Il poligono geografico più noto è alle Bermuda, ma ce n'è un altro di più recente nascita, che si estende tra Argentina, Cile e Bolivia ed è da tempo al centro della corsa globale per l'estrazione del metallo alcalino.
Si tratta di un'area dove i ricavi sono saliti esponenzialmente negli ultimi anni, ma da qualche tempo l'andamento economico delle miniere locali è stato messo in crisi dal crollo di oltre l'80% del prezzo del litio dall'inizio del 2023. Il combinato disposto da eccesso di offerta del metallo e una domanda di Bev più debole del previsto ha avuto un impatto negativo sulla redditività dei siti, ma più in generale sui finanziamenti a tutto il settore.
Secondo un rapporto Reuters, l'Argentina, quarto produttore di litio al mondo, sta vivendo un'ondata di tagli finanziari e rallentamenti dei progetti a causa del crollo dei prezzi. Aziende come Galan Lithium hanno tagliato gli obiettivi di produzione e altri, come Argosy Minerals, hanno adottato misure più drastiche, licenziando e chiudendo gli impianti pilota. Anche le grandi aziende, tra cui Rio Tinto e Arcadium, hanno congelato i piani di espansione su larga scala; la sola Arcadium ha accantonato quasi 500 milioni di dollari in progetti di sviluppo tra Canada e Argentina.
La crisi generale del mercato ha spinto gli analisti ad abbassare le previsioni di produzione dell'Argentina per il 2027 di circa il 10%, indebolendo la posizione del paese come produttore leader di litio. Per le Case e i produttori di batterie che puntano sul litio argentino, questo rallentamento potrebbe complicare le catene di approvvigionamento, poiché si prevede un deficit di fornitura entro la fine del decennio, pur se la situazione attuale manterrà bassi i prezzi fino al 2026.
L'industria dell'auto non è in grado infatti di sfruttare il momento positivo poiché le vendite stentate e le rigide norme ambientali la stringono in una morsa, che potrebbe allentarsi solo con una visione del futuro più realistica e concreta.
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