24 ottobre 2024

Solid state per la Charger

La frontiera di Stellantis è negli Usa, dove con la Dodge inizieranno i test sugli accumulatori allo stato solido.

Delle difficoltà di Stellantis, in particolare negli Usa, sappiamo già. Difficoltà che coinvolgono direttamente l'ad Tavares, accusato da più parti di inadeguatezza all'assai ben remunerato compito. Nello specifico, l'atteggiamento del marchio verso le Bev è radicalmente cambiato da due anni a questa parte, passando da una critica feroce (e motivata) alla joint venture con la cinese Leapmotor. E' vero d'altronde che le norme UE non si possono (al momento) aggirare, ciò vale per ogni Casa, ed è forse questa la motivazione alla base dell'accelerazione allo sviluppo di Bev con batterie allo stato solido.


Nello specifico dunque ecco l'annuncio di ieri di una flotta di Dodge Charger Daytona con batterie allo stato solido sviluppate in collaborazione con l'americana Factorial, che inizierà
entro il 2026 i test su strada.
Factorial ha Stellantis tra gli investitori, insieme a Hyundai e Mercedes. Ha fatto ricerca e sviluppo sugli accumulatori allo stato solido nell'ultimo decennio e sembra essere sulla buona strada per la produzione entro il 2030; anche Mercedes ha dichiarato di prevedere l'uso dei suoi prodotti, che consentirebbero fino all'80% di autonomia in più.


Le batterie in sperimentazione hanno una densità energetica di oltre 0,39 kWh per chilogrammo , quasi il doppio di quella delle attuali agli ioni di litio e in linea con i prodotti cinesi in fase di sviluppo. Indubbiamente un grande progresso nella facilità d'uso delle Bev, ma sempre enormemente meno del contenuto energetico dei carburanti. Resta poi ancora difficile affrontare il problema dei costi, che per gli accumulatori a elettrolita solido sono oggi addirittura 200 volte quelli delle attuali batterie.
La Charger Daytona, spin-off elettrica della mitica muscle car, costerbbe così assai più dell'attuale prezzo di 75.185 $ della versione Scat Pack, che ha un'autonomia ufficiale poco sopra i 400 km. Ci sarà qualcuno disposto a spendere ancora di più per un mito rivisto e corretto?

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