29 novembre 2013

La speranza è l'ultima a morire



L'Europa è il Continente ove l'auto elettrica ha le maggiori possibilità di sviluppo. Una conseguenza delle legislazioni attuale e venture nel campo dell'inquinamento, con i valori limite di emissione più restrittivi al mondo. Tra sette anni infatti, nel 2020, l'emissione media della produzione di ciascun costruttore non potrà superare i 95 g/km di CO2, un livello che pone serie problematiche tecniche a ciascun marchio e che diventa ancor più irrangiungibile se tale valore deve applicarsi a vetture ad alte prestazioni. Chiunque abbia avuto una sportiva in passato e la confronti con le attuali, riscontra infatti una progressiva minor prontezza dei propulsori meno inquinanti. La situazione andrà peggiorando con l'ulteriore riduzione delle emissioni e alla fine i costi supereranno i benefici, dando luogo a motori il cui uso sarebbe difficile e letargico. Di qui emerge il fatto che che l'auto elettrica potrebbe (e il condizionale è d'obbligo) risolvere tutto in grande stile, con ottime prestazioni ed emissioni (quantomeno quelle strettamente legate al solo veicolo) assenti, ma con il gigantesco problema dell'autonomia, tuttora irrisolto. Il fatto che negli USA il limite raggiunga i 102 g/km solo nel 2025 e i 119 e 117 g/km nel 2020 rispettivamente in Cina e Giappone, dà tuttavia respiro all'industria e un motivo in più per concentrarsi su mercati più attarenti dal punto di vista delle vendite e meno pesanti in ternini normativi. Non c'è da disperarsi, ma di fatto esiste la concreta possibilità che nel prossimo decennio l'appeal del prodotto auto così come lo conosciamo oggi cali verticalmente. E se le elettriche non impareranno a darci qualche botta di adrenalina, non la vedo bene per gli appassionati.

Il web ama il vintage














Al salone di Tokyo Nissan non ha presentato soltanto l'avveniristica BladeGlider, ma anche questa curiosa IDx Nismo, progetto sviluppato grazie alla collaborazione con la comunità degli appassionati del marchio Nismo e portato avanti con contributi raccolti rigorosamente via web. La Nissan definisce il processo co-creazione e vuole inaugurare un nuovo rapporto tra la Casa e i propri clienti . Il nome stesso della vettura è denso di significato: ID sta per identificazione mentre x è la variabile che rappresenta i nuovi valori e sogni nati attraverso la comunicazione. Dal punto di vista costruttivo viene utilizzata una struttura interna di sostegno con pannelli asportabili che formano la carrozzeria, un 'idea un po' europea che ultimamente sembra piuttosto virale in Giappone. A noi che la guardiamo con l'occhio disincantato del Vecchio Continente, però, la IDx Nismo ha tanto di una muscle car a stelle e strisce e addirittura ricorda una Mustang, anche se un po' più tozza e meno slanciata dell'originale, per non parlare dell'interno anni '60 con quel volante squadrato che ricorda l'inglese Maestro anni '90; un'abbuffata di vintage quindi.Trattandosi di una supersport, alla Nissan non hanno avuto cuore di seguire l'attuale mood jap delle elettriche e sotto il cofano pulsa un tecnologico millesei a iniezione diretta turbocompresso, unito (eccola la toppata) a un CVT con la possibilità dei famosi sei rapporti virtuali. Beh, cambio a parte è un'auto interessante. Nel video si vede anche la versione più stilish, la IDx Freeflow, destinata a chi apprezza più lo stile delle prestazioni.

Due is meglio che one, vero?



Non è comune vedere una Pagani, nemmeno in pista. Qui ce ne sono addirittura due, una "vecchia" Zonda (in milanese si dice avèghenn) e una Huayra. Ma il discreto signor Read che commenta una parte di video le possiede entrambe, non so se mi spiego e le ha messe a disposizione per questo elegante confronto sulla elegante pista di Goodwood, deep England, sede del concorso di eleganza più famoso d'Europa. Non gli viene dato molto risalto (non fa chic, ovviamente), ma godetevi gli scampoli di roar dei V12 AMG e il colpo d'occhio assolutamente aeronautico dei flap che si sollevano in frenata sulla Huayra. E' però incredibile che il possessore di una, anzi, scusate, DUE delle più esclusive e prestazionali supercar al mondo abiti in un Paese dove la pioggia  o comunque l'umido regnino sovrani. Una sorta di principio di compensazione per noi invidiosi umani?

Tutti in pista con la nuova M1



Da ogni parte si parla di downsizing, di riduzione, cioè, di dimensioni, peso e cilindrata per ridurre a sua volta consumi, impatto ecologico e, in definitiva, densità del traffico. Il concetto sembra valere anche in ambito sportivo se BMW, reduce dalla presentazione della nuova Serie 2, ha deciso di lanciare una versione corsa della M235i per piloti privati. Non sono state rilasciate immagini ufficiali, ma la vettura si basa sulla M235i in produzione e impiega il glorioso 6 in linea di 3 litri, la cui potenza è di 340 CV, il massimo per questa versione turbo, solo un filo sotto la quota della vecchia M3 con il sei in linea aspirato (343 CV). Sull'auto sono presenti tutti gli ausilii elettronici alla guida, tipo ASR e DSC, ma con l'aiuto di un differenziale autobloccante vero. Esteticamente cambiano i paraurti anteriore e posteriore e i coprispecchietti, qui in carbonio (cavolo, che spreco!). Ovviamente la cellula di sicurezza dev'essere omologata dalla FIA, così come il serbatoio da collocare nel bagagliaio. BMW prevede per l'auto la partecipazione a campionati di accesso all'ambiente delle corse destinati ai privati, così come l'iscrizione ufficiale alla prossima 24 ore del Nürburgring. Il prezzo? Meno di 60.000 euro, del tutto ragionevole per una racing car.




28 novembre 2013

Comoda o sportiva, la J è il futuro per Kawa











E' certo che il leit motiv del salone di Tokyo di quest'anno sia l'evoluzione del trasporto in ambito urbano e e interurbano. Così, come già Toyota (http://auto-thrill.blogspot.it/2013/11/fare-surf-su-quattro-ruote.html) e Yamaha (http://auto-thrill.blogspot.it/2013/11/si-chiama-motiv-ma-si-legge-smart.html), anche Kawasaki si cimenta nell'evoluzione del trasporto. Ma sceglie una via completamente diversa e molto più motociclistica con la J concept. Destinata al trasporto urbano e suburbano, J è un sistema di mobilità personale che promette semplicità d'uso divertimento ed economia di gestione. Tre ruote; le due all'avantreno con una carreggiata variabile che permette due posizioni di guida: Comfort, per la guida in città, con grande visibilità e una postura che rilassa i muscoli e Sport, allungata sulla struttura come su una MotoGP, per godere della massime prestazioni e tenere sotto controllo la dinamica di guida. Devo dire che in questa connotazione fa tanto Tron ed è sicuramente attraente. Ah, dimenticavo. Come per ogni concept di tendenza presentata a Tokyo, J è dotata di speciali batterie al litio ad alta capcità. Dati realistici sull'autonomia, la vera notizia da dare sulle elettriche, per ora niet. Ma sognare non costa nulla.

Buon compleanno Twingo















Ha vent'anni, l'età giusta per continuare a crescere. Compie vent'anni la Renault Twingo, la simpatica "ranocchia" che portava per la prima volta in campo automobilistico il concetto more for less. Più spazio, più abitabilità, più versatilità, con un look sbarazzino e originale che ha fatto epoca e dal 1993 ha tenuto duro fino al 2007, anno in cui Twingo 2 ha fatto la sua comparsa. Un cambio deciso, il passaggio da piccola monovolume a più classica due volumi; ma pur perdendo la sua aura di simpatico giocattolo la Twingo ha guadagnato uno status di compatta intelligente con una bella dose di grinta, che la rende (ancora) solitaria nel suo combattutissimo segmento di mercato. E proprio per sottolineare le sue possibilità di diventare una cattiva vera, ecco la concept esagerata Twin Run, auto da corsa appena camuffata da cittadina, esagerata nella potenza e nell'aspetto. Ma  non si tratta dell'unica opzione: in futuro (molto vicino) Twingo ci sorprenderà con nuove escursioni stilistiche, esempio delle quali è la Twin'z, un innovativo concetto di tuttospazio su dimensioni mini che è la continuazione ideale dell'originalità che ha caratterizato la piccola monovolume degli anni '90. Nel frattempo, in attesa delle novità che saranno, ecco Twingo Night&Day nella sua elegante livrea bianca con i cerchi in nero, discreta ma distinta con la sua completissima dotazione di serie e l'infotainment di ultima generazione.

27 novembre 2013

Si chiama Motiv. Ma si legge smart?



 Le incursioni del mondo della moto in quello dell'auto sono piuttosto rare. ma forse la contrazione del mercato delle due ruote ha posto le basi per questa contaminazione di Yamaha, che al Tokyo Motor Show ha presentato questa Motiv, una quattro ruote da città che assomiglia drammaticamente a una smart. E' lunga 2.69 m, infatti, ha due posti e le manca solo il Tridion per completare il quadro di somiglianza. La struttura dell'auto è invece decisamente diversa: una vera novità, alla Yamaha la chiamano iStream e si basa su un mix di tubi e pannelli in composito, sulla scorta del'esperienza motociclistica. Il vantaggio è quello di poter modificare rapidamente l'estetica, dato che gli elementi esterni non sono strutturali. Ma sbaglio o non era proprio questo l'iniziale leit motiv della smart? Mah, sento odore di battaglie legali. Comunque dietro tutto il progetto occhieggia Gordon Murray, ex McLaren, che ha previsto sia la trazione convenzionale, con uno dei tanti motori della Casa dei tre diapason trasferibile in campo auto, sia un sistema elettrico più in sync con lo spirito del salone nipponico e con il futuro della mobilità interna made in Japan. E viste le somiglianza con la smart, sarà meglio che resti solo interna.




Fare surf su quattro ruote



















Si chiama FV2 ed è la visione della mobilità urbana più futuristica che la Toyota presenti salone di Tokyo attualmente in corso. Colpisce la disposizione a rombo delle quattro ruote, soluzione usata sulle concept da qualche carrozziere negli anni '60 e mai giunta in produzione. Trazione elettrica, ça va sans dire, con l'esclusiva possibilità di guida sia seduti, sia stando in piedi, a mo' di acquascooter. Forse per gustarsi meglio delle belle boccate di aria inquinata, aggiungo, ma nelle auto da salone, si sa, conta più la scena che la logica. Alla possibile posizione rialzata si aggiunge la guida che avviene come sui Segway, spostando il peso del corpo; la vettura è priva quindi di un sistema di sterzo convenzionale e per andarci in giro si fa quindi una sorta di ginnastica, chiunque abbia usato una motoslitta lo sa.  La calotta che si apre per accogliere il guidatore è dotata di un sistema di proiezione che mostra i dati registrati dal sistema di infotainment, oltre a quelli meteo, utile per sapere quando è meglio smettere di surfare. Bella, ma un po' blade runner, forse.






Maserati 5 stelle





Siamo abituati a dividere istintivamente le vetture sicure da quelle sportive. Dev'essere una sorta di innato meccanismo di salvaguardia, che ci permette di ritenere che la nostra sete di velocità e prestazioni (con quell'insostituibile carica di adrenalina che nessun videogioco ti può dare you know what I mean), sia del tutto priva di possibili rischi. Ahimé non è però così, anche perché al salire della velocità salgono i danni in caso di incidente. Ecco perché il fatto che la Maserati Ghibli abbia ottenuto le 5 stelle nelle prove Euro NCAP, il massimo del punteggio possibile, è importante. Il video è un bel connubio di tutto questo discorso, anche se la carcassa dell'auto dopo il crash offset (avvenuto cioé soltanto sul 40% della  sezione frontale) fa indubbiamente impressione. Ma ora possiamo darci dentro più tranquilli, vero?

Rifornimento fai da te?



Ok, il risparmio energetico è à la page. Certo che però in Sardegna hanno preso la questione davvero alla lettera, tanto che un ricercatore dell'università di Sassari ha trovato un sistema di riutilizzare l'urina (sì proprio quella, umana e animale) come additivo per migliorare il rendimento di combustione dei carburanti tradizionali. Finora sapevamo dell'impiego dell'urea per i sistemi di catalisi per gli NOx sui Diesel di mezzi pesanti e alcune auto Euro 6, soluzione già diffusa tanto che ci sono i distributori di Ad Blue, l'urea, appunto, destinata a tali sistemi. Ma Franco Lisci, l'ideatore del progetto, con un passato in Fiat, ha messo a punto un sistema legato invece direttamente alla combustione, che si basa su un processo di filtrazione molto ecologica della materia prima, tanto che i dispositivi sono realizzati in lana di pecora (!!). Tale processo consente di di ottenere un additivo che promette riduzioni di consumo del 35% nei motori a benzina, del 60% in quelli Diesel e addirittura dell'80% con i combustibili gassosi. Sono valori strabilianti, forse troppo per dar loro fiducia così, d'acchito. Ma in tempi di crisi val comunque la pena di verificare la congruità degli asserti. Comunque sarebbe bello poter contare sempre sulla possibilità di un rifornimento personale per la propria auto; non so se mi spiego.

26 novembre 2013

Metti una strada con il formaggio



Questa è davvero forte. In inverno le amministrazioni devono accollarsi elevati costi per trattare le strade ghiacciate. La soluzione universalmente adottata è quella di cospargere il manto stradale di sale, che fa scendere il punto di congelamento dell'acqua ed elimina così il ghiaccio. Ma l'uso del sale ha un lato negativo perché il suo elevato potere corrosivo risulta dannoso sia all'asfalto stesso sia alla carrozzeria delle auto che percorrono il tratto "salato". Così nel Wisconsin (Usa), dove la sanno lunga di neve ghiaccio e basse temperature, hanno trovato una soluzione alternativa  locale che a loro dire è molto efficace: invece di spargere sale, impiegano gli scarti di lavorazione dei caseifici locali, il latticello salato che rimane da smaltire a fine ciclo. Pare che nella contea di Polk un dipendente del caseifico locale per un incidente abbia sparso il residuo sull'asfalto all'interno dell'azienda, notando un immediato miglioramento dello stato dell'asfalto. Nelle contee Usa la catena di comando è breve e così il nostro novello Archimede ha informato il sindaco, il quale dopo qualche esperimento ha contagiato prima la contea e dopo l'intero stato, nel quale la produzione di formaggio è capillare e diffusa. Così da quest'anno per sghiacciare le strade in Wisconsin si usano i residui provenienti dai caseifici con il vantaggio di una maggiore resistenza al freddo (-20 °C contro i circa -10 °C con il sale) e di una forte riduzione di costo. I caseifici risparmiano infatti i costi di smaltimento e le amministrazioni quelli di acquisto del sale. Tutti contenti? Beh, dipende. Perché il latticello puzza terribilmente e così quando si parcheggia l'auto nel box e la temperatura sale il penetrante odore di formaggio stantio rischia di invadere l'intera casa. Meglio la puzza o il rischio?

Niente aria, siamo jap



E' come un destino. Parlo della fine delle camere d'aria e in genere degli pneumatici come li conosciamo noi. L'ultima volta che ne ho parlato la new veniva dalla Corea (http://auto-thrill.blogspot.it/2013/09/uno-pneumatico-vivo.html) ora si ritorna sul pezzo con un prodotto presentato da Bridgestone al salone di Tokyo. Si chiama Air Free Concept Tyre ed è privo di aria, grazie alla struttura a lamelle in resina termoplastica che regge la fascia battistrada realizzata nella tradizionale gomma. Il problema tipico di queste realizzazioni a raggi prive d'aria è la velocità. L'assorbimento delle discontinuità dà luogo infatti a forti contraccolpi sulla struttura che ne limitano le performance al crescere delle prestazioni; non  a caso Bridgestone ha mostrato Air Free su una vettura elettrica e dichiara la sua efficacia fino a una velocità di 60 km/h. Un ulteriore vantaggio rispetto ai prodotti consueti è costituito dalle minori emissioni di CO2 legate alla ridotta resistenza di rotolamento e al minor peso, fattore questo che migliora anche la dinamica del veicolo per le minori masse non sospese. Ovviamente l'evoluzione di questi prodotti è legata a un accurato bilancio tra rigidezza e peso della struttura: alla prima sono legati infatti i consumi, mentre al secondo il comfort paragonato a un prodotto tradizionale. E' però certo che in futuro vedremo moltiplicarsi i concept di questi prodotti, inizialmente su veicoli da città ma sempre più su ogni tipo di veicolo.

Più reale o più virtuale?








L'influenza del web sulla realtà è sempre maggiore. Lo dimostra la Mercedes AMG Vision Gran Turismo, nata per diventare la protagonista di un videogioco, nella fattispecie il progetto Vision GT realizzata da Polyphony Digital. A Gran Turismo 6, ultima evoluzione dell'ormai famoso videogioco, hanno collaborato anche altri costruttori, come Alfa Romeo, VW e BMW, tutti realizzando concept virtuali che manifestano una eventuale opzione reale. Vale a dire che le Case coinvolte nel progetto si riservano la possibilità di dare vita a una vettura destinata davvero alle strade. Così Mercedes ha prsentata a Los Angeles la concept vera e diramato le caratteristiche virtuali (ma assolutamente credibili) della Vision Gran Turismo: 585 CV e 800 Nm, peso contenuto in 1385 kg, motore V8 biturbo di 5.5 litri (l'attuale AMG in uso su altri modelli). Il video silente è oggettivamente pesante e molto teutone, soprattutto quando i vari tecnici ronzano intorno all'auto, ma dà un'idea concreta di quanto esagerata sia la concept.

End of game



Finita. Chiuso. Giù la serranda. La Lamborgini Gallardo diventa una instant classic, dopo l'uscita dell'ultimo modello dalla linea di montaggio, ieri, dell'ultima LP 570-4 Spyder Performante. Ne hanno prodotte 14.022, la vettura costruita nel maggior numero di pezzi dalla Casa di Sant'Agata. Dalla sua presentazione a Ginevra nel 2003, una carriera lunga dieci anni, tanti anche per una supersportiva. In attesa della Cabrera, che prenderà il suo posto, con la chiusura della linea del V 10 (arrivato a 570 CV) alla Lambo rimane in produzione soltanto il V12 della Aventador. Trattandosi quest'ultima di una esagerata ipercar, pure nell'ambito di un marchio abituato agli eccessi come questo occorre assolutamente una sostituta, sia per bissare l'eccellente risultato economico, sia per introdurre novità tecnologiche anche in ambito iper. La fine della dinastia dei V8 in F1, infatti, autorizza anche il gruppo VAG (i tedeschi di VW proprietari del marchio) a proprorre un downsizing anche nel settore supersport, peraltro nella filosofia LeMans di Audi. C'è quindi l'ipotesi di un V6 turbo, ma occorrerà un accurato sondaggio nel gradimento da parte della affezionata clientela prima di una delibera definiva.

15 novembre 2013

Taci, la batteria ti ascolta!



















Le auto sono sempre più computer viaggianti e questo rende possibili tutta una serie di innovazioni sempre più importanti, per eempio nelll'ambito della sicurezza. Ma ci sono anche lati oscuri, più evidenti nei veicoli che impiegano tecnologie più sofisticate. Un caso recentemente portato alla ribalta della cronaca in Germania ci fa riflettere. Si tratta della Zoe, ultimogenita elettrica di Renault. Come per tutte le altre auto a batteria della Casa, è stato scelto di vendere soltanto la vettura, mentre gli accumulatori sono ceduti in leasing. Ciò permette da un lato di ridurre l'importo iniziale (le batterie costano in pratica quasi quanto la vettura) e dall'altro di mettere il cliente al riparo da eventuali malfunzionamenti o problemi: in tal caso gli accumulatori vengono semplicemete sostituiti senza costi aggiuntivi. Ma i tedeschi hanno scoperto che Renault ha messo dei DRM, Digital Rights Mangements, sulla batteria della Zoe. Si tratta di sistemi di sicurezza informatici che consentono di esercitare una sorta di diritto d'autore nel campo digitale; nella fattispecie questo tutela Renault da eventuali irregolarità di pagamento delle rate del leasing. In tal caso, infatti, potrebbe venire impedita la ricarica della batteria rendendo l'auto inutilizzabile. Il fatto però è che, secondo Der Spiegel, il sistema di controllo raccoglie anche altri dati di utilizzo sulla vettura e li invia alla Casa senza metterene a parte il proprietario. Un grande fratello? Speriamo proprio di no. Anche perché l'auto è rimasta forse l'ultimo ambienet in cui si possa avare un po' di privacy.


Stella scatenata





Bene, oggi andiamo di video hard. Come questo dell'on board di una Mercedes SLS AMG Black Series che ci dà dentro di brutto sulla Nordschleife, il circuito mitico e rischioso che ormai è il termine di pargone mondiale per ogni auto che voglia definirsi prestazionale. E' un po' lunghetto ma vale la pena di vederlo, perché il pilota spinge davvero forte e considerati i 630 cavalli dimostra un bel pelo, anche se a vederlo sembra piuttosto rilassato. Le correzioni infatti devono essere fulminee per evitare che la bestia ti prenda la mano. E, come si nota dal video, fuori dal tracciato ci sono solo alberi...

14 novembre 2013

Tutte le Morris in Garage











Ve le ricordate le Morris Garage? No? E se vi dico MG? Adesso ci siamo. Dopo il touch down della parabola europea del marchio nel 2005 con l'acquisto da parte della cinese Nanjing Automobile Group, l'attuale produzione, composta dai modelli MG3 e MG6 (derivati rispettivamente dalle Rover 25 e Rover 75), viene venduta in Cina, Cile, Colombia e, unico Paese europeo, Gran Bretagna. Scelte strane a vederle da fuori, anche perché tocca farle con la guida a destra per un solo mercato, ma se va bene ai i cinesi figuriamoci a noi. Nel novero delle scocche d'antan da cui derivare modelli manca però la mitica e pessima (ma con tanto affetto) TF, la spider inguidabile perché intrinsecamente instabile del 2002. Tra il 3 e il 6, me lo insegnate, ci stanno un 4 e un 5. La 5 c'è già, è una concept che sembra la versione mignon della CS concept , urbam Suv presentata al salone di Shangai di quest'anno. Ed ecco la sinergia: scocca della 5 e sovrastrutture della TF (che viene costruita su richiesta, c'è proprio chi vuol farsi del male) ed è bell'e pronta la nuova coupè MG4, che potrebbe montare un 1.5 o un 1.8 entrambi turbo. La linea dovrebbe avere lo stesso appeal della Lancia K coupé, non so se mi spiego, ma in compenso le doti stradali dovrebbero usufruire degli sviluppi compiuti negli ultimi dieci anni.

Una MIni come nuova































L'olandese Nedcar è un sito produttivo con una lunga storia. Nato Daf, le vetturette con il Variomatic a cinghia degli anni '60, è poi passato alla Mitsubishi e alla Volvo. Ora sono in corso talks tra BMW e VDL, owner dell'impianto, per attrezzare nei Paesi Bassi una linea produttiva di MNI a partire dal prossimo anno. E proprio in ottica propedeutica a questo futuro, nello stabilimento è stato compiuto il restauro di una Mini Classica (che allora si chiamava Austin Seven), numero di telaio 983, trovata l’anno scorso in un vecchio fienile a
Groningen in pessime condizioni. L'accurato lavoro di rimessa anuovo ha dato ottimi frutti e il video mostra il risultato finale.

Come i furgoni del latte di Londra?







Notiziona: Tesla starebbe progettando un pickup. Vista con il taglio europeo la new non è niente di che; da noi i trucks sono rari e perlopiù destinati all'uso professionale. Ma negli USA sono il veicolo più diffuso e produrli vuol dire cominciare a pensare (quantomeno nel novero delle possibilità) in grande. Esaminando l'attuale (piccola) produzione Tesla, inoltre, non c'è nulla di più distante concettualmente, stilisticamente ed economicamente di un pickup da una Model S; basta guardare nella foto i prodotti ALTe su meccanica Ford F 150. Ma le dichiarazioni del patron Elon Musk vanno proprio in questo senso, stando all'intervista con la CNN: "l'azienda deve seguire il flusso di mercato e se il mercato chiede trucks, trucks occorre produrre". Ovviamente un cassonato elettrico Tesla sarebbe alquanto diverso da quelli usuali e il sistema di trazione dovrebbe orientarsi più su un porgetto ibrido tipo Chevy Volt (oops, EREV, scusate, se mi sentono alla GM definirla ibrida!) perchè una panne da batteria scarica in ambito professionale è assai onerosa e dev'essere assolutamente scongiurata. Comunque, se il riferimento è il pickup elettrico Ford degli anni '90, che aveva un'a'utonomia di circa 180 Km e raggiungeva  i 110 orari, non ci sarebbero problemi di tipo prestazionale per Tesla, usa a parametri assai superiori. Diverso il discorso stilistico. Se date un occhio ai trucks della GM, tra i più aprrezzati, noterete un'imponenza e una dimensione che rappresentano letteralmente una new age stilistica per Tesla, che però potrebbe utilizzare a mo' di "palestra" il prossimo veicolo, la Model X, la crossover il cui progetto si è recentemente evoluto nella direzione della S, eliminando cioè la versione più economica con accumulatori da 40 kWh in favore di quelle da 60 e 95  kWh, assai più costose. La filosofia di un pick è strutturalmente diversa, ma nella pratica gli yankee amano i prodotti superaccessoriati e vistosi, che finiscono per costare come e più delle berline di lusso. Di qui, dunque, l'interesse dell'astuto Musk.










13 novembre 2013

V6 power per Camaro a Las Vegas



Al SEMA di Las Vegas arrivano tutte le super-vitaminizzate di mezzo mondo, figuriamoci quelle made in USA. Questa volta però, la Chevy ha messo in mostra anche una versione Perfomance della Camaro 2014 V6, quella dotata del sei cilindri di 3.6 litri. Il fatto è strano perché a un salone dell'elaborazione logica vorrebbe solo le versioni V8 più cattive, come la ZL 1 da 580 CV, mentre qui ci si ferma a quota 325. Pochi? Dipende. La GM ha un piano generale di downsizing per tutte le sue vetture, che mira a ottenere le stesse prestazioni degli 8 cilindri con minor cubatura, minor frazionamento e soprattutto mimor peso. Questa V6 Perfomance sfoggia un body kit con interni Recaro, freni Brembo, sospensioni sportive, cerchi da 20 pollici e un differenziale autobloccante, oltre al sistema di scarico progettato ad hoc che pompa il V6. Tutto lascia pensare che nel prossimo futuro le V8 possano lasciare il campo alle più piccole V6, che potrebbero colmare il gap prestazionale con un tuning adeguato. C'è poi in ballo da tempo anche il downsizing del V8 con un nuovo propuslore di "appena" tre litri biturbo capace di regimi fino a 10.000 giri, la cui potenza sarebbe attorno ai 600 CV. Il motore gira da tempo al banco, ma l'aria sospesa attorno alla crisi non ancora superata ne blocca la messa in produzione, oltre alla non trascurabile mancanza di richieste da parte di partner: la GM ha infatti dichiarato sin dall'inizio che avrebbe gradito offerte di acqusito del motore da parte di produttori

terzi.





Terra, mare e cielo





Non è il teaser di un videogico. Questa è roba tosta, una simulazione virtuale ma con tutti i connotati della realizzabilità di un veicolo sviluppato da Sandia Laboratories, una controllata della Lockeed Martin (missili, caccia), military stuff insomma. Si chiama Multi-Modal Vehicle Concept ed è unmanned, ciè privo di guidatore, un drone insomma, categoria che negli ultimi anni ha avuto il maggior successo tra i papaveri di alto grado  incaricati degli acquisti per i contingenti militari. Nessuno si sogna di costruire un mezzo simile per uso civile, (per ora), tanto più capace di trasportare un carico umano, ma il concetto è affascinate: un veicolo totale, capace di arrivare ovunque evitando (come si vede nel video) i pericoli. Personalmente trovo affascinante la propulsione a pinne sott'acqua, ma tutto il progetto è davvero innovativo e, soprattutto, quanto mai concreto.

Shinzo si fa scarrozzare




Per la serie: crediamo nel futuro, trasmettiamo il primo minustro giap che guida, o meglio sale su una Leaf a guida automatica. Shinzo Abe, infatti, si è fatto scarrozzare dall'elettrica Nissan sulle strade attorno al National Diet Front Graden, nel centro di Tokyo. Gli studi e i progetti di auto autonome fioriscono un po' dovunque nel mondo e in Giappone i principali costruttori collaborano a un progetto collettivo che stabilisca standard applicabili alla circolazione locale. Data la terribile situzione del traffico jap, infatti, un'auto che si guida da sola rappresentererebbe una vera panacea per le svariate migliaia di autombilisti giornalmente imtarppoati nei chilometrici jam sulle dedaliche autostrade a più piani. Nissan non prevede però nulla di operativo prima del 2012. Che peccato vero? Sono sicuro che anche voi non vedete l'ora di farvi portare dalla costra auto, magari dicendoglielo a voce o conversando tipo Total Recall. Piacere di guida? Sgommate? Naa. Niente eccessi, siamo cool (aiuto!)




Torna la Skyline ma solo in Giappone








La prima Nissan Skyline risale al 1957, una vettura che nel corso degli anni si è fatta apprezzare sempre più per le sue doti sportive (GT-R) e che nelle ultime versioni era diventata un'auto addirittura estrema. Ricordo di averne guidata una da 340 CV in Giappone (per legge non potevano avere più di 280 cavalli, quindi la potenza era segreta!) che sembrava davvero un cavallo selvaggio: l'entrata in coppia era in pratica ingestibile e nonostante le 4 ruote sterzanti e la trazione integrrale i controsterzi erano la norma. Poi, fine. E' vero è arrivata la GT-R, la nuova ipercar, ma nulla ha a che vedere con la epocale Skyline, con il suo 6 in linea da 2.6 litri e con la su cattiveria. Beh, ora il nome ritorna ma solo in Giappone. L'auto è curiosamente marchiata Infiniti (nel Sol Levante sinora il brand non era venduto, o meglio i  prodotti Inifiniti erano marchiati Nissan) e se la guardate bene non è altro che una Q50, con il motore da 364 CV e di tutto quello che rende una Infiniti paragonabile a una Lexus: grande comfort, cambio a doppia frizione, 4 ruote sterzanti e il primo sistema di sterzo drive by wire al momdo. Ma volete ridere? Sapete qual è l'arco di prezzo della vettura in Patria? Da 22.375 a 26.120 €. Qui con quei soldi qui ti compri un'utilitaria. Beati loro.

12 novembre 2013

Calo in Russia e Turchia



Se Atene piange, Sparta non ride. La crisi dell'auto che attanaglia l'Europa Occidentale da alcuni anni sembra un virus letale che resiste a ogni cura. Così adesso si espande come un blob anche su quelli  che erano sinora ritenuti mercati immuni e addirittura in crescita. Ne è un esempio la Russia, che nel mese di Ottobre ha subito un calo di vendite dell'8% rispetto all'anno scorso. Il venduto si è attestato su 234.481 veicoli, 19.539 meno dell'Ottobre 2012, dopo un calo del 7% registrato nei primi dieci mesi del 2013. Ma fa ancora più effetto il dato sulla Turchia, dove le cose vanno meglio nelle sfumature del peggio. Qui il calo è stato solo del 3.2% con una riduzione di un paio di migliaia di unità rispetto al periodo di riferimento del 2012. C'è da dire però, a favore dei bocciati dell'expo, che globalmente l'economia turca registra incrementi di PIL come quella ovest-europea potrebbe solo sognare di raggiungere e che in totale le vendite di auto nel 2013 sono aumentate di ben il 18%. Un calo monentaneo dunque; curioso però che il calo sia da addebitare principalmente all'area europea della megalopoli di Istambul; non sarà mica l'Europa a portare sfortuna?


11 novembre 2013

Torna lo scorpione dei sogni















Di un calo del successo della 500 non è nemmeno il caso di parlare. E quindi, dato che a Novembre cadono giusto i 50anni dell'Abarth e che il concetto tiene, ecco la versione produzione della Abarth 595 50° Anniversario presentata al salone di Francoforte. Motore a 4 cilindri T-Jet da 180 CV, coppia masima di 250 Nm, accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi e una velocità massima di 225 km/h sono il biglietto da visita di questa 500 ultrasportiva, praticamente un'auto da corsa mignon che pur con il suo passo corto ha doti di stabilità e una precisone di inserimento invidiabili. A parte le ruote da da 17'' con cerchi dal design 695 Grigio Magnesi, particolari decisamente moderni e necessari per gestire la potenza della esubernate auto, la livrea della vettura si rifà all'antenata. Fatta salva una piccolezza: là c'era l'aggressività povera di chi voleva farsi strada, qui lo status di una piccola icona.




Subaru va di WRX



Debutto al salone di Los Angeles per le nuove Subaru toste, la WRX e la WRX STI, di cui la Casa ha diffuso un teaser. Devo dire che la linea delle ultime Subaru, BRZ e XV a parte, non mi ha smosso dentro più di tanto e che da ciò che si vede anche questa non sarà più bella di tanto. Comunque, a parte il concentrato di linee da mal di testa, la grande presa d'aria sul cofano fa tanto auto cattiva. Non è però priva della sua indubbia funzionalità, dato che il motore dovrebbe essere il 2 litri sviluppato con Toyota, quello della BRZ e edlla GT-86, qui in edizione turbo. A seconda delle tarature, meno spinta sulla WRX semplice e con maggiore sovrapressione sulla STI, la potenza dovrebbe variare tra 265 e 305 CV, praticamente gli stessi della versione attuale nel secondo caso ma, attenzione, ottenuti da un boxer di 2.5 litri contro i due del prossimo. D'altronde, dopo l'imprinting Mercedes con la nuova Classe A AMG, i duemila che vogliano definirsi sportivi non possono assolutamente stare sotto i 300 cavalli.



09 novembre 2013

CitroPorsche 911 DS









Il team del  blog  Brandpowder ha sviluppato un progetto tanto eccezionale quanto visionario. Si è posto l'obiettvo di realizzare l'auto perfetta e ha individuato due brand per ottenere l'assunto: Citroën e Porsche, la prima (parliamo dei modelli d'antan, ovviamente) per il comfort e la seconda per la sportività. Detto fatto, la scelta è caduta su due modelli: una indimenticabile DS e su una altrettanto inossidabile 911. E poi, direte voi? Semplice, poi le hanno messe insieme, ma davvero, non al computer, aggiungendo un tocco di tecnologia contemporanea con un sisetma di propulsione ibrido annesso al sei cilindri boxer Porsche, qui rivoluzionariamente collocato nel vano anteriore. Come vogliamo definirla questa 911 DS? Strana? Orribile? Inguardabile? Oppure straordinaria? A ciascuno la propria valutazione, ma devo dire che la giunzione è stata realizzata con cura perfetta. E che a seconda del'angolo di visuale si riconosce l'una o l'altra delle componenti. Come dire, unite sì, ma ognuna con la sua dignità.

Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...