15 maggio 2024

Mentra la UE dorme...

Che l'Europa manchi di una visione collettiva di sviluppo è ormai chiaro a tutti. Ma non sa nemmeno proteggersi dai guai creati dalle sue decisioni azzardate, mentre gli Usa invece agiscono.

L'espansione delle Case cinesi sta raggiungendo il climax sui mercati internazionali e la politica europea è confusa e sguaiata come non mai, mentre alcuni costruttori stringono accordi suicidi con gli asiatici guardando come sempre al business del giorno dopo, senza una visione di futuro degna di questo nome.
In questa nuova Weimar spicca l'ostinazione teutone a mantenere aperto il canale di importazione senza dazi, nel maldestro tentativo di proteggere una politica economica che ha fatto del mercato cinese il più importante addendo del suo bilancio.


Dall'altra parte dell'Atlantico, invece, Biden è sempre più determinato a rendere alla Cina molto più difficile la conquista del proprio mercato interno. Il Presidente ha infatti annunciato forti aumenti tariffari sui beni cinesi, dall’elettronica di consumo ai veicoli elettrici, arrivando a promettere vere misure di ritorsione.
Le tasse sui veicoli elettrici superano il 100% poiché la Casa Bianca ritiene rappresentino “un rischio inaccettabile” per l’economia degli Stati Uniti. L'imposizione fiscale ha raggiunto il 102,5%, mentre quelle su alcune materie prime per le batterie è del 50%. Le modifiche alle norme federali sul credito d’imposta emanate all’inizio del 2024 incentivano inoltre solo i materiali non cinesi e la produzione nazionale.


Come noto, le Case cinesi godono di un forte sostegno governativo e di sussidi che rendono possibile la vendita di veicoli a un profitto minimo o nullo, mentre americani ed europei esportano in Cina molte meno merci di quelle ricevute, con buona pace della Germania.
E' un fatto comunque che nel medio-lungo termine l'innovazione cinese mostrerà sempre più tecnologie e caratteristiche globalmente più interessanti dei prodotti Usa ed Europei.
I tempi dei prodotti fotocopia sono passati da un pezzo e la capacità cinese di stimolare l’innovazione è davanti ai nostri occhi.
Si tratta di gestire il mercato invece di subirlo. Ma ho seri dubbi che questa Ue sia in grado di farlo.

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