06 giugno 2024

Bufale elettriche

Se il V2G rappresenta il futuro delle reti di ricarica, la sua convenienza dev'essere anch'essa bidirezionale. Ma la realtà è che si sorvola ineffabilmente sull'effettivo costo a carico dell'automobilista.

Gli addetti ai lavori la chiamano V2G, acronimo di Vehicle to Grid, dal veicolo alla rete; la connessione bidirezionale dalla Bev al sistema di distribuzione dell'energia elettrica, capace di caricare la batteria dell'auto quanto di cederne l'energia se la struttura lo richiede. In questo modo la vettura diventa parte integrante dell'apparato di distribuzione e potrebbe così contribuire, se le auto a batteria divenissero dominanti, ad aumentare l'efficienza globale di sistema ottimizzando distribuzione e generazione dell'energia.
In un mondo ideale sarebbe un sistema razionale e logico, ma ahimè questo è l'ambiente che ci tocca. In Italia, dove conta solo l'incremento del fatturato alla faccia di chiunque, declinare il V2G significa che tu dai la disponibilità della tua costosa batteria al sistema e in cambio... non ti danno nulla.


Sappiamo già della beffa del fotovoltaico privato, ove l'energia ceduta alla rete viene pagata un decimo di quella utilizzata, ma qui è ancora peggio. Sì, perchè gli accumulatori hanno un numero ben definito di cicli di carica/scarica e connettendoli a un sistema bidirezionale si perde completamente il controllo di quanti di questi avvengano. Il che si riflette in una netta diminuzione della vita utile della batteria anche a vettura ferma, che purtroppo non è previsto sia compensata da alcun pagamento o quantomeno riduzione di tasse; oltre al danno, la beffa.


E' così ovunque? Non proprio. Il New York Times ha recentemente pubblicato un articolo sull'argomento ove postula che gli automobilisti Usa possano essere ricompensati per la disponibilità usufruendo ad esempio di parcheggio gratuito o tariffe elettriche ridotte.
Secondo il NYT, Ford, GM, BMW, Mercedes-Benz e Renault, insomma un po' ogni costruttore, sarebbe interessato e Renault potrebbe aver fatto il primo passo. 
Chi acquisterà la prossima Renault R5 potrà accedere infatti a questa funzionalità, avere cioè il controllo sulla quantità di energia restituita alla rete e una pausa sulle bollette.

 
Ma si tratta di un'iniziativa privata attuata attraverso il servizio Mobilize V2G che non è esportabile ad altri veicoli; e soprattutto non c'è uno standard comune, un regolamento applicato a qualunque fornitore di energia elettrica che sancisca quanto dev'essere pagato il kWh recuperato dalle batterie. E che soprattutto comprenda nel conto l'ammortamento del costo dell'accumulatore soggetto a maggiore stress.

Possibilità future? Ne dubito. Il prossimo passo sulle tariffe elettriche sarà il trasferimento delle accise sui costi di ricarica; di bonus legati al traffico bidirezionale per ora non parla nessuno. Ma d'altronde è questa una tipica vessatoria abitudine italiana: qualcuno si è mai preoccupato di alleggerire la TARI con i ricavi dalla vendita delle materie prime di recupero dai rifiuti?

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