22 settembre 2023

Dogmi senza senso

Volvo dice addio al Diesel come fosse una scelta ragionata e non imposta dall'economia cinese cui appartiene. Un altro esempio di scelte assurde pilotate dalla lobby verde.

La lotta al cambiamento climatico parte da quella alle emissioni di CO2, concetto sul quale non sono d'accordo ma che è stato ormai universalmente accettato. Bene, ci si aspetterebbero dunque scelte in linea con tale dogma, ma come sempre, l'interesse economico prevale anche sulle questioni religiose.
Così la dichiarazione annunciata alla Climate Week di New York da Jim Rowan, ad Volvo, di "Non mettere più nemmeno una corona sui Diesel dal 2024" è un assoluto controsenso.


Fatto salvo che le auto nel loro complesso emettono solo l'1% del totale generale, la produzione di anidride carbonica di un propulsore è infatti direttamente proporzionale alla sua efficienza e sappiamo bene come quella di un motore Diesel sia molto maggiore di quella di ogni altro sistema di propulsione. Elettrico compreso, dato che le BEV riescono a pareggiare i conti solo dopo grandissime percorrenze chilometriche, assai superiori a quelle consuete da parte della clientela.


E, parlando di clima, i risultati di questa dissennata politica sull'auto li vediamo, già, con la produzione di CO2 da mezzi di trasporto in crescita dal 2017, secondo i dati UE.
Il fatto che ormai si tenda a vendere auto ibride a benzina, in attesa di una svolta elettrica che tarda sempre più a verificarsi, significa perciò un aumento netto della produzione di gas serra, sia per il minore rendimento dei motori a benzina, sia perché buona parte degli utilizzatori di queste auto sfrutta al minimo la percorrenza elettrica.

Siamo davvero nel nuovo Medioevo, con il Deus Vult sostituito dalla crociata ambientalista.

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