La Opel Insignia è una world car tipicamente americana. Sì,
perché il marchio è (dovrei dire era, vista la recente acquisizione da parte di
PSA) tedesco ma politica gestionale e scelte tecniche vengono dagli Usa, da GM
per la precisione. Quindi la Insignia (in America Malibu, con minime differenze) deve piacere un po’ a
tutti. La sua linea, però, stavolta si è staccata dalla abituale uniformità
sinergica per assumere un tono da coupé che la slancia e rende più elegante.
Questa versione berlina a 5 porte, denominata Grand Sport, è l’ammiraglia di
Opel, con una lunghezza che sfiora i 5 metri (4.897 x 2.093 x 1.455 mm le misure) e un abitacolo spazioso e ben
rifinito. La profilatura richiama la concept Monza del 2015 che a sua volta
riprendeva il nome dalla coupé anni ’80: una scocca allungata con ampio passo e
sbalzi ridotti, la griglia anteriore rinnovata e più di design, una profilatura
aerodinamica accurata che ha fatto scendere a 0,26 il Cx e un risparmio di peso
di 175 kg rispetto al precedente modello grazie all’impiego di acciai alto
resistenziali. Il sistema di
illuminazione è ora full LED, con i gruppi IntelliLux a matrice di 32 elementi che
che “ritagliano“ il fascio luminoso attorno agli altri soggetti della strada e
un faro di profondità con una portata di 400 m.
Dentro un abitacolo ben rifinito con una plancia a sviluppo
orizzontale molto gradevole e funzionale, l’ampio schermo centrale touch
orientato verso il guidatore e un completo cruscotto realizzato con
l’accoppiamento di strumenti analogici esterni (contagiri, a sinistra,
temperatura refrigerante e livello carburante a destra) associati a uno schermo
interno che incorpora indicatori virtuali di tachimetro e temperatura olio, e
permette diverse visualizzazioni selezionabili con i tasti sul volante. La
struttura dei comandi è stata ripensata in ottica più razionale e ora sono
raggruppati per sistema; ottima dunque l’ergonomia e comodi e ben realizzati i
sedili (riscaldabili, ventilabili e con funzione massaggio) che offrono un appoggio efficace e
trattengono senza comprimere grazie all’ampia possibilità di regolazione. Ampio
anche il divano posteriore, reclinabile asimmetricamente e con i sedili esterni
riscaldabili; il vano bagagli è di forma regolare e ha una capacità da 490 a
1.450 litri.
La gamma motori prevede un 1.5 e un 2.0 litri turbo a
benzina a iniezione diretta, con potenze da 140 a 260 CV, oltre a un millesei e un due litri
turbodiesel da 110 a 170 cavalli; ho guidato la versione top, la 2.0 Turbo 4x4 con
coppia massima di 400 Nm tra 3.000 e 4.000 giri, trasmissione automatica a 8
rapporti e trazione integrale permanente.
Un’auto agile, a
dispetto della mole, che assume però diverse connotazioni a seconda se si
selezioni la modalità comfort o sport con i tasti sulla consolle. Nel primo
caso le tarature di sterzo, sospensioni e cambio automatico sono pensate per la
guida rilassata e gradevole, nel secondo tutto diventa più reattivo. Lo sterzo
però non appare diretto come ci si aspetterebbe, pur adatto a condurre con buona
precisione. Il cambio automatico mostra poi qualche lentezza nei passaggi e
se si affonda il pedale effettua autonomamente il downshift anche nell’azionamento manuale con
le palette al volante.
Per ottenere il massimo dal motore bisogna guidarlo come un Diesel: tenendo il regime tra
3.000 e 4.500 giri si ottiene infatti la maggior spinta, mentre andando oltre
si aumentano solo i consumi. Ottima la tenuta di strada, solo leggermente
sottosterzante, grazie al torque vectoring attuato dal differenziale posteriore
a doppia frizione a lamelle, che rende notevole l’agilità anche su un misto
stretto e massimizza la trazione, sempre ottimale anche su fondi
sdrucciolevoli; l’auto ha comunque un comportamento sano e prevedibile anche
escludendo il controllo di stabilità. I freni sono potenti e dosabili e l’assorbimento
delle asperità ottimo, ma non perfetto è invece l’isolamento acustico, con un avvertibile rumore
di rotolamento. Andando forte il consumo è sensibile, come peraltro in tutte le
turbo a benzina.
Si mostra molto più riuscito l’accoppiamento con il turbodiesel di 2 litri dotato di cambio manuale,
che dona morbidezza e una guida piacevole in ogni condizione grazie alla coppia
ben spalmata sull’arco dei giri e alla corretta rapportatura del cambio. La manovrabilità
della leva è perfetta e l’auto mantiene facilmente medie elevate senza sforzo. Le nuove Grand Sport saranno
disponibili da giugno, con prezzi che partono dai 30.250 euro della 1.6 CDTI da
110 CV per giungere ai 37.050 della 2.0 turbo
4x4.