18 giugno 2014

V8 piatto per la nuova Shelby







Il virus tedesco è arivato anche in America. Mi riferisco a quella particolare malattia che causa nei costruttori nordeuropei una irrefrenabile coazione a rincorrere le prestazioni massime raggiunte dai concorrenti. E i protagonisti in US non possono che essere GM e Ford. Nella fattispecie, dopo l'annuncio della Corvette Z06 2015 sovralimentata che sfiora i 660 CV, la Casa dell'Ovale non poteva che replicare con la prossima Shelby GT 500 2017, la più cattiva delle Mustang di serie, anch'essa dotata di compressore. Ci sono solo foto spia dell'auto, ma le indiscrezioni riportano di un V8 derivato dall'attuale 5.8 litri da 671 CV che non dovrebbe erogare maggior potenza ma essere radicalmente diverso meccanicamente: avrebbe infatti l'albero piatto, quello delle Ferrari e delle McLaren per intenderci, soluzione che consente gli scoppi simultanei nelle due bancate, aumenta la potenza a parità di cilindrata (caratteristica di cui gli yankee non sembrano però aver usufruito) e dona un sound da superquattro che se ben gestito può essere oggetto di brevetto (vedi Cavallino). La vettura punta dunque più sull'alleggerimento che sulla maggior potenza e al riguardo ecco i freni anteriori in carbonio e un accurato blueprinting di revisione sul superfluo. Ma non va tutto bene, pare. Dopo un secolo di V8 tradizionali, forse il know how per quelli piatti da 7.000 giri manca: ciò spiegherebbe le catastrofiche rotture dei prototipi messi al banco, le cui cause specifiche sono ancora in fase di indagine, così come ancora volatili, però, le soluzioni. Ma sono sicuro che alla Ford ce la faranno.

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