03 giugno 2019

L'azionista istituzionale di Renault alza la posta





Non sono mai stato un nazionalista; credo che il denaro vada dove convenga investirlo e che spetti a chi vuole risorse creare le situazioni ottimali allo scopo. Ma nella questione dell'alleanza tra FCA e Renault le richieste da parte francese mi pare stiano andando oltre. Nell'intento ufficiale di garantire occupazione, infatti, il ministro dell'economia d'Oltralpe Le Maire pretende che il quartier generale della prospettata alleanza sia a Parigi, che ci sia un dividendo straordinario per gli azionisti Renault (lo stato ne possiede il 15%) e addirittura un posto nel consiglio di amministrazione per un rappresentante del governo. Parecchio per un marchio che attualmente si trova in una situazione critica con il riottoso alleato Nissan (che controlla Mitsubishi), che vedrà molto probabilmente concludersi l'alleanza con Mercedes e che deve fronteggiare quello che potrebbe diventare un grosso scandalo, il problema di qualità dei suoi motori 1.2 H5FT che in circa 400.000 casi (anche sui marchi Dacia, Nissan e Mercedes) hanno riportato rotture riconducibili a un vizio progettuale. Se in Francia vogliono tutelare l'occupazione lo vogliamo anche noi, pur se ci ritroviamo con un marchio che ormai è solo in piccola parte nazionale, immerso com'è in un complesso mix di produzione americana ed est-europea, gestione olandese e domicilio fiscale britannico. Non so dove si andrà a parare, ma il fatto che l'ad Manley abbia venduto 3,5 milioni di dollari in azioni in suo possesso prima del nuovo calo di borsa potrebbe dirla lunga sul futuro del gruppo. Solo, o più o meno male accompagnato.

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