e gestita dal cambio automatico ZF a otto marce automatico, qui adattato al maggior vigore del'unità motrice. Entrambe le vetture sono state aggiornate nelle tarature della scocca, irrigidita, abbassata di 10 mm e con nuovi ammortizzatori, e nella dotazione di un differenziale autobloccante meccanico che agisce sinergicamente con  la trazione integrale ALL-4 di serie. Esternamente invece solo piccole modifiche aerodinamiche allo spoiler sul tetto e alle cover dei retrovisori. Quel che conta è tutto sotto il cofano.

Un'altra elettrica prende fuoco. E' un'epidemia?







Una vettura "riposa" tranquilla nel garage di casa, il proprietario si rilassa sorseggiando una bibita in soggiorno. Poi all'improvviso dal box esce una densa nube nera, parte del garage prende fuoco e subito dopo l'auto esplode richiamando l'attenzione dei vicini, dei Vigili del Fuoco e della polizia. Insomma un disastro che per fortuna non ha causato feriti ma solo un bel po' di danni.



E' successo lo scorso weekend a Montreal in Canada e l'auto in questione era una Hyundai Kona elettrica. Al momento le autorità e la stessa Hyundai stanno indagando per capire cosa possa essere successo ed è perciò impossibile azzardare qualsiasi ipotesi, certo è che negli ultimi mesi incidenti di questo tipo sono in aumento. E guardacaso le vetture coinvolte, a prescindere dal marchio, sono tutte full electric e se molti assicurano che le probabilità che un'auto elettrica prenda fuoco, sono più o meno le stesse di un modello a benzina, è innegabile che il litio (presente in grande quantità nelle batterie) sia un minerale decisamente sensibile e con un pessimo carattere. Al punto che domare un incendio in presenza di litio può essere estremamente problematico. Dunque? Non resta che attendere il responso delle indagini, così come il report della Hyundai che lavorerà nella più totale trasparenza perché, si legge in una nota diffusa dalla Casa coreana, la sicurezza dei suoi clienti è una priorità fondamentale. D'altra parte non si può non esprimere qualche perplessità su questa piccola "epidemia" che sembra contagiare le vetture full electric.

30 luglio 2019

Le gamma Fiat 500 si converte all'ibrido






Secondo alcune indiscrezioni provenienti in queste ore dall'America, il gruppo FCA introdurrà tra non molto il suo nuovo sistema ibrido eTorque da 48 Volt sul quattro cilindri benzina sovralimentato di 1,3 litri. In particolare, il processo di "ibridizzazione" coinvolgerà la nuova offerta delle Fiat 500, 500L e 500X che subiranno perciò un radicale rinnovamento nella gamma dei quattro cilindri. Dal punto di vista delle prestazioni tutto è ancora top secret ma il nuovo motore dovrebbe erogare una potenza massima di 177 CV, valore considerevole considerando sia la cilindrata sia le ovvie restrizioni in materia di emissioni. Il piano di FCA prevede di introdurre entro il 2022 30 modelli "green"tra plug-in, elettrici e mild hybrid.

Porsche; in arrivo il ciclone Taycan





In casa Porsche è iniziato il conto alla rovescia per uno degli eventi più importanti nella storia del marchio di Stoccarda: il debutto della Taycan (nell'immagine uno dei prototipi fotografato a Goodwood con Mark Webber) la prima full electric firmata da Porsche che il pubblico potrà ammirare in anteprima al Salone di Francoforte del prossimo settembre. Un modello atteso con trepidazione dai fan del marchio e che ha già raccolto depositi cauzionali per 30.000 ordini: forti di queste premesse gli uomini del board di Porsche avrebbero già pianificato un possibile aumento della produzione dalle 20.000 iniziali fino a 40.000 unità all'anno in caso di forte richiesta. Numeri eccellenti che, se confermati, supererebbero l'icona di Stoccarda, la 911, che nello scorso anno è stata prodotta in 35.600 esemplari. Sempre secondo le prime note ufficiose la Taycan avrà un listino che si posizionerà tra la Cayenne e la Panamera, vale a dire tra 75 e 100 mila euro circa. Se queste premesse verranno confermate dai fatti, per Tesla sembrano prospettarsi tempi duri.....




29 luglio 2019

Audi A1 Citycarver, crossover metropolitana


















Ecco le prime immagini dell'ultima Audi, marchio che ormai sforna novità a getto continuo. Si tratta della A1 Citycarver e si propone come una versione in chiave allroad della piccola di Ingolstadt. Deriva dalla A1 Sportback ha un'altezza da terra maggiore di circa 5 centimetri, pneumatici più grandi e telaio irrobustito con sospensioni specifiche. Lo definiscono un crossover urbano (la fantasia del marketing non ha limiti) e offre un bodykit protettivo con protezioni anteriori e posteriori, piastra paramotore e una diversa griglia a nido d'ape in color nero opaco. I motori previsti sono due benzina, il tre cilindri 1.0 TFC da 95 CV e il 1.5 TFSI da 148 CV.


Gli interni a parte le differenti combinazioni cromatiche sono in pratica quelli delle altre A1, mentre gli allestimenti previsti al lancio sono tre: base, Advanced e S al top di gamma, allestimento quest'ultimo che offre tra l'altro interni in pelle e cerchi in lega differenti. Prime consegne a partire dall'autunno con prezzi da circa 33 mila euro.

Lotus, inizia il conto alla rovescia per la nuova Evora GT


















Il nuovo corso cinese di Lotus prosegue a ritmo serrato. Così dopo l'annuncio della prossima hypercar Evija, la Casa inglese presenta le prime immagini della Evora di ultima generazione in arrivo entro la fine dell'anno. Fedele al celebre concetto del fondatore Colin Chapman "togliere peso per aggiungere cavalli", il V6 3,5 litri sovralimentato della Evora GT eroga 416 CV, sei in più di prima, abbinato a una trasmissione manuale (o automatica optional) che permette un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi. Quanto al peso, la nuova Evora è dimagrita di 32 kg cui si può aggiungere il pack opzionale in carbonio (per cofano, tetto e portellone) che consente una riduzione ulteriore di 22 kg. Per gli incontentabili è previsto anche uno scarico opzionale in titanio che "lima" altri 10 kg, portando così il peso complessivo a soli 1.400 kg.





I cerchi in lega hanno un diametro di 19 pollici davanti e 20 dietro, l'impianto frenante ha quattro dischi autoventilanti AP Racing, mentre l'aerodinamica è stata ulteriormente ottimizzata aumentando il carico per una miglior stabilità in velocità grazie al nuovo spoiler anteriore e al differente diffusore posteriore. All'interno si notano rivestimenti in Alcantara e pelle e fibra di carbonio a vista. Al centro della plancia si trova lo schermo da 7 pollici del sistema di infotainment. Il pilota potrà scegliere tra quattro modalità di guida: Normale, Sport, Gara e Off che disattiva gli ausili elettronici.


Il prezzo di partenza della nuova Evora GT sarà di circa 87 mila euro. La Casa inglese sta già ricevendo le prime ordinazioni.







26 luglio 2019

Dopo Nissan anche Renault inizia a perdere colpi






L'impressione è quella di trovarsi di fronte a una sorta di effetto domino. Una farfalla sbatte le ali in Giappone e in Francia dopo qualche ora si scatena il temporale. Così dopo che Nissan ha annunciato tagli pesanti, lacrime e sangue per i prossimi due anni, la Renault ha immediatamente abbassato le previsioni sulle entrate 2019 dopo l'indebolimento della domanda in Europa e dopo il crollo degli utili di Nissan. L'utile netto è calato della metà tra gennaio e giugno (970 milioni di euro), mentre l'utile operativo è sceso del 14%. Una frenata brusca per la Casa transalpina che intende reagire puntando sui nuovi modelli in arrivo nei prossimi mesi e sullo spirito combattivo, testuali parole di Thierry Bolloré Ceo di Renault, che da sempre distingue Renault nel mondo.





A questo punto non si può non ricordare quanto accadde non molto tempo fa quando John Elkann disse che non c'erano più le condizioni per proseguire le trattative tra FCA e il gruppo Renault. Certo, la politica francese ha senza dubbio contribuito ad accelerare lo strappo ponendo condizioni inaccettabili, ma a me piace pensare che John Elkann in quei giorni si sia ricordato degli insegnamenti e dell'istinto di un predatore finanziario formidabile e suo grande maestro: Sergio Marchionne.

Guida autonoma? Forse è meglio soprassedere... Almeno per ora





Auto che vi portano ovunque senza che dobbiate fare nulla. Guida autonoma in pieno relax per il conducente che non dovrà far altro che accomodarsi a bordo, impostare la destinazione e viaggiare sereno fino alla meta. In totale sicurezza. O quasi... Sì, perché in realtà le cose non stanno proprio così, nel senso che molti gruppi stanno investendo denaro, molto denaro, in questa tecnologia ma i risultati al momento non sono così incoraggianti. E i piani di sviluppo subiscono rallentamenti e l'orizzonte non è più così roseo come poteva sembrare solo qualche mese fa. Come nel caso del progetto Cruise di GM: il colosso americano ha posticipato l'ingresso dei suoi primi taxi a guida autonoma che dovevano debuttare entro la fine dell'anno. Troppo complicato gestire i mille problemi normativi e soprattutto le difficoltà tecniche che stanno incontrando lungo il percorso di sviluppo. Ciononostante i responsabili del gruppo continuano a crederci perché, dicono, il futuro dell'auto dovrà necessariamente passare per la guida autonoma. Sarà. Provate però a raccontarlo alle persone che in GM hanno perso o stanno perdendo il lavoro, perché l'azienda preferisce investire in queste nuove mirabolanti tecnologie.....

25 luglio 2019

Nissan, calano gli utili: oltre 12 mila licenziamenti nei prossimi due anni






Tempi duri anche per Nissan. Nel corso di una conferenza stampa presso la sede di Yokohama, il CEO della Casa giapponese Hiroto Saikawa ha annunciato 12.500 licenziamenti per tamponare l'emorragia finanziaria che sta colpendo il marchio affiliato a Renault. Saikawa ha anche aggiunto che Nissan taglierà il 10% della sua capacità produttiva, oltre a ridurre i modelli in gamma del 10% entro il 2022. Nel dettaglio la dolorosa cura dimagrante prevede il taglio di 6.400 posti di lavoro entro la fine di quest'anno fiscale, mentre entro il 2022 verranno soppressi altri 6.100 posti. Nissan non ha specificato dove verranno effettuati i maggiori tagli. Per Nissan e i suoi dipendenti un'altra brutta tegola dopo l'arresto del presidente Carlos Ghosn, poi seguito dal brusco rallentamento delle vendite negli USA. Tra aprile e giugno l'utile di Nissan è sceso a 59 milioni di dollari, in netto calo rispetto all'anno precedente, mentre l'utile annuale per l'anno fiscale che si è concluso a marzo è sceso della metà (2,9 miliardi di dollari) rispetto a quello dell'anno precedente: il peggior risultato da dieci anni a questa parte. La situazione a questo punto è decisamente più ingarbugliata di quanto si temesse. E non solo per lo scandalo che ha travolto Ghosn.

Made in USA: l'Escalade anche a zero emissioni






Prosegue in America il piano di ristrutturazione del marchio GM che tra tagli di personale, revisione di budget e altre iniziative non proprio indolori sul piano dell'ocupazione, sta mettendo a punto una nuova road map per la mobilità del futuro. Mobilità che manco a dirlo passa anche attraverso l'elettrificazione della gamma. Così rimbalza dagli USA la news che uno dei punti fermi di questo nuovo corso sarà il brand lussuoso di Cadillac che ha in programma il rinnovamento della Escalade (nella foto il modello attuale) anche con l'introduzione di una versione ibrida con un'autonomia da record: 650 chilometri. Secondo le prime indiscrezioni, la Escalade zero emission verrà venduta a partire dalla fine del prossimo anno con il Model Year 2021. Nei piani di GM c'è anche la volontà di proporre un pick up elettrificato sviluppato con ogni probabiltà sulla gamma Silverado di Chevrolet e Sierra di GMC.

24 luglio 2019

Mazda, nostalgia del Wankel





Che ne pensate di questa idea? E' un render di autothrill che propone un'interpretazione di una Mazda super sportiva realizzata seguendo gli attuali dettami stilistici della Casa giapponese. Certo, è una piccola provocazione perché da tempo il marchio giap sembra aver abbandonato la strada delle supercar. Peccato perché le rivali storiche di Mazda del Sol Levante ci credono eccome. La Honda ad esempio ha rispolverato il tema NSX offrendo agli appassionati una bellissima e super tecnologica variante moderna, mentre Nissan non ha mai perso di vista i concetti che animavano la gloriosa Skyline sviluppando negli anni la efficacissima GT-R. Per non parlare di Toyota che ha riattualizzato la Supra, realizzando una sportiva magari non così "cattiva" come le prime due ma pur sempre in grado di regalare emozioni.



E Mazda? Avevano un'auto meravigliosa, la RX-7, erano gli unici a credere nel motore Wankel eppure dopo qualche anno la RX-7 sparì dalla circolazione. Lo stesso destino che qualche anno dopo colpì anche l'ultima Wankel di Mazda, la RX-8,  Colpa di questo propulsore certo, un motore che all'epoca dimostrò ben presto di avere limiti insormontabili in termini di affidabilità e, soprattutto, di emissioni. Ma nel frattempo la tecnologia ha fatto passi da gigante e, per quanto ne so, gli ingegneri di Mazda stanno sviluppando e mettendo a punto versioni ibride utilizzando i  motori Wankel accanto alle unità elettriche. Perché è risaputo che questo propulsore offre numerosi vantaggi, ad iniziare dalla possibilità di ottenere potenze specifiche elevate con ingombri ridotti. E allora perché non sognare una moderna RX-7 ibrida? autothrill ci ha pensato e questo è il risultato. Che ne dite?

23 luglio 2019

SQ7 TDI, la super Suv di casa Audi




















Tempo di restyling per la lussuosa e raffinata maxi Suv di casa Audi. Si tratta della SQ7 TDI che dall'alto di un listino che fora il tetto dei 100 mila euro si posiziona nel terreno di caccia delle Sport Utility più ambiziose e ambite da una certa parte della clientela. E' ovviamente al top di gamma della famiglia Q7 e sotto il cofano anteriore ospita un V8 biturbodiesel 4 litri da 435 cavalli coadiuvato da un compressore elettrico a 48 Volt che supporta le classiche due turbine soprattutto in fase di accelerazione piena. Questo biturbo è abbinato a un cambio automatico a otto marce e garantisce una coppia da paura: 900 Nm in un arco di regime compreso tra 1250 e 3250 giri. Per il resto, la velocità massima è autolimitata a 250 km/h, mentre l'accelerazione da 0 a 100 è coperta in 4,8 secondi. Non male per un'auto dalla stazza di 2 tonnellate e con una lunghezza superiore ai 5 metri.



Le prime consegne in Italia sono previste a partire dall'autunno. Rispetto alle altre Q7, la SQ7 è riconoscibile per via della nuova griglia frontale dal design più sportivo, specchi retrovisori con gusci in alluminio e i quattro terminali di scarico posteriori. La dotazione è naturalmente al top e prevede cruscotto digitale, sedili avvolgenti, climatizzatore a quattro zone, infotainment di ultima generazione, cerchi in lega da 20 pollici e tanto altro ancora. A richiesta tra i mille optional anche i freni a disco carboceramici.

100 anni di Citroen: un occhio al passato per costruire il futuro




















Nel corso di un recente evento parigino dedicato alle celebrazioni sui primi 100 anni di vita del marchio, l'amministratore delegato di Citroen Linda Jackson ha parlato del futuro della Casa francese e dei concetti di nuova mobilità. Traendo spunto dallo spirito di indipendenza e originalità che da sempre contraddistingue i modelli del double chevron. Così, se da una parte l'industria dell'auto sta affrontando restrizioni sempre più severe in materia di emissioni, dall'altra le più importanti metropoli del mondo introducono divieti stringenti e chiusure al traffico per contenere l'inquinamento. Ecco perché, secondo la Jackson, le città del futuro dovranno necessariamente convertirsi alla mobilità elettrica, l'unica soluzione percorribile in ambito urbano. Non è perciò un caso che alla celebrazione fosse presente la concept Ami One, una compatta da città a zero emissioni. Perché, sempre secondo la Jackson, l'auto è uno straordinario strumento di libertà individuale che nessuna altra forma forma di mobilità "pubblica" potrà mai sostituire. L'Ami One incarna alla perfezione questo spirito indipendente, per mille ragioni: è piccola, potenzialmente economica, rispettosa dell'ambiente e sicura. Insomma per la Jackson l'auto è e sarà una presenza fondamentale nelle nostre città di domani: l'importante che sappia evolversi rispettando le nuove normative e le mutate priorità del nostro pianeta.

22 luglio 2019

Volvo richiama oltre 500 mila veicoli






Volvo richiamerà 507.000 veicoli in tutto il mondo per via di un componente meccanico difettoso che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe causare un principio d'incendio nel vano motore. La notizia arriva dalla stessa Casa svedese che dopo una serie di accurate indagini interne ha rilevato che in alcuni casi il collettore di aspirazione in plastica potrebbe fondersi creando potenzialmente una serie di problemi. I modelli oggetto del richiamo sono state prodotte tra il 2014 e il 2019 e adottano il quattro cilindri turbodiesel di due litri. Nel dettaglio si tratta di: S60, S80, S90, V40, V60, V70, V90, XC60 e XC90. Sempre secondo le dichiarazioni ufficiali, Volvo provvederà a contattare con una lettera i clienti coinvolti nel richiamo, risolvendo il problema con le opportune azioni correttive.

Destinazione Francoforte: 14 mila km a zero emissioni













Dalla Cina con la spina.... Scusate il banale bisticcio di parole ma arriva in queste ore la notizia che due prototipi di Suv elettrici dell'azienda Aiways sono partiti dalla terra della Grande Muraglia per un viaggio maratona alla volta di Francoforte, dove dovrebbero arrivare giusto in tempo per l'inaugurazione del prossimo salone dell'auto. I due prototipi si chiamano U5 e percorreranno 14.200 chilometri attraversando il deserto del Gobi, il Kazakistan, la Russia e parte dell'Europa.Secondo i portavoce dell'azienda questo viaggio permetterà ai responsabili del progetto di testare a fondo la meccanica della vettura in vista dell'entrata in produzione. Produzione che, sempre secondo Aiways, verrà avviata in Europa entro aprile 2020.



La rotta seguirà fondamentalmente la celebre via della seta utilizzata per secoli dai commercianti e dopo aver attraversato Mosca e San Pietroburgo entrerà in Europa attraverso la Finlandia, passando per Svezia, Norvegia e Danimarca prima di entrare in Germania. L'U5 ha un'autonomia di 460 km che può essere estesa a 560 km se il cliente sceglierà pacchi batteria addizionali. Le dimensioni sono quelle della Q5 e il motore elettrico, assicurano, è il più compatto di qualsiasi veicolo a zero emissioni. Buon viaggio dunque anche se personalmente qualche dubbio l'avrei, pensando ai rifornimenti che i due Suv dovranno effettuare lungo il percorso. Per quanto ne so, il deserto del Gobi, il Kazakistan e parte della Russia non mi pare pullulino di colonnine di ricarica. Magari mi sbaglio. In ogni caso arrivederci a Francoforte. Forse.

19 luglio 2019

L’attesissima super-Suv di Ferrari





Sono ormai anni che si sente parlare di un SUV Ferrari firmato dagli uomini del team di Maranello. Un lungo tira e molla tra conferme e smentite che al momento prevederebbe, salvo ripensamenti, la presentazione di questa vettura entro la fine di quest’anno, magari già al salone di Francoforte. Un prodotto che divide gli appassionati del marchio in due fazioni opposte: da una parte i puristi che difendono la tradizione e dall’altra c'è chi approva il progetto perché contribuirebbe al progresso e all'affermazione del marchio. Quel che è certo è che sarebbe una grande opportunità per ampliare il ventaglio di clienti del cavallino. Una strategia già messa in atto da altri produttori di auto sportive e che garantisce un aumento del fatturato.




Questo render esclusivo di Autothrill è un tentativo di ipotizzare il possibile aspetto del primo SUV  Ferrari. E’ facile prevedere che la GT4 fornirà la meccanica donante e il cuore pulsante: niente V12, si punterà tutto sul V8 turbo (chiaramente sotto al cofano anteriore) di 3,9 litri con una potenza superiore ai 600 CV. Come la shooting-brake adotta il sistema 4RM-S che abbina la trazione integrale alle quattro ruote sterzanti, un metodo essenziale per massimizzare le prestazioni in sicurezza e regalare maggiore agilità ad un’auto che supererà certo i 4,70 metri di lunghezza. Al trio tutto italiano Lamborghini Urus, Alfa Romeo Stelvio e Maserati Levante Trofeo si aggiungerà finalmente una quarta “super-suv”. L’abbiamo chiamata SF-600 e proba



bilmente farà dimenticare i mesi passati ad attenderla già al primo sguardo. O ancora meglio, al primo affondo di gas.

Ecco la nuova Corvette Stingray a motore posteriore


























Nelle scorse settimane autothrill ne ha parlato dettagliatamente anticipando anche attraverso un render esclusivo le forme e le caratteristiche della nuova Corvette a motore centrale posteriore. Ora finalmente la Casa americana ha diffuso le prime immagini e caratteristiche. Si chiamerà Corvette Stingray (un nome caro agli amanti del genere) e verrà venduta in America al più tardi alla fine di quest'anno con prezzi a partire da meno di 60 mila dollari, circa 56 mila euro. La nuova disposizione meccanica ovviamente ribalta i concetti delle precedenti Corvette; a un cofano anteriore lungo e appuntito la nuova Stingray contrappone un corpo vettura all'europea con una scocca più compatta e con un posto guida decisamente più avanzato. Il risultato è gradevole, grazie a un design aggressivo e muscoloso che permette di intuire subito le potenzialità della supercar Made in Usa e che tra l'altro dispone di un tettuccio removibile alloggiabile nell'apposito spazio posteriore.




Al momento del lancio le Stingray disporranno di un'evoluzione del V8 alloggiato sotto il bel cofano in vetro trasparente: si tratta di un 6,2 litri a iniezione diretta denominato LT2. Ha basamento e testate in lega leggera e eroga 495 cavalli nella configurazione con scarichi standard. Esiste un pacchetto opzionale con valvole di scarico by pass che ovviamente regala qualche cavallo in più, oltre che un sound molto più coinvolgente. Secondo Chevrolet, la Stingray passerà da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi, avrà un cambio automatico a doppia frizione a otto rapporti. Sei invece le modalità di guida disponibili per esaltare al massimo le doti della vettura in grado, assicurano, di passare con disinvoltura dal traffico cittadino ai circuiti più impegnativi e stressanti per la meccanica. L'abitacolo è accogliente e ben curato e il sistema di infotainment di ultima generazione concentra le sue mille funzioni sul display centrale a otto pollici. Ulteriori dettagli, sottolinea il presidente di GM Mark Reuss, saranno disponibili a ridosso della presentazione dinamica e della successiva commercializzazione. Non resta che attendere.





17 luglio 2019

Ian Callum apre il suo centro stile in Inghilterra






Dopo la lunga e fortunata parentesi con la Jaguar, il designer Ian Callum si lancia in una nuova sfida, annunciando la creazione di una società indipendente che prende il suo nome e che si occuperà ovviamente di stile e design non solo in ambito automobilistico. L'azienda ha sede a Warwick non lontano dal centro stile di Jaguar dove Callum ha firmato le più recenti vetture inglesi: il team comprende 18 designer ed esperti in sport motoristici, arte, lifestyle e altro ancora.Gli altri tre cofondatori della società sono Davide Fairbarn che recentemente ha firmato la Lightweight E-Type a trazione elettrica, il responsabile della parte ingegneristica Adam Donfrancesco (un ex di Aston Martin) e il direttore commerciale Tom Bird che tra l'altro ha seguito il brand Jaguar nel film Spectre della saga di James Bond. Buona fortuna quindi a Ian Callum con un solo rammarico: una volta il crocevia del design passava sempre dall'Italia grazie a un gruppo formidabile di aziende e designer. Ora sono rimasti "solo" un manipolo di designer di spessore mondiale, ma nessuna presenza aziendale significativa. Crisi a parte, c'è qualche responsabile per questo "sfacelo"? Io qualche idea l'avrei....

Lotus Evija; 2000 CV alla spina..


































Oggi Lotus finalmente ha mostrato al mondo la sua ultima creazione, la Evija. Una raffinata supercar da quasi 2000 CV (no, non è un errore si parla di 2000 CV veri) dal costo proibitivo: più o meno 2 milioni di euro. La produzione annunciata è di 130 esemplari.



La Evija sarà l'auto di serie più potente al mondo ed è la prima vera sfida di Lotus dopo l'acquisizione da parte della cinese Geely. Ma non solo è anche la supercar più raffinata mai prodotta dal marchio inglese: per Lotus è insomma una sfida da giocare su più fronti per tentare l'ingresso nel mondo dorato delle hypercar. Ovviamente, come impone la tecnologia attuale, anche la Evija si affida a un sistema elettrico particolarmente potente (sotto la carrozzeria si trovano infatti quattro motori elettrici) e ospita un pacco batterie da 70 chilowattora, mentre il telaio monoscocca è in fibra di carbonio, materiale che ha permesso di contenere il peso entro i 1.670 kg. L'autonomia dichiarata è di circa 400 chilometri in condizioni di guida normali. Il pacco batterie sviluppato da Lotus con l'azienda Williams Advanced Engineering è compatibile con una futura rete di ricarica da 800 kilowatt; al momento può comunque essere ricaricato in 18 minuti utilizzando un punto di ricarica da 350 kilowatt.



La Evija promette prestazioni al fulmicotone: meno di tre secondi per passare da 0 a 100 e una velocità massima dichiarata di oltre 320 km/h. Nel dettaglio ogni motore è collegato a ogni singola ruota e tutti e quattro lavorano in sincrono  grazie alla complessa elettronica che gestisce trazione e coppia di ogni ruota in tempo reale. Nell'abitacolo molto racing spiccano i comandi per le cinque modalità di guida: Range, City, Tour, Sport e Track. Con la Evija, Lotus e i nuovi proprietari della Geely lanciano il guanto di sfida, che in ogni caso non rimarrà un gesto isolato, dal momento che il board della Geely ha confermato che tra non molto verrà inaugurato a Wuhan in Cina uno stabilimento dedicato alla produzione di Lotus "normali", compreso il Suv che sarebbe in fase di progettazione avanzata.

16 luglio 2019

Appuntamento a Maranello





Segnatevi in agenda che il prossimo mese di settembre avete un appuntamento molto importante al quale non potete rinunciare. Sì, perché la Ferrari organizza una mostra speciale dedicata agli aspetti meno conosciuti dell'azienda di Maranello: l'evento si chiama "Universo Ferrari" e farà confluire a Maranello una gran quantità di appassionati dall'Italia e dal resto del mondo. Madrina della manifestazione la bellissima SF90 Stradale che verrà esposta in uno spazio apposito. La manifestazione "Universo Ferrari" si svolgerà in una struttura realizzata appositamente per l'evento e permetterà ai fan del Cavallino di entrare nel magica realtà di Maranello per scoprire tutto, o quasi tutto, sulle auto di produzione, sulla storia del marchio più celebre al mondo e sulle corse. Per ora è tutto. A breve, dicono in Ferrari, verranno forniti ulteriori dettagli sull'evento.

Una Mercedes votata al vero 4x4






La Mercedes Classe G negli anni è diventata uno status symbol, grazie alle sue caratteristiche molto particolari e ricercate. Un veicolo sviluppato per il fuoristrada ma con un abitacolo particolarmente confortevole e lontano dallo stile spartano che siamo abituati a trovare su altri off-road. Una vettura dalle dimensioni mastodontiche e con una presenza scenica a dir poco imponente; sarà anche per questo motivo che piace molto a mercati come la Russia e quello degli Emirati Arabi. Le serie speciali come la G65, la 4X4 e la 6X6 hanno certamente contribuito a rendere celebre questo modello, puntando a clienti “super premium”.


A questo punto mi sono domandato: su cosa fonderebbe la prossima limitatissima serie speciale di Mercedes 4x4? Quello che vedete è un render in esclusiva per Autothrill sulla base della GLC 63 AMG, una delle ultime novità della stella, che ha dimostrato prestazioni brillanti per il suo segmento: il 4 litri V8 biturbo sviluppa infatti una potenza di 510 cv e garantisce prestazioni da auto sportiva. Il peso e le dimensioni, sicuramente molto distanti dalla Classe G, potrebbero inaugurare una nuova tipologia di veicolo. Considerevolmente sollevata da terra e con carreggiate allargate e con qualche dettaglio che richiama il mondo dello sterrato. Oltre agli enormi pneumatici tassellati pronti a tutto. Peccato non esista, almeno per il momento!

15 luglio 2019

A Montecarlo per una giornata davvero speciale






E’ davvero un mondo a parte quello di Montecarlo, basta una passeggiata di cinque minuti lungo le strade del principato per accorgersi che le nostre banali e comuni vetture di piccole e medie dimensioni non esistono, o quasi, ma sono spesso sostituite dalle più costose e scintillanti fuoriserie. E’ una sorta di battaglia tra collezionisti a chi riesce ad attirare maggiormente l’attenzione di noi poveri amanti delle quattro ruote. E così lungo le strette vie monegasche si snoda un panorama meraviglioso di supercar e di esemplari rarissimi che puntano a distinguersi, perché, almeno in alcuni ambienti, possedere l’ultimo gioiello di un celebre marchio a volte  non basta. La giornata a Montecarlo passa velocemente, mentre vediamo sfilare sotto i nostri occhi auto uniche e edizioni limitate.

Ma è solo verso sera che arriva la vera regina della giornata. Non è particolarmente rumorosa ma ci si accorge della sua presenza ugualmente: la folla che popola il piazzale davanti all’Hotel de Paris si blocca e, come in una invasione di campo, in un attimo accerchia l’ultima arrivata. Si tratta della Bugatti Veyron WRE, una edizione super limitata a cinque esemplari, dei quali una sola con targa italiana, quella di fronte a noi. Nata per festeggiare la vettura di serie più veloce al mondo, da oltre 400 Km/h, è immediatamente riconoscibile per via della singolare colorazione che accosta la trama di carbonio a vista all’arancione acceso. Un’occasione davvero unica per ammirarla, perché i fortunati proprietari raramente si prendono il rischio di farla uscire dai garage o meglio ancora dai loro bunker. La quotazione di questa Veyron raggiunge i cinque milioni di euro. Ne vorreste una? Spiacenti ma nessuna di queste cinque è in vendita.

L'automotive a macchia di leopardo





L'incertezza del futuro pesa sul mondo dell'auto, lo si evince dalle prese di posizione e dalle scelte operative prese dai diversi brand che paiono l'una l'opposto dell'altra. Così se da un lato Jaguar e Bentley ripensano le ammiraglie in chiave elettrica, dall'altro FCA ripropone il Diesel sul Ram. Ma tra i costruttori yankee c'è anche chi ha tracciato una strada che non intende (almeno per ora) mettere in discussione: Ford non produrrà il il nuovo propulsore Diesel da 1,5 litri previsto sul Transit Connect, pur avendolo presentato al debutto del veicolo. Una scelta dettata dal calo della domanda, dicono, anche se il motore a benzina in alternativa, pur efficiente per la sua categoria, non si può certo paragonare per resa chilometrica, dato assai importante per i veicoli commerciali. La notizia viene dal mercato Usa; nel Vecchio Continente le cose potrebbero perciò andare diversamente. C'entra ovviamente l'accordo con VW e c'entrano le scelte nell'ottica del futuro del delivery, ma restano i 12.000 licenziamenti in Europa previsti per la ristrutturazione globale del marchio, emblematici di un futuro in chiaroscuro.

Toyota Supra, qualcosa si è perso






Se penso alle vere auto jap mi vengono in mente quei mostri che hanno calcato strade e circuiti negli ultimi tempi e che sono nate tra gli anni '90 e i primi del 2000; progettate per dominare sulla concorrenza e con il primo obiettivo delle prestazioni pure. Una vera e propria guerra tra miti, come ad esempio Subaru Impreza e Mitsubishi Lancer Evolution che per generazioni si sono sfidate senza esclusione di colpi. Si sale di livello se si parla invece della "faida" tra la mitica Toyota Supra e la Nissan Skyline. Due auto che non hanno certo bisogno di presentazioni: la GTR si è evoluta nella R35 con importanti innovazioni tech e prestazionali, arrivando a sfiorare (e superare con qualche edizione speciale) i 600 CV di potenza.





E per quanto riguarda la Supra? Si è fatta attendere qualche anno in più ma finalmente è arrivata, anche se forse in molti sono rimasti delusi. I tanti compromessi alla base del progetto hanno partorito una due posti dalle prestazioni poco più che al di sopra della norma, visto che il suo sei cilindri in linea raggiunge una potenza di "appena" 340 CV. autothrill perciò propone una versione stilisticamente più fedele alla Supra del '93, pulita e senza troppi fronzoli ma con tanta sostanza. Proprio come le autentiche jap di una volta che sono entrate nel cuore dei grandi appassionati. Il sei cilindri c'è già e la trazione posteriore anche. Cosa aspettiamo a dare una vera erede alla mitica Supra?

Metti le elettriche in India





Il virus elettrico si espande. E poiché come l'aviaria viene dall'Oriente (leggi Cina), nel suo muoversi verso l'Europa non può non lasciare segni nella vicina India, che a dispetto di un'economia caratterizzata da enormi differenze sociali, muove i primi passi nel settore. Così il governo ha ridotto l'iva dal 12% al 5% sulle auto elettriche e istituito incentivi fiscali su acquisti e leasing. Come ovunque nel mondo però, il vero problema sta nella ricarica, intesa come hardware e, soprattutto, infrastruttura. Creare quest'ultima in un Paese dove larga parte della popolazione cucina ancora sui fornelli a carbone e il carburante preferito è il gasolio (per la sua migliore resa chilometrica) non è però facile; qualche azienda si sta però attrezzando per installare centraline e cogliere i vantaggi degli incentivi. E' il caso della Magenta Power, che ha intenzione di attrezzare il corridoio Mumbai-Pune entro il 2020. Se però il problema del costo dei veicoli elettrici è sensibile dalle nostre parti, non può che esserlo ancor più in India, dove a fronte di un'ampia classe media la platea degli indigenti è enorme e dove le elettriche potrebbero diventare principalmente simboli da esibire tra le stelle di Bollywood. Qualcosa di assai diverso dagli intendimenti del governo, che nel mood del suo anelito high tech, scandito dalla missione spaziale verso la luna (di cui però è appena fallito il primo lancio) e dai servizi pubblici innovativi, vorrebbe cambiare il volto del Paese. La strada è lunga e irta di difficoltà, lo sappiamo bene. Ma la questione chiave è la verifica della sua sostenibilità, tanto ambientale quanto economica.

12 luglio 2019

Ferrari 812 XX Hyperfast






In Ferrari c'è una tendenza abbastanza consolidata: quando presentano una hypercar con motore centrale solitamente affiancano nel giro di breve tempo  una versione altrettanto cattiva ma con motore anteriore. Pensate ad esempio alle supercar della precedente generazione dove alla Enzo si affiancò ben presto l'esplosiva 599 XX anch'essa con il V12 aspirato, ma se alla Enzo è poi succeduta la LaFerrari, alla 599 XX non è stata assegnata ancora alcuna erede. Ecco perché autothrill propone questo render che fa indossare un vestito inedito alla 812 Superfast. Certo, è un gioco ma potrebbe davvero rivelarsi una buona base per lavorare intorno alla 12 cilindri aspirata più potente al mondo.



Autothrill l'ha anche "battezzata": si chiama 812 XX Hyperfast e ovviamente esaspera le soluzioni tecniche e aerodinamiche della 812. Sensibilmente più larga e più bassa sfoggia un assetto pistaiolo con cerchi da 20 pollici monodado e appendici aerodinamiche studiate ad hoc nella galleria del vento, al pari dell'enorme estrattore che modella in maniera inconfondibile la parte posteriore. Il motore se nella configurazione di serie esprime 812 CV, nella Hyperfast potrebbe sfiorare la soglia dei 900 CV grazie a una serie di interventi senza compromessi a vantaggio delle prestazioni e con l'aggiunta della tecnologia Kers mutuata dalla F1. La produzione potrebbe essere limitata a pochi esemplari destinati ai più importanti collezionisti Ferrari nel mondo.

Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...