27 settembre 2024

Idrogeno fantasma

Quella dell'idrogeno è un'altra delle bolle di sapone che fluttuano nell'automotive. La realtà è che non solo non conviene, blu, verde o nero che sia, ma è efficace solo nelle fuel cell.

Sembra la palette della Caran d'Ache, invece è la classificazione dell'idrogeno a seconda di come venga prodotto: Nero, dal carbone, Bianco da geotermia, Grigio da fonti fossili, Blu pure da fonti fossili ma con cattura del carbonio, Turchese da pirolisi, Viola o Rosso con elettrolisi da centrali nucleari e Verde con elettrolisi da fonti rinnovabili.
Faccio notare che manca un colore: quello relativo alla radiolisi, la produzione di idrogeno in una centrale nucleare a seguito dell'esposizione alle radiazioni dell'acqua in circolazione, un tipo di produzione win win che non richiede mezzi esterni e che permette di ottenere tanto il gas quanto l'energia elettrica, ma visto il generale atteggiamento verso il nucleare, ci sta.


Come per l'auto elettrica, in crisi di domanda dopo un iniziale focherello spinto dagli incentivi, ora anche i piani di produzione di idrogeno vengono ridimensionati; Shell ha annunciato infatti che l'impianto di idrogeno blu pianificato sulla costa occidentale della Norvegia è stato sospeso per mancanza di domanda.
Aukra Hydrogen Hub, questo il nome del progetto, era previsto con una capacità di 2,5 GW, producendo 1.200 tonnellate di idrogeno al giorno entro il 2030. Secondo le aspettative avrebbe evitato 4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno, pur non essendo verde.
Al riguardo occorre fare il solito bagno di realtà e ammettere che non sarebbe possibile produrre tutto l'idrogeno necessario al sistema produttivo e di circolazione unicamente con fonti rinnovabili. L'impianto norvegese prevedeva infatti di ottenerlo dal metano mediante reforming.


L'annuncio Shell è un altro colpo a questa industria, che mostra grandi difficoltà a decollare non tanto per la produzione, quanto per la rete di trasporto e stoccaggio che non può essere semplicemente riconvertita a partire da quella del metano, ma costruita ex novo.
Come per le colonnine di ricarica elettriche, è qui il vero punto di caduta, poiché le caratteristiche dell'idrogeno ne fanno un gas assai difficile da contenere nelle tubazioni senza perdite. Senza gasdotti il trasporto può essere conveniente solo in forma liquida, ma il costo energetico per ridurre e mantenere a -253°C (a pressione ambiente) il gas è tale da farne salire il prezzo a valori troppo elevati per competere con altre soluzioni.

Infine, ricordiamocelo sempre, l'idrogeno non è una fonte energetica ma un vettore. E come tale dipende interamente dalle altre fonti.

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