11 luglio 2018

Mercedes C 200: reduce to the max



















Mentre la tempesta sui Diesel è sempre più perfetta, in occasione del rinnovo di gamma della Mercedes Classe C, la Casa tedesca mantiene il punto e presenta un nuovo 1.6 a gasolio in due potenze, 122 e 160 CV, che emette 1/3 del livello massimo di inquinanti previsto dalla norma Euro 6 d TEMP. Ma, tenuto conto dei chiari di luna attuali, ecco anche un nuovissimo millecinque a benzina con un sistema ibrido leggero a 48 V che eroga fino a 10 kW oltre i 184 CV del propulsore e una coppia parimenti aggiuntiva di 160 Nm che si aggiunge ai 280 Nm disponibili. Il rinnovo ha interessato 6.500 parti e la C 200 del mio test è disponibile anche a trazione integrale 4Matic.



Mostra interventi esterni piccoli ma di sostanza, paraurti, prese d’aria, nuovi cerchi in lega, fari a matrice di led, e una più impegnativa ridefinizione dell’interno, nella quale spicca il nuovo volante (un po’ vistoso) con comandi tradizionali e touch; peccato che l’apertura del cassettino obblighi a spostarsi in avanti per vederne il contenuto. Il cruscotto è completamente digitale (in opzione) e ampiamente personalizzabile, anche se la grande mole di informazioni ormai richiede una bella lettura del manuale prima di poter sfruttare al 100% tutte le opzioni disponibili. I sistemi di assistenza alla guida sono al livello di una Classe S e la C sembra quasi pensante, tanto si accorge dell’ambiente attorno e ti avvisa di ogni possibile rischio, oltre ad agire autonomamente se è il caso. Ci sono poi delle chicche alle cui coccole ti abitui subito: il clima è collegato al GPS e si accorge se entri in galleria azionando autonomamente il ricircolo, mentre l’head up display (opzionale e molto ben realizzato) ha una fotocellula che ne adegua la luminosità a quella esterna.



La C 200 è tanto piena di “giochini” che quasi ti dimentichi di guidarla; rimedio subito. Il motore si sente appena mentre metto in D il 9G Tronic e rimane molto discreto anche mentre guido sulle belle strade tedesche senza buche. Un tocco al Dynamic Select sulla plancia adegua le caratteristiche del veicolo e del cambio al desiderio di maggior comfort o sportività e mentre imbocco un autobahn priva di limiti spingo a fondo. Il millecinque sfodera una grinta inaspettata, la velocità sale rapidamente e l’indicatore si plafona a 241 km/h, con l’auto stabile e ragionevolmente precisa anche nei curvoni. Per avere un assetto più granitico occorre passare alla versioni più potenti, ma se vi va di correre comunque qui ce n’è in abbondanza. Lo sterzo è preciso e reattivo e i freni potenti ma non del tutto dosabili, con una corsa iniziale del pedale un po’ lunga cui occorre abituarsi.



Uscito dall’autostrada affronto una statale da urlo con curve be raccordate e poco traffico. L’ambiente giusto per mettere alla frusta il piccolo ma brillante motore, che sfoggia un comportamento davvero sportivo e gratifica con un sound vecchio stile dai 4.000 in su. La coppia massima è disponibile da 3.000 giri e insieme ai nove rapporti del cambio rende accelerazioni e riprese brillanti, pur considerato che la 6a è in presa diretta e che le tre marce superiori servono solo a ridurre il consumo. La scorrevolezza della vettura è altissima e ti trovi spesso a controllare se il motore sia in tiro o meno mentre la vettura fila in rilascio quasi senza perdere velocità. Viaggi in grande comfort e relax anche dalla base di gamma quindi, con un ritorno in termini di convenienza che Mercedes annuncia nella percorrenza media attorno ai 16 km/litro, dato credibile visto il muoversi appena dell’indicatore nonostante le tirate autostradali ventre a terra.

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