27 agosto 2013

Il futuro è ripiegare







Certo, nella fibrillazione generale dell'attesa del salone di Francoforte questa macchinina potrebbe passare inosservata. Ma attenzione, perché viene dalla Corea del Sud, la nazione che impensierisce di più "automobilisticamente" i costruttori tedeschi ed è stata realizzata dal Korea Advanced Institute of Science and Technology sulla base di una commessa governativa. Come dire, i coreani si preoccupano già oggi di quale tipo di auto può realisticamente essere impiegato in futuro.

450 kg di peso, un motore in ciascun mozzo, Vmax di appena 60 km/h, ma idonea alla città. Si chiama 딜 (come, non sapete il coreano? Vabbè, ve lo dico io, si chiama Armadillo), ed è lunga 2,8 m, ma ha proprio nella lunghezza il suo atout principale, poichè si richiude e riduce l'ingombro ad appena 1,65 m. Il sistema di chiusura fa anche da antifurto e, in tali condizioni, la può anche girare su sé stessa e, azionata mediante uno smartphone, infilarsi negli angoli più angusti. L'accumulatore è agli ioni di litio, capacità 13,6 kWh e secondo gli ingegneri di Seul, in soli 10 minuti può incamerare un'energia sufficiente a percorrere 100 km. Beh, su questo consentitemi un dubbio; ma il sistema di ripiegamento è geniale. Coreani über alles anche nella auto da città?


06 agosto 2013

Una Seven meno di seven



Non c'è come un accordo milionario per dare una bella spinta alla creatività. Parlo dell'agreement tra Renault e Caterham per la nuova Alpine, che ha ridato fiato al marchio inglese e ne spronato la voglia di fare qualcosa di nuovo. Certo, trattandosi sempre di evoluzione della "eterna" Seven ci sono dei limiti, ma se Porsche fa soldi (e tanti) costruendo da una vita la 911, anche Caterham può reclamare a ragione un sano diritto. Così ecco la novità: una entry level ultraleggera, si dice addirittura 500 kg che per rientrare nel peso piuma adotta un motore da Cappuccino (chissà se ve la ricordate?), un 660 cm3 a tre cilindri che in Giappone va sulla Suzuki Jimny. Il turbo fa miracoli, specialmente se, come dichiarano i tecnici britannici "il motore è stato ampiamente rimaneggiato" e se la smart roadster Brabus tirava fuori dal suo 0,7 litri 101 CV si può pensare che anche qui si stia su quel livello, che farebbe perciò meno di 5 kg per cavallo. WOW.


Niente iDrive, siamo Yankee



Si sa che negli USA c'è un Grande Fratello che veglia sulle auto e sulla loro componentistica: si chiama NHTSA, l'ente per la sicurezza stradale. E gli enti USA funzionano diversamente da quelli italiani ed europei, perché sono, come dire, meno "attenti" a minare le dinamiche di mercato dei brand di quelli nostrani. Così può accadere che parta un'inchiesta sull'iDrive, il sistema di controllo digitale della vettura ideato e impiegato da BMW. Secondo le prime indiscrezioni, l'NHTSA sta raccogliendo informazioni e commenti sull'utilizzo del dispositivo, che per parecchi automobilisti risulterebbe troppo complesso per essere impiegato a dovere, specialmente durante la guida. Troppo macchnosa la procedura "computer style" per accedere ai vari menù, ma soprattutto troppo nascoste certe funzioni. Se aggiungiamo a questo il fatto che la legge USA prevede che un display e i suoi controlli debbano essere adiacenti (sulle BMW l'iDrive si trova sulla consolle mentre lo schermo sta in plancia), ci sono le premesse per un possibile veto all'installazione del dispositivo sulle auto destinate al mercato americano. La notizia è altamente preoccupante non solo per il costruttore bavarese, ma anche per Mercedes, che con il Comand segue una logica analoga, e per Mazda e Porsche, che hanno rivolto all'NHTSA richieste mirate che lasciano intendere come stiano sviluppando un sistema analogo. Ma l'America è il Paese degli accordi commerciali...


Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...