13 febbraio 2023

Prendere e tornare

Con la sua MX-30 e-Skyactiv R-EV Mazda rilancia il Wankel, questa volta come range extender. Sarà la scelta giusta per le ibride di domani?

Mazda, tradizionalmente votata all'alta tecnologia, ha creduto a lungo nel motore rotativo e solo nel 2012 ha posto fine alla sua epopea con lo stop alla produzione della RX-8. Ricordo la presentazione a Laguna Seca: un'auto brillante e affascinante con le sue mezze porte posteriori, dotata di un birotore aspirato che girava altissimo senza sforzo (e senza limitatore),  ma carente di coppia ai bassi.
A spingere la Casa di Hiroshima a mettere da parte una soluzione nella quale aveva investito più di ogni altro costruttore fu la difficoltà o meglio l'impossibilità di rispettare le sempre più stringenti regole sulle emissioni, mentre la potenza specifica, grazie ai tre scoppi per giro del pistone, è sempre stata elevata. Senz'altro centrale il problema della difficile tenuta dei segmenti su tre lati del pistone rotante, soggetti anche a forte usura per la loro estensione. Infatti non è mai stato realizzato un Diesel Wankel (uno in UK, ma con due rotori in sequenza, improponibile per la complessità),  proprio per l'impossibilità di raggiungere un elevato rapporto di compressione.


Se è vero però che i problemi si collocano in ambito di inquinamento, buona parte di essi è legata alle continue variazioni di regime cui il motore è soggetto nella guida, cosa del tutto evitabile se l'unità è impiegata come range extender, ove il regime è quasi fisso. Dico quasi perché nell'unità che Mazda ha adibito allo scopo per la MX-30 e-Skyactiv R-EV questo varia invece tra 2.000 e 4.500 giri, con una potenza massima di 74 CV a 4.700 giri e 116 Nm a 4.000, scelta legata alle sensazioni del guidatore, che quando conduce con il Wankel in funzione ha così un'impressione simile a quella della guida di un veicolo tradizionale.
Il monorotore, denominato 8C, ha una cilindrata di 830 cm3, un rapporto di compressione relativamente alto, 11,9:1, l'iniezione diretta e, come dicevo sopra, grazie all'elevata potenza specifica dimensioni ridotte che consentono di integrarlo nel gruppo di trazione nel vano anteriore, come nella versione Bev.


L'accumulatore da 17,8 kWh permette un'autonomia di 85 km con il motore elettrico da 170 CV e 260 Nm; a batteria scarica o alla capacità residua prestabilita o ancora quando occorre maggior brio nelle accelerazioni il Wankel si avvia e fornisce l'energia in più richiesta con l'autonomia consentita dai 50 litri del serbatoio.
La ricarica ovviamente avviene anche tramite connessione alla rete: con una colonnina in continua in 25 minuti si fa il pieno. Mazda dunque crede che oggi sia più vantaggioso disporre di una batteria di media capacità e del range extender rispetto alla sola batteria. E' la soluzione adottata dai taxi di Londra di nuova generazione e il motore Wankel con la sua compattezza potrebbe rappresentare l'atout del marchio.
Resta l'incognita della durata di un propulsore soggetto intrinsecamente a forte usura dei segmenti radiali, pur passati da 2 a 2,5 mm, e dell'effettivo consumo, legato alla combustione meno efficiente rispetto a un motore a pistoni e alla maggiore dispersione di calore della camera di scoppio. Certo però le dimensioni contano e il Wankel in questo è insuperabile.

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