18 giugno 2024

Distanze

Nell'attesa del nuovo consiglio UE e del suo presidente è sempre più evidente il distacco tra argomentazioni ideologiche e realtà della vita dei cittadini, alle prese con crisi e guerre.

Uno dei fattori che marca maggiormente la distanza tra la UE e i cittadini del Continente è l'atteggiamento verso le auto, o meglio i diktat al riguardo. Che l'andamento economico sia diverso tra i vari Paesi è assodato, ma nonostante ciò si pretende di assimilare tutti quanti in una costosa quanto inutile e controproducente transizione elettrica che in definitiva giova solo ai marchi cinesi, salvo poi imporre sgangheratamente e tardivamente sanzioni che vedremo quanto seguito avranno in pratica.

Il fatto è che la coreografia attorno alle Bev è e dev'essere diversa, non ripercorrere vecchi canoni. Non si tratta tanto di piattaforme e strutture dedicate, quanto del concetto stesso di mobilità, che si è modificato alla luce dell'aumento della popolazione e dei voli low cost, il cui impatto sull'ambiente, tra l'altro, è assai maggiore di quello delle auto. Quando avevo 20 anni  la vacanza in auto era la norma, ma oggi tra costi di gestione, del carburante e delle autostrade può essere per molti troppo impegnativa. Per non parlare del bene in sè, soggetto ad aumenti di prezzo continui e sovente esagerati, pur a fronte di progetti vecchi e ampiamente ammortizzati. Con una Bev tutto può solo peggiorare, perché oltre al costo assai superiore del veicolo ci si trova nei fatti a servire l'auto, non a esserne serviti. E non tutti sono nerd.


Non credo assolutamente spetti alla UE decidere della mobilità dei singoli, quanto piuttosto capire come favorire spostamenti e libertà di movimento secondo canoni via via più adatti ai tempi; non proprio quello che sta accadendo.
Se oggi i costruttori si trovano a produrre Bev con criteri da veicolo a combustione è in parte colpa loro e in parte della UE. Le azioni di lobby portate avanti da loro negli scorsi anni hanno dato luogo infatti a una politica troppo ortodossa e incapace di cogliere il nocciolo dei problemi; hanno generato un mostro.
Tocca al consiglio UE, cercare di riprendere il bandolo della matassa, prima che si ingarbugli troppo. Il tempo stringe e le azioni devono essere rapide, ma soprattutto utili alla gente. 

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