30 novembre 2022

Robot giapponesi crescono

Un carrellino a guida autonoma consegna generi alimentari e beni di prima necessità a circa 1.000 famiglie nel centro della città giapponese di Tsukuba.


E' giunto al secondo periodo di sperimentazione dopo lo step iniziale svoltosi dal 28 maggio al 30 luglio u.s. il servizio di consegna fornito nella città nipponica dalle società Rakuten e Seiyu, con il partner tecnico Panasonic che fornisce il mezzo.
Si tratta di un carrello motorizzato compatto, 117 x 65 x 115 cm, che può raggiungere i 4 km/h (la velocità di un pedone) e dispone di uno spazio di carico da 114 litri, sufficiente a stivare il contenuto di due cestini della spesa. Copre un raggio di 850 metri dagli esercizi commerciali verso le case dei clienti, con consegne effettuate solo il sabato.
Il robot può trasportare articoli refrigerati e congelati e impiega un sensore e una telecamera per controllare l'ambiente circostante; si ferma automaticamente quando si avvicina a pedoni e altri oggetti e fa annunci a voce sul suo percorso per non cogliere di sorpresa i passanti.
 


Il servizio ricorda quello di pizza delivery di Domino a Houston; quando il veicolo arriva a destinazione, il cliente inserisce un codice PIN per aprire lo scomparto sul lato del robot e ritirare gli articoli i cui ordini si effettuano tramite smartphone su un sito dedicato.
Le consegne arrivano non prima di 30 minuti e i clienti possono anche selezionare una fascia oraria di consegna; il prezzo el servizio è inferiore all'euro per ciascuna consegna.
In Giappone stimano il prossimo forte aumento delle consegne autonome, per sopperire alla crescente carenza di personale addetto allo scopo e contribuire a facilitare l'accesso ai servizi essenziali della parte più anziana della popolazione.

29 novembre 2022

Potenza a pagamento per le EQ Mercedes

Più che l'hardware è il software a cambiare. Le elettriche sono sempre più un modo di legare a vita i clienti ad aggiornamenti, opzioni e gadget. Ma forse il meccanismo perverso potrebbe incepparsi...

L'elettrificazione ha coinciso con il debutto di un nuovo modo di far soldi per le Case, basato oltre che sul forte aumento dei prezzi sulle offerte post vendita a pagamento. Una miniera d'oro, apparentemente, che però dovrà fare i conti con clienti arrabbiati e pessime relazioni pubbliche.
L'auto è definibile infatti un prodotto tradizionale dal punto di vista del marketing, con logiche economiche consolidate. In particolare l'acquisto è un'operazione one off: scelgo l'auto e i suoi optional, pago ed è finita lì.


Oggi però parecchi costruttori hanno cambiato strategia: le auto connesse hanno portato a un aumento delle funzionalità basate su abbonamento che le aziende cercano di forzare sui clienti a dispetto della generale assenza di gradimento della procedura.
Mercedes è tra le ultime ad affacciarsi su questo versante, ma problemi legali cominciano a sorgere. La Casa ha annunciato infatti che offrirà sul mercato Usa un aggiornamento di potenza per le berline elettriche EQE ed EQS a fronte di un abbonamento anuale di 1.200 dollari.
L'offerta prevede che la potenza di EQE ed EQE SUV 350 4MATIC passi da 215 a 260 kW e quella di EQS e EQS SUV 450 4MATIC da 265 a 330 kW, con lo 0-60 mph (96 km/h) che si riduce da 0,8 a 1,0 secondi a seconda del modello.


Negli States l'offerta è legale, ma molti tra acquirenti, giornalisti, analisti considerano l'intero affare una procedura scorretta. E in Europa le cose non vanno meglio: il sistema giudiziario ha contestato l'illiceità del cambiamento della potenza di omologazione del motore, quindi Mercedes non potrà implementare gli aggiornamenti fino a quando la diatriba non sarà risolta.
Forse l'elettrificazione ha portato con sé una sorta di dirigismo impositivo economico, la cui possibile instaurazione è però tutta da verificare in base alle leggi e alle consuetudini dei diversi Paesi.

28 novembre 2022

Ceca estrema

Una nuova supercar si aggiunge all'ormai corposo elenco dei prodotti da oltre un milione di euro: è la Praga Bohema, che sfida la concorrenza più estrema del mercato.


Il marchio Praga viene come è facile dedurre dalla Repubblica Ceca e negli ultimi 20 anni si è specializzato in diverse attività, dalle bici da enduro ai kart, agli aeromobili, nonché nel segmento delle auto da corsa.  La Praga R1 ha vinto la sua classe nella serie Britcar 2019 in UK e da questa esperienza nasce la Bohema, una street legal, una vettura da pista guidabile anche su strada.


Sviluppata per  scocca e accessori a partire da un foglio bianco e con il coinvolgimento dell'ex F1 Romain Grosjean, utilizza però il propulsore V6 della Nissan GT-R rivisto dalla Litchfield Engineering per portarne la potenza a 700 CV a 6.800 giri con coppia massima di 725 Nm da 3.000 a 6.000 giri. Il sistema di lubrificazione a carter secco ha permesso di montare il motore più in basso di circa 14 cm, contribuendo così ad abbassare il baricentro, mentre la trasmissione sequenziale Hewland porta il moto alle ruote posteriori.
La potenza in effetti non è particolarmente elevata per lo standard delle supercar, ma grazie alla costruzione completamente in fibra di carbonio la Bohema pesa solo 982 kg e realizza quindi un rapporto peso potenza di 1.40 kg/CV, tale da consentire lo 0-100 sotto i 2.3 s con una velocità massima superiore ai 300 km/h.


Carbonio anche nell'abitacolo, insieme ad Alcantara e finiture in pelle, per un interno lussuoso e confortevole nonostante la taratura racing delle sospensioni. E' previsto anche uno spazio per il bagaglio, con una borsa su misura studiata per entrare in un alloggiamento nella parte posteriore sinistra della vettura.


L'aerodinamica è stata studiata alla galleria del vento per generare una deportanza di 900 kg a 250 km/h, tale da consentire alla Bohema tempi da GT3 su un tracciato.
L'auto è definita nelle sue caratteristeche generali, ma non ancora deliberata del tutto; la costruzione degli 89 esemplari previsti dal piano produttivo inizierà infatti nel 2023; 89 auto per celebrare la vittoria alla 1.000 Miglia Ceca del marchio Praga nel 1933.
Il prezzo è fissato per ora a 1.256.000 euro.


25 novembre 2022

Thanksgiving gift

Per celebrare la più importante festa yankee, in Nord America Tesla consente a ogni proprietario abbia scelto l'opzione full self driving di scaricare gratuitamente il più recente software di guida autonoma.


Nel 2014 Tesla ha iniziato il lavoro sui veicoli a guida completamente autonoma e all'epoca Musk affermava che entro il 2017 una sua vettura sarebbe potuta andare da Los Angeles a New York senza intervento umano.
Otto anni dopo quella promessa non è ancora stata rispettata e il motivo principale del ritardo è che il software in uso al tempo aveva già raggiunto la massima evoluzione possibile. In altre parole, indipendentemente dalla quantità di dati di addestramento forniti all'intelligenza artificiale, la totale autonomia di guida, il livello 5 non era raggiungibile.

Ma da allora si è scelta una nuova strada. Nel 2020 è stato rilasciato un nuovo software a circa 2000 proprietari per i test stradali, totale salito a 160.000 attualmente. Il nuovo sistema, chiamato FSD beta, è giunto alla versione 10.69 e porta con sé diversi miglioramenti, in attesa della FSD Beta V11 che dovrebbe concludere lo sviluppo.
L'architettura da perfezionare è quella della guida in autostrada: su questi tracciati, infatti, Tesla utilizza ancora l'iterazione beta pre-FSD del pilota automatico che non impiega tutte le 8 telecamere per creare uno spazio vettoriale, ma fa ancora molto affidamento su codici scritti manualmente anziché sull'intelligenza artificiale per prendere decisioni di guida.
 


FSD Beta V11, segnerà quindi la svolta, integrando per tutti gli scenari di guida la nuova architettura del pilota automatico che adotta principalmente le decisioni prese dall'intelligenza artificale.

Mi corre l'obbligo di far notare che la roboante definizione di intelligenza artificiale è più concetto di marketing che realtà: non esistono infatti computer (nemmeno quantistici) che abbiano coscienza di sè e il preteso il concetto di autonomia decisionale si basa in realtà sull'integrazione di dati reali con istruzioni codificate ma, si badi bene mai davvero autonome.
Quindi una Tesla self driving non guiderà mai davvero da sola ma, facendo il processo di sviluppo inverso, secondo il criterio più o meno evoluto di chi ha introdotto le scelte base del software. Ricordiamocelo senza facili entusiasmi.

23 novembre 2022

Il futuro che ci aspetta

Spari sul dritto con accelerazioni da Artemis, cercando il limite dei dragster anche fuori dalle competizioni. E' questo il domani delle hypercar?


Sono un appassionato di auto da sempre e nella mia carriera ho guidato di tutto. Tanto malato di automotive che anni fa, chiacchierando a cena con la PR Jaguar che mi raccontava di un ragno (spider in inglese), lo presi per un'auto e lei mi apostrofò scherzosamente dicendo:"Roberto, you are literally obsessed by cars!".
Ossessionato forse no, ma dedito alle emozioni che un'auto ti può dare sì. E tra le principali, guidando una sportiva, ci sono quelle che puoi assaporare su un misto veloce, dove tra una curva, una staccata e un'accelerazione viene fuori tutto il carattere della vettura. Anche in pista, ovviamente, ma è un ambiente più estremo, nel quale vedi sì il limite, ma non puoi certo riprodurlo su strada.


Bene se racconto tutto questo è per commentare il record della Pininfarina Battista nell'accelerazione da 0 a 100 km/h, 1.86 s. All'autodromo di Dubai, Paese ideale per vendere una supercar da oltre due milioni, il tempo è stato ottenuto con l'ausilio del launch control assieme a quello sui 200 orari, 4,75 s, battendo il precedente primato della Rimac di 1,97s.
OK, risultato straordinario, anche se visti i 1.900 CV e i 2.340 Nm, ce lo si poteva aspettare.
Ma se la competizione tra supercar d'ora in poi si baserà sul raggiungere gli spari di un dragster cosa ne sarà delle emozioni di cui dicevo prima? Diventeremo come gli yankee, pronti a sfidarci al primo semaforo per poi andare in giro a passeggio?


Tra limiti imposti dalla UE e traffico, il gusto di guidare una sportiva sta diventando sempre più effimero e potrebbe alla fine ridursi al provare sensazioni da caduta nel vuoto che, oltretutto, rappresentano anche un potenziale pericolo se non si è abbastanza allenati per sopportarle.
Non è solo nostalgia del passato: una elettrica ultraperformante se vuole avere un'autonomia minimamente effettiva pesa comunque come un pickup. E sul misto il peso implica derive che costringono a sollevare il piede; non c'è elettronica o pneumatici che tengano.



18 novembre 2022

Porsche 911 Dakar

Dopo le prove generali della salita al vulcano in Cile, ecco la miniserie della Carrera da off road, che debutta al salone di Los Angeles e sarà prodotta in 2.500 esemplari.

In anteprima a L.A.,è dotata di un telaio che si può sollevare di 80 mm, ha l'aspetto della vincitrice alla Parigi-Dakar dell'84 e impiega la meccanica della vettura che ha conquistato la vetta dell'Ojos del Salado all'inizio del mese.
Il motore è quindi il solito 6 cilindri biturbo da tre litri la cui potenza sale però di 30 CV rispetto all'auto del record, raggiungendo i 480 CV con coppia massima di 570 Nm; lo 0-100 si copre in 3,4 secondi e la V max è limitata a 240 km/h dato l'equipaggiamento con gli pneumatici da fuoristrada 245/45 ZR 19 davanti e 295/40 ZR 20 dietro sviluppati appositamente per il modello; in alternativa si possono richiedere pneus estivi o invernali. Sempre in opzione, box da tetto, fari aggiuntivi e accessori off-road.

Se correte potete anche riuscire ad aggiudicarvene una: basta portarvi dietro 230.990 euro, ma per il pacchetto Rallye Design ne occorrono altri  26.718.

15 novembre 2022

Fidarsi è bene...

L'ennesimo incidente di una Tesla dovuto al malfunzionamento dell'Autopilot. E' accaduto in Cina e  ha ucciso due persone.

Una decina di giorni fa nella città di Guandong, in Cina, una Tesla Model Y è andata fuori controllo causando la morte di una ragazza in età scolare e di un motociclista, oltre al ferimento di altri tre malcapitati.


Di tutta la sequenza dell'incidente esiste un video, pubblicato dalla testata El Pais sul suo canale Youtube, e ottenuto dalle riprese delle telecamere di sorveglianza collocate lungo il folle percorso fuori controllo dell'auto.
Si vede la Model Y accostare e giungere quasi all'arresto, per poi accelerare improvvisamente fino a raggiungere una velocità molto elevata. Non sembra esservi traccia dell'azionamento dei freni lungo tutto il percorso compiuto, quantomeno stando al fatto che non si nota l'accensione delle luci di stop.

La vettura ha viaggiato ad alta velocità per più di due chilometri e la polizia locale ha escluso che il guidatore fosse ubriaco. Secondo Reuters, quest'ultimo, un uomo di 55 anni, ha affermato di avere problemi con il pedale del freno, ma Tesla sostiene che dai dati in suo possesso il conducente non ha nemmeno tentato di azionarlo.


Resta il pericolo latente di affidare a un computer la completa gestione del veicolo, condizione che mi auguro con tutto il cuore non si diffonda anche in Europa. Con la sicurezza non si scherza.

14 novembre 2022

Record MB al Ring

La Mercedes-AMG ONE ha stabilito il nuovo record sulla Nordschleife per le categorie dei veicoli di serie omologati su strada e delle supersportive con il tempo di 6:35,183, ottenuto sul tracciato di 20,832 km.

Meteo e condizioni della pista non erano ottimali, ma dopo una serie di tentativi e appena prima della chiusura del tracciato il pilota Maro Engel ha fatto il 28 ottobre un ultimo tentativo ed è riuscito a stabilire il primato con 6:35.183, anche se già nei giri precedenti i tempi erano sufficienti a garantire alla AMG One la vetta della categoria.


L'esclusiva hypercar di Stoccarda adotta la tecnologia della F1 con un motore a combustione e quattro motori elettrici per un totale di 1.063 CV distribuiti sulle quattro ruote, raggiungendo una velocità massima di 352 km/h. La vettura incorpora però anche altre soluzioni da gara, come la struttura in carbonio e l'unità motore/trasmissione in ruolo portante, oltre all'aerodinamica attiva e alle sospensioni con push-rod.


Certo, un risultato eclatante. Ma se osservate bene il video, noterete come le cambiate non siano così veloci, mentre la velocità massima raggiunta nell'allungo finale non supera i 337 km/h.
Beh, mica male, direte voi. Certo, ma stiamo parlando di una hypercar in tiratura limitata da più di 1.000 cavalli, che dovrebbe dare ai fortunati possessori le sensazioni di una sportiva da pista.
Allora, giusto per fare il confronto, date un'occhiata al giro più straordinario di sempre, quello di quattro anni fa della Porsche 919 Hybrid Evo, che ripubblico qui sotto. Questo sì che è eccezionale.


09 novembre 2022

EICMA

Si è aperta la nuova edizione della rassegna milanese, la più importante sullo scenario internazionale.

Tante moto, tanto colore, tante belle ragazze, ma anche meno partecipanti, specie quelli di area teutone: mancano infatti sia BMW sia KTM.
Forse anche nel mondo delle due ruote si avvicina quella crisi di interesse per le rassegne che già da tempo caratterizza il mondo dell'automobile e che si avverte maggiormente per i costruttori che operano su scala maggiore, giapponesi a parte.
Vedremo se sarà così, ma è oggettivo che l'interesse dei giovani per l'ambiente non è più quello di una volta e che i visitatori sono sempre più in là con l'età. C'entrano anche i prezzi crescita costante?































04 novembre 2022

Una 911 sul vulcano

Generalmente, Safary rally a parte, si associa una Porsche alle piste. Ma dopo quasi 60 anni di strada ora una coppia di 911 sperimentali ha affrontato un vulcano.

Aria sottile in Cile. Ed è proprio qui, sulle pendici di Ojos del Salado, il vulcano più alto del mondo con i suoi 6.893 m, che una squadra guidata da Romain Dumas, il pilota che nel 2018 vinse il Pikes Peak International Hill Climb con la Volkswagen ID R, ha spinto ai limiti estremi la 911.
Le auto sono basate su una 911 Carrera S Tipo 992 con il motore di serie da 450 CV e la trasmissione manuale a sette rapporti. Oltre a roll-bar, sedili in fibra di carbonio e imbracature, le vetture sono state dotate di assali a portale per aumentare l'altezza da terra, che ora è di 350 mm e di rapporti ridotti che  consentono un dosaggio preciso della coppia a bassa velocità con i grandi pneumatici fuoristrada montati. Il sottoscocca è protetto da una copertura in in fibra aramidica per consentire lo scivolamento sulle rocce e il radiatore è stato spostato in alto per evitare contatti con il terreno.


È stato aggiunto poi un dispositivo chiamato Porsche Warp-Connecter, nato per le corse ma adattato al compito attuale, che consente un collegamento meccanico tra tutte e quattro le ruote per distribuire la coppia in modo costante anche quando il telaio è soggetto a sbilanciamenti estremi. Non mancano poi i bloccaggi manuali dei differenziali e un avanzato sistema steer-by-wire, un verricello completa l'allestimento.


Porsche ha così battuto il record di altitudine per un veicolo a quattro ruote stabilito nel 2020 dalla Mercedes, che con due Unimog aveva raggiunto i 6.694 m.

03 novembre 2022

Una Charger "mortale"

La Banshee è lo spirito femminile della morte nella leggenda irlandese; la possono vedere solo coloro che sono prossimi al trapasso. Un nome eloquente per la prima muscle car elettrica di Dodge.

Al SEMA di Las Vegas aperto lunedì, forse ormai l'unico vero salone che rispecchi ciò che l'auto è o sta per diventare, ci sono come sempre modelli acchiappa sguardi. E Dodge non si è fatta scappare l'occasione con la versione elettrica della Charger, la Daytona SRT Banshee Concept.
Visto che il salone apre proprio il giorno dopo la notte di halloween, il nome del prototipo sembra decisamente in stile con il periodo e il riferimento alla Banshee suggerisce prestazioni devastanti.


Il modello prefigura nello specifico la versione da drag race, ma anche i futuri allestimenti stradali, caratterizzati dalla sigla che esprime la potenza in chilowatt dei motori elettrici installati.
Così la Daytona SRT Concept 440 esposta al SEMA dispone di 440 kW, 598 CV, ma ci sarà poi tutta una serie di upgrading applicabili alle diverse versioni, per giungere sino al modello top con potenza di 500 kW, 679 CV. Negli Usa sono già partiti in quarta con gli aggiornamenti a pagamento over-the air e i proprietari delle Charger elettriche riceveranno una chiave di cristallo per autenticare i download, ovviamente dopo aver pagato.
Tutte le Charger utilizzeranno inizialmente un impianto elettrico a 400 volt, ma è già all'orizzonte l'architettura a 800 volt che potrebbe portare la potenza a 589 kW, la mitica soglia degli 800 CV. Il modello esposto al SEMA è nel colore in Stryker Red, ha ruote in fibra di carbonio da 18 pollici con pneus da 305 e bulloni in titanio, il tutto per alleggerire una vettura che, dovendo scontare le batterie nel pianale, ne ha certo bisogno.


Particolare di colore in stile con lo spirito del SEMA, Dodge avvierà e farà girare la vettura durante l'evento per pubblicizzare lo scarico Fratzonic, un sistema elettromeccanico che imita il sound di un V8 (ARGH!) ed è composto da un trasduttore anteriore che spinge le onde sonore in un tubo che corre sotto la vettura e termina come lo scarico di un motore convenzionale, variando l'emissione a seconda della potenza richiesta. Dodge terrà conto delle opinioni dei visitatori del SEMA per modificare e tarare il suono sulle specifiche finali, poichè da indagini di mercato il 48% dei millennial sta prendendo in considerazione un veicolo elettrico per il prossimo acquisto, ma il 51% sostiene che un suono di scarico adeguato aumenterebbe la propensione all'acquisto.


Solo inutili o anche pericolose?

I test di guida autonoma proseguono tra difficoltà tecniche, indagini, e trascurabile impatto economico. C'è da domandarsi se si tratti ...