Volvo ha organizzato la produzione concentrandosi sui motori a tre e quattro cilindri ibridi, realizzando così una certa economia di scala interna. Deve però affrontare il gap esistente con i costruttori tedeschi di punta, nei confronti dei quali vorrebbe acquisire quote di mercato. Logico dunque concentrarsi su accorgimenti che rendano i propri motori più performanti, in questo caso lavorando sull'eliminazione del turbo lag, che nonostante i più recenti progressi dei turbocompressori, ancora affligge i motori con architettura a minore numero di cilindri ed elevata sovrappressione, ossia esattamente quello che i motori cino/svedesi sono diventati ultimamente. La soluzione Volvo, che ha debuttato l'anno scorso sulla serie 90 ma è ancora poco poco nota in genere, si chiama Volvo Power Pulse e consiste in un piccolo compressore elettrico a pistone che rifornisce di aria un serbatoio da 2 litri. Quando c'è una improvvisa richiesta di potenza con il turbo a basso regime di rotazione l'aria viene convogliata nel condotto di scarico e accelera la turbina, producendo il boost in tempi molto più rapidi di quelli ottenibili normalmente. Una soluzione alternativa a quella dei turbo elettrici e con un costo intrinsecamente più basso, anche se aumenta comunque la complessità del sistema di alimentazione e in ogni caso può fornire soltanto un unico soffio, esaurito il quale non c'è più trippa, almeno fino a quando il piccolo compressore non abbia rifornito l'altrettanto piccolo serbatoio. Se quindi ci troviamo a un semaforo e vogliamo scattare spediti ma l'auto davanti a noi frena e poi riparte, ci ritroviamo in pieno turbo lag. Cosa che invece non succede con il turbo elettrico, che può supplire alla carenza di pressione per tutto il tempo che occorre. Una soluzione solo parziale quindi, che nel confronto con i metodi tedeschi mostra un po' la corda.
18 dicembre 2017
Elettro-turbo o Power Pulse: Quale è meglio?
Volvo ha organizzato la produzione concentrandosi sui motori a tre e quattro cilindri ibridi, realizzando così una certa economia di scala interna. Deve però affrontare il gap esistente con i costruttori tedeschi di punta, nei confronti dei quali vorrebbe acquisire quote di mercato. Logico dunque concentrarsi su accorgimenti che rendano i propri motori più performanti, in questo caso lavorando sull'eliminazione del turbo lag, che nonostante i più recenti progressi dei turbocompressori, ancora affligge i motori con architettura a minore numero di cilindri ed elevata sovrappressione, ossia esattamente quello che i motori cino/svedesi sono diventati ultimamente. La soluzione Volvo, che ha debuttato l'anno scorso sulla serie 90 ma è ancora poco poco nota in genere, si chiama Volvo Power Pulse e consiste in un piccolo compressore elettrico a pistone che rifornisce di aria un serbatoio da 2 litri. Quando c'è una improvvisa richiesta di potenza con il turbo a basso regime di rotazione l'aria viene convogliata nel condotto di scarico e accelera la turbina, producendo il boost in tempi molto più rapidi di quelli ottenibili normalmente. Una soluzione alternativa a quella dei turbo elettrici e con un costo intrinsecamente più basso, anche se aumenta comunque la complessità del sistema di alimentazione e in ogni caso può fornire soltanto un unico soffio, esaurito il quale non c'è più trippa, almeno fino a quando il piccolo compressore non abbia rifornito l'altrettanto piccolo serbatoio. Se quindi ci troviamo a un semaforo e vogliamo scattare spediti ma l'auto davanti a noi frena e poi riparte, ci ritroviamo in pieno turbo lag. Cosa che invece non succede con il turbo elettrico, che può supplire alla carenza di pressione per tutto il tempo che occorre. Una soluzione solo parziale quindi, che nel confronto con i metodi tedeschi mostra un po' la corda.
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