28 novembre 2016

Toyota vuole un posto nell'Olimpo delle superport









Gazoo Racing è la scuderia sportiva di Toyota e copre molteplici settori, dai rally al campionato Endurance. Accanto all'attività principale, però, realizza anche elaborazioni ufficiali sulle vetture stradali del gruppo, che vengono vendute con due brand: GRMN (Gazoo Racing Masters of Nurbürgring) e G's. Questa attività è attualmente limitata, ma Koei Saga, responsabile della divisione motori di Toyota e della stessa Gazoo, pensa sia ora di potenziare il settore delle elaborazioni per farlo diventare un vero e proprio marchio, capace di sfidare i due leader indiscussi del settore, ovvero AMG e M. Con buona pace della partnership con BMW e quindi pure M, Gazoo sta quindi pianificando edizioni cattive delle attuali e prossime sportive Toyota e Lexus, a partire dalla GT-86 GRMN Sports FR Concept per arrivare alla futura Supra. Restando nel presente, le prossime novità potrebbero nascere da questa edizione limitata della coupé Toyobaru del 2012, che adotta turbo e volumetrico assieme per portare la potenza del 2 litri boxer a 315 CV, mentre per ciò che attiene la Supra non è ancora dato sapere se e quando Gazoo sarà autorizzata a intervenire sul progetto. Ricordo però che la Lexus IS F era una vera bestia; i presupposti per qualcosa di buono, quindi, ci sono.

Più cavalli per la Exige

















Lotus attraversa un periodo felice. Per la prima volta da molti anni ha ottenuto un utile operativo (ad dixit) e il suo futuro potrebbe riprendere sulla strada dell'innovazione, attitudine che fa parte più tipicamente del Dna della società sorella di engineering ma che a parte qualche inconsistenza delle idee sviluppate (motori a due tempi, range extender, freni in alluminio) si vede anche nei nuovi modelli. Certo, rimangono in corso tutte le questioni inerenti la proprietà Proton, come dicevo la settimana scorsa, ma nel frattempo Lotus va avanti e presenta la Exige Sport 380, la più prestazionale vettura stradale mai prodotta. Il motore adottato proviene (come ormai solito) da Toyota: un V6 di 3.5 litri sovralimentato con compressore che eroga 380 CV a 6.700 giri con coppia massima di 410 Nm a 5.000, che consente un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e una velocità massima di 286 km/h. Non è stato intaccato il tradizionale argomento della leggerezza, il peso della Exige va infatti da 1.066 a 1.100 kg e, insieme all'accentramento delle masse, garantisce un'agilità e una prontezza da caccia intercettore, da sempre le migliori doti delle Lotus. Trazione ovviamente posteriore attraverso un cambio manuale  a 6 marce standard (la leva con gli azionamenti a vista è sempre un bel pezzo di meccanica), ma c'è anche un automatico pure a 6 marce con i paddle al volante. Ampio uso di carbonio e tradizionale spartanità dell'interno sono collaterali della vettura, che adotta cerchi forgiati con pneumatici 215/45 17 all'avantreno e 265/35 18 dietro, freni con pinze AP a 4 pistoncini e per ridurre ulteriormente le masse, una batteria al litio. Prezzo consigliato 89.900 euro, disponibile dal 2017.

22 novembre 2016

Takeover cinese per Lotus?





Il marchio Lotus fa decisamente parte della storia dell'automobile e, con alti e bassi, periodicamente se ne parla per i rari (veri) nuovi modelli, ma anche per le assenze ai saloni, come a Francoforte l'anno scorso. Il brand fa capo a un marchio malese, la Proton, azienda cui si può applicare l'espressione idiomatica inglese "big in Japan", nel senso che fuori dal Far east i suoi prodotti sono bellamente sconosciuti. Orbene, Proton è da tempo in crisi e cerca partner per uscire dalle pastoie di un confronto troppo stridente con i produttori cinesi, con i quali condivide (e non dev'essere facile) il mercato. A tale scopo ha bandito una sporta di gara al contrario per selezionare l'azienda eletta a sobbarcarsi debiti e problemi tecnologici del marchio secondo una curiosa ma tipica abitudine malese a fare "le belle signorine". E qui rientra alla grande Lotus, che pur piena di debiti e con grandi difficoltà produttive rimane sempre un blasone di cui farsi belli, cosa che notoriamente ai cinesi piace molto. Dai 15 partner selezionati inizialmente siamo scesi attualmente a tre e Proton rifiuta di ammettere si tratti di aziende cinesi, ma dalle dichiarazioni di Ahmad Kenali, Ceo dell'azienda e uomo di fiducia della finanziaria DRB-Hicom che detiene il 100% delle quote azionarie del gruppo, la conclusione delle trattative potrebbe essere alle porte. Con l'eventuale cessione del brand inglese.

Nestlé e il metano liquido





Si direbbe che il mondo del food e quello dei trasporti siano assai lontani in un'ottica di business, ovviamente al di là del mero concetto di sfruttamento della logistica per la distribuzione capillare dei prodotti. E invece no, perché Nestlè, insieme a Iveco (e qui la presenza ci sta) è stata tra i main sponsor del progetto della prima stazione di rifornimento di gas naturale compresso e liquefatto, collocata a Gera Lario, in provincia di Como e inaugurata ieri. Un'iniziativa che consente l'impiego di autocarri alimentati a metano anche su lunghe distanze, dato che la maggior concentrazione del gas liquefatto permette autonomie fino a 1.500 km con serbatoi più piccoli. A dire il vero intravedo qualche ulteriore problema di sicurezza in caso di incidente, vista la temperatura di -162°C del gas che potrebbe cristallizzare i malcapitati a tiro, ma certamente un passo avanti nella direzione di eliminare i Diesel (specie quelli vecchi) dal trasporto. Bene, siamo tutti felici e contentoni. Ma non sarà mica che Nestlè ha intenzione di entrare anche nel settore carburanti?

Il futuro dei record sul giro?

















Eccola. La ipercar della NextEV di cui raccontavo a ottobre è un oggetto reale, tanto reale da aver battuto il record sul giro al Nürburgring per auto elettriche (appartenente sinora alla Toyota) con un tempo di 7' 5.12". E per fare le cose ancora più in grande è stato creato un nuovo brand, NIO che identificherà d'ora in poi la EP9, quella che oggi è la vettura elettrica più potente e veloce del mondo: 312 km/h la velocità massima, 2,7 secondi per passare da 0 a 100 km/h, 1.360 i cavalli. La prima auto con 1 MW di potenza (leggermente di più per essere precisi) una fattore che fa impressione perché è l'equivalente di una piccola centrale idroelettrica o di una grande pala eolica. Con tutti 'sti cavalli imbarcati si poteva fare a meno di una bella sgroppata in pista? No di certo, anche perché i 2.3 g di accelerazione laterale, i 3.3 di forza frenante e la deportanza di quasi 2 tonnellate e mezzo hanno senso soltanto su un tracciato come la Nordschleife o su una vettura dimostrativa. Perché la EP9 è proprio questo, un'auto dimostrativa. Ne faranno solo 6 e serve per mostrare dove la tecnologia elettrica può arrivare, oltre a spianare la strada alla vettura (di massa?) che NextEV ha intenzione di lanciare l'anno prossimo. Comunque la supercar ha due motori e un pacco batterie al litio con autonomia di circa 450 km, che pur al litio hanno il loro bell'impatto sulla massa, livellata a 1.735 kg, mica pochi per un'auto da record. Riguardo il video, per i dinosauri come me l'assenza del rumore consueto fa sempre un certo effetto. Sembra di guidare una sorta di astronave; e non dico lo shuttle perché sono sicuro che il sound della navetta abbia molto più carattere da combustione.

21 novembre 2016

Valvole pneumatiche per la Qoros



















Un paio di anni fa la Qoros fece la sua entrata in Europa. L'auto non aveva una linea entusiasmante, ma adottava un motore 1.6 (anche) turbo sul quale la Casa stava lavorando in ambito sperimentale. E oggi vediamo il risultato degli studi: la gamma è ancora piuttosto piatta quanto a stile ma la collaborazione con la svedese Free Valve, azienda nell'orbita tecnologica della blasonata Koenigsegg, come suggerisce il nome ha permesso al brand di presentare al salone di Guangzhou un innovativo motore privo di assi a camme, sostituiti da azionamenti pneumatici. Il sistema ha molti pregi, riduce l'altezza del propulsore, elimina l'attrito meccanico della distribuzione, elimina i corpi farfallati e addirittura la wastegate del turbo. Il risultato è perciò un aumento netto della potenza erogata: 230 CV, con coppia massima di 320 Nm, valori notevoli per una cubatura tutto sommato ridotta, per di più con una riduzione netta del consumo specifico. Attendiamo di saperne di più, ma corre l'obbligo di segnalare che Qoros non ha ancora parlato di eventuale produzione.

BMW i3 94 Ah





















La nuova versione della i3, l'elettrica urbana e non del marchio bavarese, si presenta con maggiore autonomia, grazie al pacco batterie che ora accumula 33 kWh, corrispondenti, (vedi titolo) a 94 Ah (di fatto si tratta soltanto di due diversi modi di esprimere l'energia accumulata). L'auto non è cambiata esteticamente, se si escludono le versioni CrossFade (nella foto) personalizzate da Garage Italia Customs, la società di Lapo Elkann che ha stretto un agreement con BMW riguardo lo stile, e mantiene il suo aspetto compatto, non troppo futuristico e gradevole nel connubio di linee arrotondate e tese che lo contraddistinguono. Le ruote alte e strette fanno un po' 2CV, ma globalmente prevale l'equilibrio, nonostante l'inviluppo di profilature richiami l'eccesso tipico dei jap. All'interno l'abitabilità è buona anteriormente, meno dietro, dove c'è spazio solo in altezza, mentre le gambe risultano piuttosto compresse anche se i sedili anteriori non sono molto arretrati. L'apertura controvento delle porte dietro e il pianale alto migliorano l'accesso ma non modificano sensibilmente il quadro. I materiali ecosostenibili usati per i rivestimenti (legno di eucalipto, sedili conciati con soluzioni di foglie d'ulivo) sono di buon aspetto tranne i pannelli delle porte, che sembrano di cartone e mancano di una consistenza adeguata. L'ampio schermo centrale e quello davanti al guidatore sono legati alle funzioni del Connected Drive, ma con i3 debutta anche il nuovo BMW Mobility Cloud, una applicazione scaricabile sul telefono che consente di gestire e programmare l'auto anche da remoto, impostando orari e durata delle ricariche, la climatizzazione anticipata mentre l'auto è ancora collegata alla rete non riducendo passivamente la sua autonomia e con l'ulteriore possibilità di aprire e chiudere porte e finestrini a distanza.



L'ho provata a Firenze, in occasione del simposio sulla mobilità urbana organizzato dalla Casa. Nel caotico e complesso traffico locale la i3 è perfettamente  a suo agio e si muove con molta agilità. Lo sguardo corre libero davanti e dietro, ma nelle svolte, specie con il passeggero a bordo, la ridotta visibilità laterale può causare problemi, specie se bici e motorini sono soliti infilarsi a destra e a manca come uso nel capoluogo toscano. Plancia e cruscotto sono ricchi di informazioni, ma ciò non rende meno intuitivo l'approccio del neofita alla vettura, che con un tocco al pulsante on-off vicino al comando rotante della direzione di marcia prende vita silenziosamente. Una leggera pressione al pedale acceleratore e la i3 si muove con pari delicatezza, perfettamente dosabile nella sua accelerazione, che tuttavia diventa violenta se si affonda repentinamente. Il tempo rilevato è di 7,3 secondi da 0 a 100 km/h, non eccezionale quindi, ma la continuità dell'accelerazione e la coppia di 250 Nm disponibile già allo spunto producono una sorta di effetto jet al decollo che al semaforo spara la i3 con la grinta di una Lamborghini. D'altronde 170 cavalli su un peso di 1.300 kg danno luogo a 7,6 kg/CV che insieme alla trazione posteriore e allo sterzo molto preciso permettono soddisfazioni anche nella guida extraurbana e mantengono anche in ambito elettrico l'abituale claim BMW sul piacere di guidare. Le gommine hanno infatti la spalla rigida e garantiscono precisione adeguata, mentre la tenuta si rivela di buon livello nonostante il baricentro più alto della media.

La caratteristica più diversa rispetto a un'auto normale è però legata al forte freno motore in rilascio, che fa sì che in pratica si guidi soltanto con l'acceleratore, impiegando i dischi unicamente nei rallentamenti improvvisi. Una condizione cui ci si abitua subito ma che richiede qualche attenzione di più al traffico dato che le luci di stop in questo caso non si accendono.



Il nuovo pacco batterie garantisce un'autonomia di 300 km nel ciclo al banco e la BMW sostiene che anche con gli accessori inseriti (condizionatore, riscaldamento) tale valore consenta sempre almeno 200 km effettivi, sufficienti nella maggior parte dei casi a una giornata di movimenti, anche extraurbani. Rimane comunque l'opzione del range extender a benzina che permette ulteriori 150 km, pur a prezzo di una riduzione dell'autonomia puramente elettrica a causa dello spazio rubato agli accumulatori. Di fatto una soluzione più adatta a chi faccia giornalmente molta strada suburbana, tipicamente il commuting yankee, ambito in cui la i3 in Usa ha avuto un discreto successo.

Resta in listino anche la versione da 60 Ah al prezzo di 36.500 €; questa da 94 Ah costa invece 37.700 €, che diventano 41.350 con il range extender.

15 novembre 2016

La Jag elettrica è una Suv


















Altra novità al salone californiano in apertura, la Jaguar I-Pace concept, crossover elettrica del marchio indo-brit che è di fatto un'intrusione nel segmento della Tesla Model X. La vettura di serie è attesa per il 2018, ma i prototipi sono avanti con la messa a punto e stanno effettuando le consuete prove su strada. Batteria da 90 kWh per circa 500 km di autonomia e potenza di 400 CV con coppia di 700 Nm divisa su due motori, uno per asse; ne consegue dunque la trazione integrale. La I-Pace impiega una piattaforma sviluppata appositamente che incorpora il sistema di raffreddamento delle batterie al litio e che è stata studiata per abbassare il baricentro rispetto al consueto per le Suv, collocato quasi 13 centimetri più in basso rispetto allo standard generale. La mancanza del tunnel della trasmissione ha consentito un abitacolo spostato in avanti che permette maggior spazio interno, con minori sbalzi e un passo allungato. La linea molto aerodinamica (Cx di 0,29) è ispirata alla concept C-X75, la ipercar del 2010 rivista due anni dopo che di fatto era una ibrida, prima a turbina e poi con un 4 cilindri a benzina. Dentro uno schermo touch al centro della plancia, la consolle centrale che fa da portaoggetti maxi (8 litri di capacità) e un bagagliaio da circa 300 litri, con il tetto panoramico a led che fa lo show giorno e notte. Cosa cambierà in produzione? beh, probabilmente niente ruote da 23 pollici, via il tetto a effetto cinema e sedili posteriori ripiegabili. Prezzo: chi può dirlo?

Concept al ribasso per VW





Domani comincia il Los Angeles Auto Show ed è prassi che un po' tutti i costruttori si diano da fare per presentare (quantomeno) concept che colpiscano l'immaginazione dei bambinoni yankee. VW tradizionalmente porta delle GT, ma stavolta lo fa con un corpo vettura più ingombrante, quello della Passat per la precisione. Una concept, ma anche una potenziale aggiunta alla gamma, comunque solo per gli States, dato che i cavalli con questo look dalle nostre parti non attecchiscono. Sotto il cofano il 3.6 V6 da 284 cavalli accoppiato a un cambio Dsg a 6 rapporti che agisce sulle ruote anteriori; niente 4WD, dunque. Look da GTI, assetto abbassato di 1.5 mm, doppio scarico e la scritta GT caratterizzano l'auto, che con la sua essenza sportiva un po' economy rispetto ad alcune concept del passato in un certo senso è lo specchio della nuova politica di tagli ai bilanci resa necessaria dagli esborsi legati al Dieselgate.

14 novembre 2016

Maybach raddoppia








Maybach sembrava ormai una marchio destinato all'oblìo, ma Mercedes tiene duro e non ha intenzione di farlo finire nel dimenticatoio. Così al prossimo salone di Los Angeles ecco la seconda auto della gamma, dopo la berlina S600: si tratta della S650 Cabriolet a 4 posti di cui MB ha diffuso un videoteaser. Musica languida per sottolineare gli interni ultralusso con sedili massaggianti climatizzati, l'impianto audio Burmester e la tiratura limitata a 300 pezzi, che fanno della S650 la versione top delle cabrio della Classe S, secondo la nuova collocazione di gamma di Maybach che più che brand a sé ora rappresenta il lato high end delle versioni già top. Sotto il cofano il V12 biturbo da 530 CV e 830 Nm, accoppiato a una trasmissione automatica a 7 rapporti; è prevista però anche una versione meno nobile che sarà equipaggiata con il V8, sempre biturbo, da 4.7 litri e 455 CV.

11 novembre 2016

Imprendibili, 'sti cinesi







OK, in assoluto questa notizia non ha a che fare direttamente con il mondo dell'auto. Ma anche no, perché Alibaba, il più grande gruppo di e-commerce cinese, oltre alla vendita di accessori e di forniture per il settore automotive da luglio vende anche online le auto della SAIC, tipicamente le Roewe, quelle che originano dalla vendita delle linee inglesi della Rover. Beh, oggi Alibaba ha battuto ogni record di vendita precedente, realizzando un guadagno di 1,47 miliardi di dollari in soli 6 minuti e 58 secondi. Una cifra strabiliante in relazione al ridottissimo tempo necessario per accumularla, che dà l'idea di quali ordini di grandezza si parli quando si pensa agli investimenti in Cina. Nella foto il fondatore e capo di Alibaba, Jack Ma, che fotografa il maxischermo che riporta il raggiungimento dell'importante traguardo economico. Hai voglia  ricorrere i nostri bilanci qui in Europa.

Per Subaru l'auto è al centro





Subaru è il marchio automobilistico della Fuji Heavy Industries Ltd (FHI), società che costruisce motori sin dagli anni '50. I prodotti di FHI (cito il marchio Robin) spaziano dai motori industriali a quelli per motoslitta, hanno raggiunto a settembre il traguardo di 33 milioni di unità e hanno solida reputazione al livello mondiale, con parecchie joint venture in Asia. Bene, fine della storia. Dal 30 settembre 2017 la società cesserà completamente la realizzazione di prodotti industriali per concentrarsi sul settore automotive. Le diverse produzioni continueranno fino allo scadere degli accordi commerciali, così come la costruzione dei ricambi, ma al di là della divisione che si occupa di tecnologie aerospaziali e di quella legata alle energie rinnovabili ogni risorsa sarà concentrata sulla crescita del prodotto auto. Una decisione che origina dai grandi successi commerciali in Usa e che prelude a maggiore dinamismo nella gestione dei prodotti; lecito perciò aspettarsi una serie di novità dal marchio nei prossimi anni. Nel frattempo debutta anche in Cina il sistema di assistenza EyeSight, installazione che ha superato sul mercato globale le 900.000 unità montate su automobili Subaru.

Più veloce di un aereo, più semplice di un'auto









Quando si parla di Elon Musk si pensa subito alla Tesla, ma il nostro ha anche altri campi di interesse e sviluppo, come quello dei trasporti veloci via terra. (Ri)parlo di Hyperloop One, idea ambiziosa e molto futuristica condivisa dal tycoon, che qualche mese fa ha organizzato una dimostrazione di fattibilità tecnica. Ora la società ha diffuso un video nel quale prospetta il funzionamento di una rete Hyperloop dal punto di vista dell'utenza. L'elemento di spicco è quello che il sistema possa garantire lo spostamento degli individui da casa a casa; un sistema di mobilità completo, quindi, che non richiede "accessori" per svolgere il suo compito, contrariamente a ogni altro mezzo di trasporto. Non sfugge però l'ambientazione negli emirati della simulazione. Scelta logica, perché proprio ad Abu Dhabi sono in corso trattative per la costruzione del primo circuito del sistema, ma anche indicatore di un target di utilizzatori che non definirei proprio popolare. A livello tecnico, comunque, non sono ancora del tutto risolti i problemi relativi alla sicurezza del transito dei convogli nei tubi a bassa pressione: l'obiettivo progettuale di Hyperloop è infatti quello di raggiungere velocità vicine a quelle del suono (circa 1.100 km/h) ma la distanza dell'ordine dei millimetri del veicolo dal sistema di accelerazione lineare rende pericolosissimo qualsiasi contatto a simili andature. Lo sviluppo comunque va avanti e la seconda società che si occupa del progetto, la Hyperloop Transportation Technology, ha in corso colloqui con il governo slovacco per l'ipotesi di una linea che colleghi Bratislava a Vienna e/o a Budapest. Ci vorrà ancora una decina d'anni, quindi, poi i primi collegamenti potrebbero concretizzarsi. Certo, se il mondo rimane quello che conosciamo oggi.

10 novembre 2016

Sovralimentare facile















Sempre all'Eicma e sempre nella sezione delle startup, ecco un'idea interessante e a basso costo, che può trovare collocazione tanto in campo moto quanto in quello auto. Si chiama Impulse Drum Charger ed è un dispositivo per ottenere la sovralimentazione di un motore senza l'uso di parti mobili. Il principio è infatti quello delle onde di pressione, che dallo scarico sono veicolate in un tamburo di 220 mm (nella versione per cilindrate unitarie di 125-250 cm3) o 270 mm (per cubature da 200 a 400 cm3) e spingono così una membrana che aumenta la pressione dell'aria in aspirazione. Il principio ricorda quello del Comprex della Brown Boveri, più efficiente data l'assenza di separazione tra i gas di scarico e l'aria aspirata ma complicato dal tamburo rotante che doveva essere collegato all'albero motore. L'assenza di parti mobili e la costruzione in materiale plastico consentono quindi l'economia del prodotto, che realizza una sovrappressione di 0,5-0,6 bar, non ha ritardi di risposta data la perfetta sincronizzazione con lo scarico e lavora a una temperatura 50°C che evita l'uso dell'intercooler. un'occhiata al video chiarisce il semplice concetto; trattandosi di un sistema puramente meccanico non c'è poi la necessità di equipaggiamenti elettronici. L'effetto sui propulsori sinora testati è quello tipico di una sovralimentazione soft: linearizzazione della curva di coppia e aumento del suo valore a basso regime, minor consumo, guida più reattiva e aumento intorno al 10% della potenza massima erogata Sulla carta ci sono solo vantaggi e sembra decisamente una buona idea. Chissà che non se ne vedano presto le applicazioni.

VW Golf 2017









Sono un po' sgranate, ma vengono dalla Cina e dovete perdonarmi. Sono le prime immagini rubate della Golf 2017, che è oggetto di presentazione oggi a Wolfsburg, l'ultimo restyling prima del completo cambio di progetto della vettura, previsto nel 2019. Nuovi (ma sempre nel mood) frontale e coda; più incisivi gli interventi all'interno, con il trasferimento nella Golf di alcune features della Passat, come lo schermo da 9,5 pollici. Motori da 1.0 a 2.0 litri, a tre cilindri il più piccolo, e tanti con il turbo, (tutti i Diesel). Al top dovrebbe arrivare l'attesa Golf R da 400 CV a trazione integrale vista a Pechino due anni fa, mentre ovviamente ci sarà ampio spazio alle  e-Golf e GTE, rispettivamente elettrica e ibrida, nell'ottica dell'annunciata decisa virata di VW verso le propulsioni alternative prevista nei prossimi anni.

L'auto Usa e il neoprotezionismo



L'elezione di Donald Trump a presidente è avvenuta con il sostanziale appoggio della Rust Belt, la fascia di classe operaia (come l'ha definita il neopresidente rispolverando un termine anni '70) che a seguito dei diversi accordi di globalizzazione ha visto la perdita di migliaia di posti di lavoro in Usa. Il settore automobilistico, in particolare, dal 2000 ha avuto una riduzione di 50.000 posizioni a favore di stati in cui il costo della mano d'opera è più basso, una delocalizzazione attuata grazie al NAFTA (North American Free Trade Agreement), il trattato che lega tutta la parte nord del continente, dal Canada al Messico, ma che data la contingente convenienza del Paese più a sud finisce per concentrare proprio là le unità produttive principali e collaterali. Come ha più volte dichiarato in campagna, è quindi probabile che Trump cancelli il NAFTA per sostituirlo con un più snello accordo bilaterale con il Canada, tagliando fuori il Messico per riportare in patria i posti di lavoro perduti. Una posizione radicale ma in  linea con le tendenze del tycoon, che si fa forte nella contesa del sostegno delle organizzazioni sindacali canadesi, che condividono con quelle Usa la lotta per evitare ulteriori perdite di posti di lavoro. Una notizia tutt'altro che piacevole per le Case automobilistiche (e soprattutto per quelle europee), in particolare per il gruppo VW, che in Messico ha importanti unità produttive. Inoltre i vertici VW temono una rinegoziazione al rialzo delle penali per il Dieselgate, eventualità tutt'altro che improbabile visto il protezionismo annunciato da Trump. Insomma si annunciano tempi duri per le auto d'importazione, che potrebbero anche dover sottostare a dazi particolari per agevolare le concorrenti a stelle e strisce. Anche se sinceramente dubito le Case locali siano in grado di sostenere il confronto con quelle europee in termini di tecnologia. Ma per i truck che tanto piacciono agli yankee anche i motori d'antan vanno bene, no?

09 novembre 2016

Supra is (almost) back










E' da un annetto che non si hanno più notizie tecniche concrete della prossima sportiva Toyota, la sostituta della Supra. Ma lo sviluppo è andato avanti e da tempo i muletti dell'auto girano un po' su tutte le strade. Stavolta però l'auto è al Nürburgring, come si conviene a ogni sportiva che si rispetti e che voglia contare. L'occasione permette di fare speculazioni sul propulsore, del quale si era detto un po' di tutto, dall'architettura (forse un 6 in linea vista la collaborazione con BMW) al sostegno ibrido. Acoltando bene si sente però un sound da V6, in linea quindi con le ultime indiscrezioni che davano soltanto Toyota coinvolta nella parte propulsiva. Lo share con BMW sarebbe quindi riservato soltanto allo chassis, che di fatto dovrebbe essere quello della prossima Z5 a trazione posteriore. Lo sviluppo comune quindi dovrebbe dar luogo a una sportiva più tradizionale e motorizzata con i propulsori casalinghi nel caso del gruppo di Monaco, mentre la vettura nipponica avrà quasi certamente una parte ibrida di sostanza che collabori al V6 biturbo sviluppato dalla Lexus.

Dall'acquario alla strada



All'Eicma c'è un settore dedicato alle startup, a progetti innovativi che cercano la strada per la produzione industriale. E' il caso della Askoll, che insieme alla produzione di biciclette e scooter elettrici ha presentato anche Elò, una gradevole piccola quattroruote che si distingue per la tecnologia allo stato dell'arte, evoluta con una roadmap tutta interna all'azienda. La genesi del progetto, infatti, è curiosa: Askoll produce elettrodomestici ed equipaggiamenti per acquari e con il perdurare della crisi, che determinava cali nei fatturati, ha deciso la diversificazione nel campo della mobilità elettrica, traslando la propria tecnologia dal campo home a quello road. Elò è attualmente la punta di diamante dell'evoluzione di questo concetto: un quadriciclo (pesante) che impiega batterie al litio da 9,5 kWh e lavorano alla tensione di 54 V, con una velocità massima di 80 km/h e una coppia di spunto di ben 510 Nm, tali da garantirgli prestazioni brillanti nel traffico. La vettura è piccola, è lunga 2,605 m, ha due posti ma un vano bagagli da ben 340 litri e una notevole abitabilità; si candida dunque come alternativa alla portata di mano al traffico cittadino, con la sua autonomia da 120 a 200 km a seconda delle condizioni di d'uso. La ricarica è prevista in un tempo da 5 a 8 ore con la rete domestica, una scelta precisa per evitare aggravi di costo e complicazioni ai futuri proprietari. Se son rose...

08 novembre 2016

Eicma 2016







Come ogni anno, è di prammatica la carrellata sull'Eicma, la più grande esposizione internazionale di motocicli. Con il mercato in ripresa sono molte le novità, ma soprattutto si rileva un avvertibile impegno nello stile, più avvertibile nei piccoli marchi rispetto ai consolidati big. E' il caso della Mondial o della Benelli, con le rispettive 125 e 500, che potrebbero ricavarsi una fetta dell'espansione in corso. Prosegue poi la marcia della customizzazione di serie, contraddizione in termini che però dà luogo a moto omologate, a norma anti-inquinamento e soprattutto sicure, cosa spesso non garantita con le special. Non accenna a calare anche la paranoia delle iperpotenze e iperprestazioni, per la gioia delle piccole amministrazioni che con gli autovelox sulle statali si stanno garantendo sempre più un sicuro introito di cash. Dall'altro lato continua la crescita delle elettriche a due e 4 ruote (quadricicli), a dispetto delle tuttora imperanti difficoltà di ricarica in termini di tempo e autonomia. Ma il settore si sta rivelando sempre più concreto e nei prossimi anni potrebbe sbocciare per davvero. In tal caso c'è da sperare però che non se accorgano alle finanze, perché il riequilibrio con la tassazione sul mercato tradizionale (oggi sulle elettriche le tasse sono molto ridotte e non ci sono accise sulla ricarica)potrebbe riservare brutte sorprese.






































































































































































































































Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...