31 maggio 2024

Freddo svedese

Il futuro di Polestar potrebbe non essere più garantito come ipotizzato in precedenza; Volvo scende nella sua quota azionaria.

Tira aria di ripensamento a Göteborg. Volvo ha ridotto infatti dal 48 al 18% la sua partecipazione azionaria in Polestar, alimentando così le speculazioni che hanno iniziato a circolare sulla scomparsa di quest'ultima; di fatto sembra che la Casa nordica intenda lasciare sia la società madre Geely a svolgere il principale supporto economico al brand di veicoli elettrici premium.
La quotazione delle azioni nelle principali borse è in pericolo e a NY è scesa al di sotto del dollaro, mentre la società ha ritardato la pubblicazione degli utili del primo trimestre. L'intenzione è comunque quella di mantenere l'attuale posizionamento del marchio, in equilibrio tra sportività e stile. Volvo resta tra gli azionisti ma con una quota che allontana la sua decisionalità mentre entrambi i quartieri generali restano in Svezia, condividendo tecnologia, componenti, piattaforme e impianti produttivi.


Del resto segnali di difficoltà arrivano anche da altre aziende del settore. Tesla ha visto diminuire vendite e utili, mentre gli arrivi più recenti ​​come Rivian e Lucid riportano perdite e Fisker sta lottando per non fallire.
Polestar rientra nel novero di questi brand ma ha alle spalle la partnership con Volvo e Geely che fornisce anche molta tecnologia, oltre al lavoro svolto internamente. Attualmente ha circa 150.000 veicoli in circolazione e secondo l'ad Ingenlath mantiene l'obiettivo di raggiungere le 100.000 unità all'anno, ma di fatto ha mancato le ipotesi di vendita globali nel 2023, mentre il 2024 sarà un anno di trasformazione.


Alla solitaria berlina Polestar 2 si aggiungerà nel 2025 la SUV di medie dimensioni Polestar 3 ed entro la fine dell’anno la Polestar 4, SUV coupé più piccola a cinque posti. Tutte auto che  competono in segmenti in rapida crescita che Polestar intende sostenere raddoppiando o triplicando i suoi showroom.
La strategia è di competere non solo con Bev, ma anche con modelli di lusso dotati di motori a combustione come BMW X5 e iX e Audi Q7, mentre le Tesla Model Y e la Model 3 non sono considerate avversarie perché non abbastanza premium.
Non sarà facile. È un momento difficile per tutte le Case, comprese quelle con una lunga storia e un nome storico, ma le startup devono affrontare ostacoli ancora più difficili. E c'è da mettere in conto che l'orientamento globale sul futuro automotive potrebbe cambiare.

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