La ricarica wireless per le Bev è una sorta di tormentone che periodicamente rientra in circolo. Ma costi e infrastrutture sono ancora da "Pronipoti".
Anche con i caricabatterie più veloci occorrono almeno 15 minuti per disporre di energia sufficiente a percorrere 250 km. E sebbene molti proprietari di Bev si affidino alle wallbox, ciò non è ancora sufficiente per affrontare veri viaggi su strada o lunghi spostamenti. Per ovviare alla penuria di colonnine pubbliche la ricarica in movimento potrebbe essere la chiave di volta, ma dev'essere implementata dalle strutture di gestione delle vie di comunicazione.
Alex Gruzen, ad WiTricity Corp., ha dichiarato a Bloomberg che l'innovazione costerà alle Case diverse centinaia di dollari per auto e ai consumatori almeno 2.500 dollari solo per iniziare, pur nell'ipotesi che gli importi possano scendere con il passare del tempo. Per non parlare di dove le amministrazioni troveranno il denaro per cantieri dell'ordine delle centinaia di milioni.
Gli esempi nel mondo, peraltro, ci sono già. Oltre dieci anni fa, la Corea del Sud ha attivato la sua prima rete di ricarica mobile per due autobus, con bobine collocate lungo i 25 km di una strada tra una stazione ferroviaria e il quartiere Insa-dong di Seul. Negli Usa ci sono stati esempi a Detroit e nella contee di Los Angeles (CA) e Marion (IN), tutti destinate al trasporto pubblico, mentre la Svezia prevede di inaugurare la sua prima autostrada elettrica l'anno prossimo.
Per ora tutto destinato al pubblico dunque. L'obiettivo wireless per privati è ancora lontano.
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